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Beviamoci sud: la riscossa dei grandi rossi del meridione

Beviamoci Sud al Radisson ES Hotel: il 1° festival dei vini rossi del sud Italia fa centro nel cuore dei romani

Aglianico, Gaglioppo, Primitivo, Nerello mascalese, Negramaro e tutti i grandi rossi del sud sono stati protagonisti assoluti a “Beviamoci Sud”, la due giorni enologica andata in scena al Radisson Es Hotel di Roma, tra sabato 1 e domenica 2 febbraio scorsi, raccogliendo oltre 1000 presenze.

L’evento nato dopo due edizioni di successo di “Aglianico a Roma”, è stato organizzato dall’agenzia Riserva Grande di Marco Cum, dal noto giornalista enogastronomico Luciano Pignataro, e da Andrea Petrini (autore del wineblog Percorsi di Vino), che insieme hanno deciso di creare nella Capitale il 1° festival dei vini rossi del Sud Italia, per offrire al pubblico dei winelover romani, la possibilità di apprezzare le mille sfumature che il pregiato panorama dei vini rossi del nostro meridione offre.

“Beviamoci Sud” ha rappresentato una preziosa opportunità per operatori e appassionati di degustare oltre 200 vini rossi provenienti da oltre 66 cantine provenienti Campania, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e in omaggio alla regione ospitante c’è stata anche una piccola delegazione di cantine del sud del Lazio, che hanno potuto così dare testimonianza della crescente importanza del Cesanese. In sala il servizio è stato affidato al personale della Scuola Europea per Sommelier, di cui l’agenzia Riserva Grande è la delegazione romana.

I nostri assaggi

Tra i banchetti d’assaggio a “Beviamoci Sud”, abbiamo quindi visto sfilare una selezione di etichette e cantine di grande pregio, ognuna coi propri cavalli di battaglia e la sua affascinante storia. Una carellata di vini tutti da conoscere, a partire da veri e propri cult come l’inimitabile Montevetrano di Silvia Imparato, per arrivare a piccole/grandi eccellenze da riscoprire come il susumaniello del Salento (tra i quali vi suggerisco di provare il Pietra IGT Salento 2018 – Menhir Salento), il Gaglioppo calabrese, o la Tintilia unico vitigno autoctono del Molise che dopo essere stato sull’orlo dell’estinzione vive ora una fase di riscoperta. Una riscoperta veramente felice a mio avviso, da celebrare con quelle di Claudio Cipressi, sue Macchia Rossa e Tintilia 66 Riserva Doc 2014, o bevendo la Tintilia Doc della Tenute Marta Rosa. Vini che semplicemente vi ricorderanno che il Molise esiste eccome, e per fortuna regala rossi di questo tipo.

Tra i Cesanese ci piace ricordare quelli dell’azienda agricola “L’Avventura” sopratutto l’elegantissimo Cesanese del Piglio Superiore DOCG “Amor” 2018: dal naso intenso di frutti rossi maturi, note di rosa rossa, rabarbaro e spezie. Morbido, pieno e avvolgente.

Inevitabilmente vasta la rappresentanza degli Aglianici provenienti da Basilicata Campania, Puglia e Molise. I più sorprendenti a mio giudizio restano però gli aglianici del beneventano: tra cui solo per fare un esempio, segnaliamo l’ottimo aglianico del Taburno DOCG ”24 carati” di Viticoltori San Martino (Cantine di Solopaca). Scendendo in Puglia ricordiamo il Nero di Troia “Sale della Terra” di Antica Enotria: un vino di grande equilibrio ed eleganza con profumi di frutta matura, spezie e di leggera tostatura. In bocca “Sale della Terra” denota una bella struttura e una certa freschezza, molto persistente termina con una delicata nota di vaniglia.

Infine tra gli assaggi di maggior rilievo non possiamo non menzionare il pluripremiato” Alberi in Piano” 2013 (medaglia di platino-95 punti su Decanter), simbolo della Cantina il Passo. Questo Aglianico del Vulture nasce a Barile, provincia di Potenza e concentra in sé tutta la forza e la mineralità di questo vulcano spento, ma anche tutta l’energia della signora Maria Grimolizzi, che insieme al marito Raffaele nel 2012, per diversificare la storica attività familiare di coltivatori di cereali, ha dato vita a questa piccola azienda vinicola, acquistando la vigna e una cantina scavata in una grotta naturale di tufo. Grazie alla collaborazione dell’enologo Fabio Mecca, è nato così “Alberi in Piano” (2-3 mesi in acciaio, poi tonneaux da 500lt): un rosso intenso che profuma di frutti rossi maturi, note di tabacco, cacao e vaniglia. Al palato è morbido, suadente, gradevolmente sapido, con una buona ampiezza e tannini eleganti. Un vino di autentico pregio, tutto da scoprire.

Nel nostro percorso non poteva mancare infine la Sicilia, con la Cantina Fazio operativa nella Doc Erice. Apprezziamo il loro Nero d’Avola,” Gabal”: un vino che al naso offre sentori di ribes nero, mirtillo e ciliegia e al sorso è fruttato, vellutato persistente. Ancora più interessante però è il loro Nerello Mescalese Castel Medio IGT Terre Siciliane, nato da una sperimentazione del vitigno in queste zone: un rosso pieno e vellutato con intense note di frutta rossa, che non ha nulla da invidiare ai cugini più noti dell’Etna.

I grandi rossi del Sud e gli altri seminari

L’agenzia Riserva Grande con le sue attività si propone da oltre 10 anni di promuovere la cultura del vino, perciò anche a “Beviamoci Sud” ampio spazio alla formazione, con 4 interessanti seminari tecnici moderati da Luciano Pignataro, che hanno visto salire in cattedra grandi produttori vinicoli e importanti enologi. 

Sabato è stata la volta del seminario “Sulle Ali Di Mercurio” dedicato all’esperienza dell’enologo Vincenzo Mercurio, e di “Negroamaro e Primitivo: la Puglia di Gianfranco Fino” a cura di Gianfranco Fino e Luciano Pignataro. Quest’ultimo è stato un seminario che ha voluto raccontare il lavoro di ricerca della qualità e di recupero della tradizione di Gianfranco Fino. Un percorso che ha fatto storia in Puglia, e che ha condotto Fino a produrre vini straordinari come il “Primitivo Es”, ma che più di tutto ha rappresentato il rilancio dell’intero territorio di Manduria.

Particolarmente interessante è stato il seminario di domenica pomeriggio, in cui il noto giornalista enogastronomico Pignataro ha accompagnato una classe di appassionati alla scoperta di 7 grandi rossi del Sud, ciascuno raccontato direttamente dalle parole del suo produttore in un entusiasmante viaggio tra le terre, le genti e i sapori del mezzogiorno. Si è trattato di un seminario di alto livello, dove è stato possibile mettere a confronto vini d’eccellenza tra i più rappresentativi di questi territori.  Questi i 7 grandi rossi in degustazione: Rosso Viola, Magliocco 2014 delle Cantine Viola; Magno Vegonio 2016 di Librandi; l’ottimo Negroamaro di Puglia Le Braci 2015 di Severino Garofano; l’inimitabile Monte Vetrano di Silvia Imparato, 2016; l’esemplare aglianico Taurasi di Tenuta Scuotto, 2013; il Don Luigi Riserva, di Di Maio Norante, 2015 ; e il Sigillo, di Cantine del Notaio, 2013.

Dopo questa interessante lezione, è stata la volta del seminario “Lo strano caso del Merlot in Irpinia: Verticale storica di Patrimo di Feudi San Gregorio” che ha concluso la rassegna, descrivendo il percorso evolutivo di questo storico vino e di questa importante azienda.

Beviamoci Sud: la riscossa delle “gemme vinicole” del mezzogiorno

Come ben testimoniano questi seminari, il pregio di Beviamoci Sud in conclusione, è stato portare a conoscenza anche del pubblico meno esperto, il vero spessore della produzione enologica meridionale, dando risalto a un patrimonio di vini di primissimo piano e unico al mondo.  A causa di alcune difficoltà di allevamento e vinificazione, infatti molti vini del sud per molto tempo sono stati “bistrattati” creando pregiudizi duri da scardinare, che hanno minato la fama di questi incredibili vini, ma grazie all’ impegno di una serie di produttori più lungimiranti e accorti le cose sono cambiate, e i vini rossi del sud cominciano a ricevere tutti i favori che meritano. Tutto questo è stato ben delineato da questa kermesse enoica, e spente le luci su questa fortunata edizione, Beviamoci Sud raddoppierà: infatti Andrea Petrini dal suo profilo Facebook ha già lanciato l’invito agli appassionati a prepararsi in vista di Beviamoci Sud “Summer Edition”, dove gli organizzatori vorrebbero presentare questa volta solo i grandi bianchi del Sud. Marco Cum invece ha dichiarato (sulle pagine del Faroonline.it) che probabilmente per il 6 e 7 febbraio 2021 ci sarà una nuova edizione dedicata ai rossi. In attesa di conferme e date precise ai winelover romani non resta che berci sud!

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