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Blu European Festival, dai borghi dei pescatori arriva il Made in Europe

Blu European Festival

Promozione dei piccoli borghi di pescatori, recupero dell’identità territoriale e protezione del mare. Questi gli obiettivi del Blu European Festival, il progetto presentato alla stampa con un wine tasting digitale.

Dopo la Brexit l’Europa deve guardare avanti. Per rafforzare e rinnovare lo spirito comunitario un po’ malconcio è necessario creare un brand che punti al “made in Europe”.

Il tentativo parte dal basso. Le prove tecniche, per ora solo in remoto, si sono svolte dal 16 al 22 febbraio in occasione del Blu European Festival. Un programma di iniziative contemporanee che coinvolge sei paesi europei e sei città che si affacciano sul mare: Pyrgos in Grecia, Bermeo in Spagna, Viana do Castelo in Portogallo, Durres in Albania, Herceg Novi in Montenegro e Gallipoli in Italia.

Gli obiettivi sono la promozione dei piccoli borghi di pescatori, il recupero della propria identità e la protezione del mare.

Blu European Festival

Il progetto

Il progetto è cofinanziato dal programma COSME dell’Unione Europea. Quando l’emergenza sanitaria sarà solo un brutto ricordo, il festival si trasferirà nel mondo reale e aprirà le porte al pubblico, nelle stesse date,  nei sei stati. Ampi spazi saranno dedicati alle industrie culturali e creative, musica, letteratura, arte, al food e all’artigianato.

In questa prima fase sono state individuate le comunità di pescatori locali che ospitaranno il festival, si è discusso di lavoro, cultura e cooperazione per rilanciare lo sviluppo, per fare rete e ripensare il turismo con la destagionalizzazione dell’offerta nascosta di pesca e turismo costiero in Europa. La domanda cruciale è come poter prolungare la permanenza del turista? Seguendo le orme dell’enoturismo, valorizzando le tradizioni gastronomiche e prendendo l’ospite per la gola.

Le attività di promozione sono partite la scorsa estate con un contest social su instagram che sotto l’hashtag #blumemories ha raccolto centinaia di fotografie che hanno raccontato pezzi della storia delle località marine delle sei nazioni coinvolte nel progetto.

«Abbiamo chiesto di far ricorso alle proprie emozioni – commenta Michelangelo De Palma Amministratore di Agriplan il player internazionale del progetto – perché volevamo che da questo lavoro partito dalla base si potesse ricostruire la memoria storica delle comunità di pesca, momenti di vita reale da proiettare nel vero senso della parola nel futuro».

Un solo paletto, le fotografie recuperate dagli archivi dovevano essere state scattate entro il 1992, data della firma del trattato di Maastricht, che ha sancito la nascita dell’Unione Europea. Il racconto fotografico, dopo una selezione che ha portato alla selezione di una ventina di fotografie, sarà esposto nella Galleria dei Due Mari di Gallipoli, in prossimità del Castello, e qualora a causa delle prescrizioni imposte dal Dpcm non fosse possibile aprirla al pubblico, sarà riproposta in occasione della “Settimana della Cultura del Mare” prevista sempre a Gallipoli nel mese di Giugno.

Le degustazioni

Per presentare alla stampa i risultati di questo primo stadio e dare un assaggio delle prelibattezze locali è stato organizzato un percorso di accostamento food e wine.

I vini

Da Pyrgos Kallisto 2019, vino bianco prodotto da uve assyrtiko e ribolla. Colore giallo paglierino, al naso intense note agrumate, miele di acacia  e resina. Fresco, leggermente sapido. In abbinamento olive da tavola catalane.

Da Bermeo Txakolí Gorka Izagirre, vino bianco ottenuto da due varietà autoctone hondarrabi zuri e hondarrabi zerratia. Minerale, aromatico e fruttato con delicate note iodate. Gusto citrino, ideale con i piatti di pesce. In abbinamento il tonno pinna gialla di Bermeo.

Da Gallipoli Rosa del Golfo 2019, rosato da uve negroamaro con vinificazione in acciaio. E’ una delle migliori espressioni tra i rosè del Salento. Profumi floreali, fresco fruttato. In abbinamento il tarallino di Gallipoli.

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