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10 vini campani da stappare a Pasqua e Pasquetta (e non solo)

Bollicine, bianchi, rosati e rossi, nuove etichette e grandi classici. La Campania è una regione ricca di referenze vitivinicole. Ecco, allora, i nostri consigli per Pasqua e Pasquetta.

Di resilienza, oggi se ne parla tanto: è la capacità di trasformare un’esperienza avversa in opportunità di crescita e rafforzamento. E la Pasqua è la festa della rinascita, del risveglio, della trasformazione e della vita in tutti i suoi molteplici aspetti. Un’occasione di gioia e convivialità per costruire le fondamenta di un nuovo inizio senza però rinunciare alle tradizioni.

Il pranzo di Pasqua non perde infatti il suo significato festoso ed è l’occasione giusta per provare le nuove etichette uscite sul mercato, testare abbinamenti azzardati o restare fedeli ai grandi classici, condividendoli con gli altri.

Bollicine o bianchi? Rosati o rossi? In questa stimolante indecisione, i suggerimenti di 10 meravigliose bottiglie campane, tutte valide etichette che raccontano l’altissima qualità viticola campana assolutamente da provare!

Beati Colli – Prima Gioia

Uvaggio: 100% pallagrello bianco
Metodo classico con circa 18 mesi di affinamento sul lieviti

Il titolo della tesi sperimentale di Giovanni Piccirillo recitava “l’attitudine dell’uva Pallagrello bianco a divenire un vino spumante”. Di anni ne sono passati ma lo studio si è rivelato propiziatorio. La realtà aziendale è piccolissima, sita a San Giovanni e Paolo, frazione del Comune di Caiazzo (CE) ma punto di riferimento per il territorio. I vini sono senza fronzoli, dotati di slancio e piacevolezza. E, Prima Gioia, eccelle.

Giallo paglierino intenso e lucente, dal perlage fitto e costante. Spiccano all’olfatto fragranti profumi di tiglio, bergamotto, mallo di noce e sbuffi di pepe rosa. Abbrivio gustativo ricco all’insegna della cremosità che mantiene in equilibrio il sorso fino alla scia finale, che invita ad un nuovo assaggio.

I Borboni – Cripto, metodo classico

Uvaggio:  100% asprinio
Vinificazione: Dopo un anno in acciaio ad affinare con continui bâtonnage, segue l’inoculo e successivo imbottigliamento con tappo corona. Dopo una sosta di 30 mesi in bottiglia, si procede con il remuage sulle pupitre della durata di due mesi circa, poi successiva sboccatura e aggiunta della liqueur de tirage.
Affinamento: in bottiglia per diversi mesi

I Borboni è una cantina di fondamentale importanza per la valorizzazione e la salvaguardia della millenaria tradizione dell’Asprinio di Aversa. A condurre l’azienda, il giovanissimo Nicola Numeroso, vignaiolo nato, competente e dinamico. I suoi vigneti sono maritati ai pioppi e, ancora oggi come in passato con fescina e scalillo si lavora la vite e si raccolgono i grappoli.

Cripto, la nuova espressione dell’asprinio metodo classico  è di un giallo paglierino intenso, illuminato da un persistente e fine perlage. Stuzzica l’olfatto con uno spartito olfattivo agrumato e minerale: cedro, pompelmo, salvia ed erba cedrina. Il sorso è vibrante, freschezza, sapidità ed effervescanza giocano a rincorrersi, rievocando il cedro, grande protagonista dell’assaggio.

I Mustilli – Vigna Segreta, Falanghina del Sannio Sant’Agata dei Goti 2018

Uvaggio: 100% falanghina
Vinificazione: la fermentazione è preceduta da una lieve macerazione pellicolare a freddo.
Affinamento: in acciaio sulle fecce fini di circa 10 mesi e in bottiglia per altri 12 mesi

Assaggiare i vini della Cantina Mustilli è come tuffarsi nel passato: l’azienda è tra le realtà più belle e storiche della Campania vitivinicola. La cultura del vino è intrecciata alla storia familiare come documentano le suggestive cantine scavate nel tufo sotto il palazzo di proprietà. Sono le sorelle Mustilli, Paola e Anna Chiara ad avere in mano le redini dell’azienda, valorizzando la grande eredità lasciata dal papà cui si deve la riscoperta del vitigno falanghina, con una prospettiva moderna e sostenibile.

Molto luminoso il giallo dorato che anticipa le fragranze di ananas e frutti a polpa gialla, erbe aromatiche e biancospino. L’assaggio rivela una buona struttura, agile freschezza e un’intenza sapidità che indugia lungo tutta la fase.

Villa Diamante – Vigna della Congregazione Fiano di Avellino 2017

Uvaggio: 100% fiano
Fermentazione in acciaio inox, a temperatura controllata con 11 mesi sui lieviti
Affinamento: almeno 8 mesi di bottiglia prima della commercializzazione.

Circondata da vigneti posti tra i 400 e 500 metri, nel comune di Montefredane in provincia di Avellino, Villa Diamante è un piccolo gioiello. Tutta la passione, l’amore e la dedizione di Diamante Renna e della giovanissima figlia Serena Gaita, si avvertono fortemente nei vini.

Delicato oro tenue, Vigna della Congregazione si apre in pochi minuti e disegna un arco gustativo ampio, di cristallina nitidezza e di tenace progressione. L’olfatto si colora di ginestra, camomilla, biancospino, arricchiti da una seducente vibrazione gessosa. Prosegue con un profilo più aristocratico e sottile, con accenni fumè e di idrocarburo. Stupisce l’ingresso in bocca: un’intensa freschezza domina lo sviluppo gustativo in un manto caldo e avvolgente. Ci si arrende facilmente a questo vortice di emozioni e il piacere del sorso si prolunga nel tempo grazie ad una soddisfacente persistenza.

San Salvatore – Elea 2019

Uvaggio: 100% greco
Vinificazione: fermentazione 90% in acciaio, 10% in barrique di rovere francese di primo passaggio
Affinamento: affinamento in acciaio per 14 mesi e 6 mesi di bottiglia

Peppino Pagano, irremovibile e instancabile patron di San Salvatore, contribuisce in prima persona alla perfetta efficienza della realtà produttiva. Nel Cilento, il patrimonio viticolo dell’azienda è consistente ma nulla è lasciato al caso.

Elea, che veste di elegante dorato, è un omaggio al Cilento e alla sua storia millenaria. L’intensità olfattiva è raccontata da attraenti sentori di macchia mediterranea, lievi toni di pietra focaia, erbette aromatiche. Setoso al gusto, la morbidezza è bilanciata da una precisa freschezza. Lunghissimo finale.

Di Meo – Colle dei Cerri, Fiano di Avellino 2007

Uvaggio: fiano 100%
Vinificazione: fermentazione in legno (barriques di rovere francese) in locali condizionati, passaggio in legno (barriques di rovere francese) per 10/15 mesi, con un conclusivo affinamento in bottiglia di 3/5 anni.

Salza Irpina e la famiglia di Meo, rappresentano un binomio imprescindibile per l’Irpinia. Il tempo è galantuomo, lo è anche con il vino e con chi insiste caparbio a diffondere una cultura che superi il canone del “bianco da consumare giovane!”.

Colle dei Cerri è un vino che stupisce per la sua freschezza ed eleganza. Sfoggia un luminoso giallo dorato, l’esordio olfattivo regala un bouquet intenso con riconoscimenti di albicocca, agrumi, pera. In sottofondo erba di campo, gelsomino. Seguono acacia, sentori fumè, spezia e idrocarburo. L’assaggio è ricco e appagante, delinea anche struttura e compattezza di sensazioni: ha grande sapidità e freschezza, equilibrato. Interminabile e ancora godibilmente giovane.

Villa Matilde – STREGAMORA 2021

Uvaggio: 100% piedirosso
Vinificazione: macerazione a freddo delle vinacce, 24°C, per circa 15 giorni, segue la svinatura e il completamento della fermentazione malolattica.
Affinamento: In acciaio inox per circa 3 mesi

Ci sono vini di cui non ci si stanca. Vini che ogni anno, e da tanto, si rivelano costanti e affidabili, offrendo una qualità ineguagliabile nella tipologia. L’eleganza di Villa Matilde a Cellole nell’areale del Falerno è di quelle che restano impresse, e che spiega meglio di ogni altra cosa quello che può accadere quando si realizza la combinazione felice di suolo, esposizione, vitigno e progetti lungimiranti. La novità di quest’anno è StregaMora. Ha l’esuberanza di rosa, amarena e mirto su uno sfondo di humus e bastoncino di liquirizia. Di medio corpo ma succulento, con tannini scorrevoli e verve acida a conferire vitalità e spensieratezza.

Cantina Trabucco – Èrre, Falerno del Massico 2019

Uvaggio: 95% aglianico, 5% piedirosso
Vinificazione: fermentazione in acciaio e affinamento per il 50% in silos, l’alto 50% in barrique di I e II passaggio per 12 mesi. Stabilizza ulteriori 2 mesi in silos. Poi bottiglia per un altro mese circa.

Danilo Trabucco è un produttore giovanissimo nel territorio dell’Ager Falernum: classe 1997 è una promessa nel panorama enoico. L’esperienza gustativa dei suoi vini è un viaggio sensoriale che non solo evoca la creazione del vino ma anche l’armonia tra uomo e natura.

Èrre è una parola antica che viene attribuita a delle piccole formiche voraci e in continuo movimento, utilizzato spesso in loco come aggettivo per ragazzi particolarmente vivaci e sempre in frenetica attività. Il vino porta questo nome proprio per le sue caratteristiche di schiettezza e la semplicità territoriale che riesce ad esprimere. Luminoso rubino, emergono fiori rossi e gelsi di bosco, viola essicata e tocchi di grafite. Il sorso è delizioso, agile, verticale e risveglia il palato con preziosa semplicità grazie a un tannino seducente nella percezione tattile.

Rosa Boccella – Tre spadini, Campi Taurasini 2017

Uvaggio: 100% aglianico
Vinificazione in acciaio maturazione in botti grandi per un periodo di 24 mesi e affinamento in bottiglia
Affinamento: maturazione in botti grandi per un periodo di 24 mesi con ulteriori mesi in bottiglia

Il dinamico Soccorso Molettieri, infonde sempre nuova vita alla sua azienda, a conduzione familiare, genuina e tradizionale. Instancabile, infatti, Soccorso sorprende, presentando accanto alle etichette dei rossi più strutturati e già rinomati, il nuovo Campi Taurasini, vino all’insegna della freschezza e bevibilità.

Campi taurasini è rosso rubino luminoso. Una nuance olfattiva di ciliegia sotto spirito apre il percorso olfattivo che prosegue con more, prugne, bacche di sambuco e tocchi di liquirizia in chiusura. Al palato, i tannini sono educati e loquaci, perfettamente integrati. La chiusura si prolunga nel tempo.

Fontanavecchia, Vigne Cataratte 2017

Uvaggio: 100% aglianico
Vinificazione: vinificazione in rosso a temperatura controllata con fermentazione lunga 15 giorni
Affinamento: 18 mesi in barrique di rovere francese

Quando si parla di Libero Rillo, si parla certamente di una delle realtà di vertice del comprensorio vitivinicolo del Taburno. L’azienda Fontanavecchia domina la valle del Sannio beneventano, regno di aglianico e falanghina, che qui hanno punte espressive inimmaginabili fino a qualche anno fa.

E questo grazie anche al lavoro pionieristico di Libero che da tempi non sospetti ha creduto fino in fondo nelle potenzialità di questo areale. Vigne Cataratte è di un luminoso e deciso rubino. Il naso è poliedrico nel quale si fondono ribes e melograno, terra smossa e sottobosco. Il palato è cadenzato da una dinamica gustativa piena, serrata e coinvolgente. Sapiente la coesione con tannini perfettamente integrati agli altri attori gustativi. La chiusura si prolunga nel tempo.

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