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Lu Naracu: l’anima selvatica della Gallura

lu naracu

Foraging, cultura e condivisione. Con Lu Naracu, tra Olbia e Telti, Veronica Spano porta avanti il suo progetto che unisce buona tavola, antichi saperi e tradizioni agricole.

In un angolo silenzioso tra Olbia e Telti, dove la macchia mediterranea si fa respiro fitto e le rocce raccontano storie millenarie, c’è un luogo che non si trova per caso. Si chiama Lu Naracu – Il Nuraghe. tipologia di antichi edifici megalitici, tipici della Sardegna (1800-1100 a.C.)  ed è molto più di un Home Restaurant: è un’esperienza autentica che intreccia memoria, identità e natura.

A guidarlo è Chef Veronica Spano, raccoglitrice appassionata di erbe selvatiche, cuoca per vocazione e custode di antichi saperi. Ogni piatto che esce dalla sua cucina è una narrazione, un gesto d’amore verso la Gallura più autentica, quella nascosta tra sentieri di sughere e silenzi balsamici.

Lu Naracu: un menù che segue la natura, non la moda

A Lu Naracu, la cucina non si impone sulla natura: la ascolta. Chef Veronica raccoglie erbe spontanee, seleziona legumi antichi, utilizza farine da grani autoctoni e collabora con piccole realtà locali per garantire ingredienti tracciabili e sostenibili. Il risultato è un menù in continuo dialogo con le stagioni, con piatti che profumano di finocchietto selvatico, cicoria, asfodelo, malva, ortica e decine di varietà vegetali spesso dimenticate.

Pane, conserve, dolci e salse sono tutti fatti in casa. Il formaggio proviene da piccoli pastori galluresi, la carne da allevatori che rispettano il benessere animale. Ogni ingrediente ha un volto, una storia, un territorio. E ogni portata, prima di essere servita, viene raccontata: perché qui si impara anche a mangiare consapevolmente.

Il menù è completamente personalizzabile in base ad allergie, intolleranze e regimi alimentari specifici, compresa l’opzione senza glutine.

La terrazza e il nuraghe: mangiare nella bellezza

Mangiare a Lu Naracu significa sedersi su una terrazza sospesa tra cielo e granito, circondata da querce, ginestre e pietre antiche. Poco distante, un vero nuraghe accoglie i visitatori per una camminata prima o dopo il pranzo, completando un’esperienza sensoriale e culturale a tutto tondo.

I posti sono limitati – da un minimo di 2 a un massimo di 8 persone – per garantire intimità, silenzio, ascolto e condivisione. Veronica non cucina solo cibo: prepara incontri. E accompagna gli ospiti in un percorso che unisce piacere, conoscenza e lentezza.

Erbe in un raviolo: la poesia del selvatico

Uno dei piatti simbolo del suo repertorio è il raviolo con una moltitudine di erbe spontanee. Una vera ode al selvatico, una sinfonia vegetale che racchiude sapori amari, freschi, balsamici, piccanti e delicati. L’elenco delle erbe è lungo e affascinante: radicchio selvatico, ravanello, malva, borragine, ortica, piantaggine (maggiore, minore e stellata), carota selvatica, barba di becco, achillea, romice, cicoria, acetosella, fiordaliso romano, senape selvatica, farinello, aglio angolare, caccialepre… e molte altre.

Ogni foglia è riconosciuta, raccolta a mano, trattata con rispetto. Il raviolo diventa così un gesto politico, un omaggio alla biodiversità, ma anche un messaggio: la natura offre una ricchezza straordinaria, basta avere occhi per vederla.

La zuppa gallurese al finocchietto: un’antica carezza

Tra i piatti più identitari di Lu Naracu c’è anche la zuppa al finocchietto selvatico, rivisitazione leggera e vegetale della classica suppa cuata. Un piatto che Veronica ha ricostruito dialogando con le memorie delle donne anziane della Gallura, recuperando gesti e ingredienti di un tempo.

Il pane cambia a seconda delle varietà disponibili, il finocchietto domina con la sua nota balsamica, le erbe completano l’armonia. È una ricetta che sa di casa, di racconti al focolare, di giornate d’inverno intorno a un tavolo.

Estate 2025: eventi, camminate e convivialità

L’estate 2025 a Lu Naracu sarà ricca di appuntamenti. Oltre alle cene su prenotazione, Veronica ha in programma collaborazioni con realtà locali come Calarighe, l’associazione Brassicola Fermento Sardo e altre piccole aziende contadine. Ogni evento sarà pensato per unire degustazione, racconto, natura e ricerca.

In particolare, continueranno anche le giornate-evento con Giampaolo Demartis, autore de I viaggi di Nonna, un libro che esplora l’erboristeria popolare sarda. Insieme, proporranno camminate botaniche, dialoghi sulle piante, letture e momenti di condivisione a tavola.

Custodire i semi, custodire la cultura

Oltre alla cucina, Veronica porta avanti un lavoro silenzioso ma prezioso: la custodia dei semi antichi. Nel suo orto, coltiva varietà locali in via di estinzione, in rete con altri agricoltori e appassionati. È un progetto di resistenza culturale, che si traduce in ogni piatto servito: un atto di rispetto verso la biodiversità e le tradizioni agricole della Sardegna.

A Lu Naracu non si va solo per mangiare.
Si va per ascoltare la terra.
E, forse, anche un po’ sé stessi.

Info utili

Lu Naracu
333.8392662
Instagram

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