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Ai Cantieri Culturali di Palermo trionfa Avvinando Wine Fest 2019 tra calici, sorrisi e vini di qualità

Quattromila presenze in due giorni è il numero registrato dall’ottava, riuscitissima, edizione di Avvinando Wine Fest 2019, la kermesse dedicata alle eccellenze enologiche, che è “andata in scena” ai Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo l’11 e 12  maggio scorsi

Tra calici colmi, sorrisi raggianti e incontri interessanti si è conclusa anche quest’anno con successo una delle manifestazioni dedicate al “bere di qualità” che rappresenta, ormai, un appuntamento fisso ed imperdibile non solo per gli operatori del settore ma anche e, soprattutto, per il pubblico, sempre più numeroso, di enoappassionati che ama degustare vini che rappresentino il territorio di provenienza sentendolo raccontare direttamente dai produttori che, per questa occasione, sono scesi in campo in prima persona per portare il prezioso contributo dell’esperienza di chi vive, ogni giorno, la scelta, non facile, di puntare sulla qualità contando unicamente sulle proprie capacità.

Dopo i numeri da record dello scorso anno, la manifestazione dedicata al mondo del buon bere (ve ne avevamo parlato qui), quest’anno con circa cento cantine, per un totale di 800 etichette, ha ampliare i propri confini inserendo, oltre al vino, rimasto il focus della due giorni, anche altri prodotti di qualità, fiore all’occhiello del territorio di provenienza come grappa, amaro e olio, solo per citarne alcuni.

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I complimenti vanno agli organizzatori Massimiliano Morghese, Giuseppe D’Aguanno e Marco Busalacchiche hanno lavorato alacremente, sin dal primo giorno dopo la chiusura dell’edizione dell’anno scorso, per realizzarel’edizione di più ricca di sempre” citando le loro parole. Per ottenere questo risultato la selezione delle cantine partecipanti è stata molto accurata e ha seguito dei precisi criteri di qualità, tra cui la presenza dei produttori, vero fiore all’occhiello della manifestazione. Dal biologico al biodinamico, dai vini “naturali” a quelli “convenzionali”, ogni produttore  ha raccontato propria storia, la propria passione e il proprio modo di fare il vino, con la propria filosofia di produzione.

Non è un caso, dunque, se Avvinando, grazie alla crescita esponenziale di adesioni da parte delle migliori cantine vitivinicole del settore, si inserisce nel calendario delle manifestazioni di rilevante interesse per l’anno 2019 della Regione Siciliana, con una serie di eventi aperti al grande pubblico ideati per raccontare il mondo del vino in modo semplice ed appassionante.

Spazio anche al seminario dal tema “Lavoriamo ogni giorno per lasciare ai nostri figli un ambiente migliore del nostro” in occasione del quale si è parlato di sostenibilità nella vitivinicoltura siciliana con i referenti delle  cantine Cusumano, Tasca D’Almerita, Planeta attraverso il racconto del  progetto “SOStain” che accomuna  gli attori nella volontà di condividere buone pratiche agricole finalizzate al rispetto dell’ecosistema e all’assoluta trasparenza nei confronti del consumatore. Così attraverso 10 requisiti prestabiliti le aziende vitivinicole aderenti a questa idea potranno dare il loro contributo a realizzare l’ambìto obiettivo della sostenibilità ambientale limitando, o eliminando del tutto,  l’impatto che le “cattive pratiche” hanno sull’ambiente.

Domenica 12 si è svolto anche un interessante laboratorio della Cantina  Pellegrino dal titolo “Quattro grilli per la testa” in occasione del quale sono stati degustati quattro vini, tutti prodotti da uve Grillo. Il laboratorio condotto da Carla Spatafora, Brand Ambassador della cantina e da Luigi Salvo, delegato Ais di Palermo, è stato volto ad evidenziare come da uno stesso vitigno, il Grillo per l’appunto, si possano ottenere vini assolutamente  diversi non solo in base al diverso modo di produrli ma anche  in base al terreno di provenienza che, nel caso del principe dei vitigni siciliani a bacca bianca, essendo il più diffuso in Sicilia, diventa estremamente versatile ed in grado, contrariamente a quanto si credesse in passato, di reggere bene il tempo grazie ad una spiccata mineralità ed acidità conferita agli acini da alcuni terreni più vicini al mare. Questi i vini che abbiamo degustato.

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Il Salinaro 2018

Giallo Paglierino. Naso dai profumi intensi di gelsomini, pesca, pera, ortica e pepe verde. In bocca il sorso è fresco e sapido con un buon equilibrio e chiude con una discreta persistenza. Il sorso si trasforma intorno all’elemento sapido lasciando al palato un’impronta estremamente interessante.

 Gazzerotta Grillo Superiore 2017

Giallo paglierino intenso che  evidenzia la matrice argillosa del terreno. Naso complesso che va dai profumi di acacia  e ginestra alle note di frutta a polpa bianca.

Al palato regala un caleidoscopio di sensazioni. Il sorso, meno sapido del vino precendente, risulta, al contempo, più ampio ed orizzontale.Anche l’acidità risulta più composta e contenuta e regala una piacevole pienezza palatale. Presenta una struttura più corposa che ben si presta all’invecchiamento.

Marsala Vergine Soleras

Colore ambrato. Al naso offre un ampio spettro olfattivo che inizia con sentori umami di dado  e continua con note mielate e caramellate. In bocca è secco, sapido e il sorso armonico. Ben si presta ad abbinamenti inusuali con carni e formaggi e anche come aperitivo.

BIP Benjamin – Marsala Superiore Riserva Oro Dolce 2013

Colore  giallo paglierino carico. Naso con intense note floreali di ginestra e fiori d’arancio e sentori fruttati di albicocca secca  e datteri e tostati di noci e  mandorle.

In bocca il sorso è vivace e ammanta il palato con un bel film zuccherino che in chiusura non resta stucchevole grazie ad un finale di mandorla amara.

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