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Bologna: così i ristoranti si preparano alla riapertura post lockdown

bologna

Si respira aria di rinascita a Bologna e, nonostante l’assenza di precise direttive, i ristoratori si preparano a rialzare le serrande.

Bologna, “città del cibo” per antonomasia, tira un sospiro di sollievo per l’ormai imminente e quanto agognata riapertura di bar e ristoranti.

Anche se il desiderio e la necessità di ricominciare sono comprensibili,  le problematiche evidenti e comuni a tutto il resto dell’Italia non consentono una ripartenza col sorriso.

Mercoledì 14 nel tardo pomeriggio la Regione ha pubblicato un protocollo di regole condivise con le associazioni di categoria, meno restrittivo rispetto alle richieste dell’INAIL, ma ancora nulla è definitivo e si attendono le decisioni del Governo per poter partire.

Vincenzo Vottero, chef del VIVO Taste Lab, situato nel Casalunga Golf Resort di Castenaso, poco fuori città, e presidente dei Ristoratori di Confcommercio ha definito accettabili le richieste che consentiranno, la ripartura. Tra le regole stabilite ci sono cartellonistica all’ingresso, in italiano e inglese, con le norme di comportamento da seguire per la clientela, la separazione degli accessi in entrata e uscita, prenotazione telefonica e digitale con scaglionamento delle presenze, sono vietati buffet a self-service, si sconsiglia l’uso di appendiabiti in comune, e dove possibile, grazie anche alla concessione gratuita del suolo comunale, privilegiare l’utilizzo dei dehor, oltre ovviamente al’uso delle mascherine per i dipendenti, l’igienizzazione dei tavoli e di tutte le precauzioni sanitarie già note.

Al momento si può ipotizzare  una perdita media del 30 % dei posti a sedere, ma si sa anche che se ogni realtà ha le sue carattieristiche.

al pappagallo bologna

Ad esempio Al Pappagallo, il centenario ristorante emblema nel cuore della città, la riorganizzazione non sarà molto diversa da prima grazie all’ampia sala, mentre lo sarà per l’attigua Torre degli Alberici, emanazione del ristorante che, dopo la ristruttrazione e la “ mancata“ inaugurazione prevista per il 21 marzo, offrirà un nuovo spazio gastronomico molto ridotto, con una proposta che riporta a quella trattoria, che ha dato inizio all’attività così longeva, con menù più “leggero” sotto il profilo economico e riservato a pochi, per motivi di spazio.

Fuori dal centro storico la situazione cambia anche se i problemi non mancano, ma sono anche diversi. Sui primi colli bolognesi ci sono molti locali e chi più chi meno hanno a disposizione più spazio all’aperto che in questo frangente diventa vitale anche se la riorganizzazione non è meno complessa.

ca' shin bologna

Tra questi Ca’ Shin, ristorante affollato durante le calde estate passate perché situato a Parco Cavaioni, meta di piacevoli passeggiate sulla collina. Qui verranno utilizzati gli spazi della veranda, l’orto teatro ed il forno, ma in più ci sarà l’alternativa de La Casetta, l’ampio spazio del giardino adibito con tavoli dedicati ai drink e allo street food. Quindi due menù diversi consultabili velocemente con un pratico Qrcode.

Ma  al momento a Bologna si aspettano le modifiche richieste e direttive più precise, quindi per molti si parla di una riapertura nel fine settimana e non il tanto desiderato 18 maggio.

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