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Bucavino: tuffo nel passato, tra ricette della nonna e vini di qualità

Bucavino

Al Bucavino a Roma c’è un nuovo menù, ispirato ad un antico ricettario di famiglia riemerso durante il lockdown, che vi farà sentire come a pranzo dalla nonna.

Bucavino è un piccolo ristorantino di quartiere, a Roma, dove ci si sente subito a casa propria. Accolti con il sorriso, tra il profumo del pane appena sfornato e i sapori di una cucina laziale autentica rivisitata con un pizzico di raffinatezza, che evoca i pranzi della domenica in famiglia.

Il locale

Incorniciata da un rigoglioso rampicante, ecco che appare al civico 45 di Via Po la sua piccola porticina, con l’insegna ”Hosteria Bucavino” ben illuminata, nei pressi delle fiabesche architetture del quartiere Coppedè.

Nonostante il locale si trovi al di sotto del livello stradale, varcata la sua soglia ci si ritrova in un ambiente intimo e sorprendentemente luminoso, dove è impossibile non farsi avvolgere da una piacevole atmosfera casalinga, che ci proietta con la fantasia nella tavernetta di una dimora di campagna.

50 coperti distribuiti in tre piccole e romantiche sale in stile shabby chic, dall’aspetto elegantemente informale. Gli spazi sono arredati nei toni del bianco e del beige, i pavimenti sono in parquet e cotto, mentre qua e là si intravedono i muri con blocchi di tufo a vista, i tavoli e le sedie in legno, mentre tutt’intorno si possono cogliere piccoli dettagli leziosi. Alle pareti diplomi e bottiglie di vino, che fanno capire subito, che qui oltre a mangiare, si beve bene.

La cucina e la sala

Alla guida del ristorante Andrea e Francesca Romana Palmieri, due fratelli molto affiatati e solari, un tempo lontanissimi da questo mondo. Lui ai fornelli è un ex studente di medicina con un passato da broker finanziario. Oggi dopo 15 anni d’esperienza è chef e docente di cucina. Lei invece è sommelier Fis ma un tempo sognava di fare la regista, ora si occupa della cantina e di coordinare il servizio in sala.

BucaVino era di proprietà di un mio caro amico. – dichiara Francesca Romana – Quando abbiamo saputo che era in vendita, l’abbiamo preso in gestione con mio fratello”

Ad avvicinarli a questo mondo, una grande passione per la buona tavola, trasmessagli proprio dai nonni. “Noi siamo cresciuti a Roma ma la nostra famiglia è di Leonessa, nel reatino. Qui mio nonno faceva il maître di sala, quando ancora fare questo mestiere significava essere un semplice cameriere. Con la sua determinazione e il suo impegno – spiega Francesca Romana – è riuscito a nobilitare il suo ruolo e farlo sembrare ai nostri occhi di bambini il più bello del mondo”.

Passione per la buona cucina, amore per la convivialità e i piatti della tradizione. Un vissuto genuino, che da 7 anni Andrea e Francesca Romana riescono a comunicare in ogni dettaglio in questo ristorante, che è oggi la loro casa, e un po’ anche quella dei tanti clienti abituali, che vengono qui proprio per assaporare quell’atmosfera familiare.

Il nuovo menù e il ricettario ritrovato

Una passione e un’atmosfera che si ritrova nel piatto, soprattutto ora con il nuovo menù, ispirato a un antico ricettario della nonna, ritrovato durante il recente lockdown da Andrea.

La domenica, seduti davanti alla stufa, fremevamo in attesa che il pranzo della nonna fosse pronto” raccontano i fratelli Palmieri, con un velo di nostalgia. Lo chef Palmieri ha preso spunto così da quei ricordi e quei piatti, traducendo quell’emozione in una serie di piatti di cucina casalinga romana tradizionale, con alcune rivisitazioni originali.

La parola d’ordine qui non è stupire, magari con abbinamenti audaci o sperimentazioni culinarie, ma coccolare il palato con i sapori semplici di un comfort food, che rassicura e appaga corpo e spirito, caldo come l’abbraccio della nonna.

La nuova carta del Bucavino conta adesso otto antipasti, sei primi, sei secondi e sette dolci. Tra gli antipasti spiccano classici come i buonissimi Fiori di Zucca Fritti con Bufala D.O.P.e Acciughe (8,00 euro, per due), i Filetti di Baccalà o la Trippa alla romana (9,00 euro). Ma c’è anche il tipico Tagliere di Salumi e Formaggi, con Prosciutto Cinta Senese, Finocchiona, Lardo, Bufala D.O.P., Pecorino (14,00 euro), e non manca un pizzico di originalità con Alici e Puntarelle Fritte (10,00 euro).

bucavino

Naturalmente tra i primi non possono mancare i 4 cavalli di battaglia della tradizione capitolina (gricia, carbonara, cacio e pepe, e amatriciana), cui si aggiungono un primo di pesce, e uno che cambia a seconda dell’estro dello chef Palmieri (prezzi dai 10,00 ai 18,00 euro).

Scorrendo la lista dei secondi (dai 15 ai 21 euro) continua il viaggio nel passato con fulgidi esempi di cucina della tradizione laziale, come il Petto alla fornara con patate al forno, l’Abbacchio con i carciofi, il Pollo alla cacciatora, la Fettina Panata, le polpette al sugo con il purè e il Maialino con le patate arrosto. Tutto è espresso dal Puré ottenuto a partire da patate di Leonessa, burro, parmigiano e latte, alla linea dei lievitati esclusivamente fatta in casa, fino ai dolci, con tanto di dedica speciale anche per la nonna: “Ricordo benissimo la sua cena: caffè latte e biscotti. Ho trasformato questa tazza fumante nel nostro Gelato al caffè latte con Osvego” specifica lo chef.

Tra i dolci troviamo la Zuppa inglese, la Crostata di Visciole, il Crème caramel all’arancia, il Tiramisù con gli Osvego e, per omaggiare Roma, il Maritozzo con la panna. A parte una sfiziosa linea di Sorbetti con gusti variegati in base alla frutta di stagione: Arancia, zenzero e vaniglia, Banana, Fragole e limone oppure Fichi.

I vini

La carta dei vini, realizzata da Francesca Romana Palmieri, ruota intorno a circa quaranta etichette con vitigni da tutta l’Italia e una particolare attenzione riservata alle nuove realtà e a chi rispetta il territorio. Tra le buone pratiche di BucaVino: la possibilità di portar via la bottiglia non terminata a tavola oltre alla vendita a scaffale per chi volesse acquistare in loco il vino a un prezzo da enoteca.

La Ristocceria

Infine vi segnaliamo che, se considerato il periodo particolare non avete voglia di uscire, Bucavino è anche “Ristocceria”: ovvero la traslazione del ristorante in versione rosticceria da asporto. Per chi desidera mangiare a casa infatti è possibile ordinare pollo, patate, lasagne e tante altre specialità al numero 06.8412803, e ritirarli direttamente presso il ristorante.

La nostra esperienza da BucaVino

Siamo stati accolti da una sorridente Francesca Romana nella sala più ampia, con una bella bollicina e uno sfizioso benvenuto a base di buccia di patate fritta e maionese al lime (in carta a 5 euro). Nel calice la sommelier ci ha fatto trovare un graditissimo Trento Extra Brut DOC “Cuvée N°4” 2015 – Etyssa: fresco, sapido, ben bilanciato in acidità, un vino che con i suoi profumi fruttati e di fiori bianchi, è l’ideale per accompagnare l’aperitivo. In tavola, un delizioso pane fresco (home made) da lievito madre.

Ci accomodiamo e iniziamo con una carrellata di antipasti: ottimi i classici fiori di zucca fritti, asciutti, croccanti e dal ripieno ricco e goloso, seguono le più originali Polpettine di Melanzane affumicate con calamaro marinato al Lime, che ci conquistano col guscio croccante e il cuore fondente di melanzana e provola affumicata. Il loro gusto dolcemente fumé si sposa perfettamente con il calamaro tagliato a julienne sulla cima, appena rinfrescato da una grattata di lime. Da provare. Assaggiamo anche le zucchine, ripiene di carne gustose e saporite, ma c’è anche la Trippa alla romana, col sugo, la menta e il pecorino, molto apprezzata dai commensali.

Al momento del primo ci viene servita una Cacio e Pepe squisita, eseguita perfettamente, e molto delicata al palato: la pasta cotta a regola d’arte, era avvolta in una cremina di formaggio setosa e vellutata, ben punteggiata dalla gradevole speziatura del pepe fresco macinato. Proviamo anche la Carbonara, preparata mantecando direttamente sul fuoco l’uovo, insieme ad abbondante pecorino e parmigiano, per ottenere una simil crema inglese, un’emulsione che lega molto efficacemente la pasta, mentre sotto ai denti la gradevole la consistenza del guanciale tagliato sottile, offre una piacevole croccantezza. La mezza manica al dente è in effetti ben nappata dalla cremina così ottenuta, tuttavia il gusto della carbonara, nella sua piacevolezza, ci sembra connotato da uno stile in cui si dà risalto soprattutto al formaggio, a discapito del sapore vero delle uova, che risulta più sfumato.

Accompagniamo i primi correttamente, con il Frascati Superiore ‘496’ De Sanctis 2019, un bianco tipico della tradizione laziale, prodotto con i due vitigni più diffusi sul territorio: il Trebbiano toscano e la Malvasia di Candia. Il 496 di De Sanctis, è un bianco fresco e morbido, di buona intensità, leggermente aromatico, che si fa apprezzare per l’armonia e la piacevolezza di beva.

Arrivano in tavola i secondi, tra cui prediligiamo: il Vitello tonnato con la salsa ruvida, profumata di capperi, sulla carne tenera e succosa, e il Maialino con le patate arrosto, questo, a mio avviso, tra i migliori piatti della serata. Il maialino infatti si scioglie in bocca, la sua carne profumata solo con aglio e rosmarino, viene cotta a bassa temperatura per una notte e così resta tenerissima ed umida, successivamente il maiale viene fatto rosolare dalla parte della pelle per ottenere quell’irrinunciabile crosticina croccante, che lo rende una vera goduria.

Buone anche se lievemente sapide le Polpette al Sugo della Mamma, vero comfort food della domenica, morbidissime a base di carne di vitella. Annaffiamo i secondi con un egregio Bolgheri Rosso ‘Villa Donoratico’ Tenuta Argentiera 2017, un rosso complesso e intenso, dai sentori di frutti bosco, spezie e note di cacao e caffè. Setoso e raffinato, morbido, fresco e di buona persistenza, è un abbinamento che esalta queste carni.

Al dessert chiudiamo rievocando i compleanni dell’infanzia, quando appare in tavola una golosissima torta con candeline, una Zuppa inglese, ricoperta di panna e codette colorate: dentro strati di crema e cioccolato, alternati a fette di soffice ciambellone all’ olio extravergine di oliva, bagnato all’alchermes. Buono il Tiramisù con gli Osvego, ma meritano una menzione a parte i Maritozzi con la panna: fatti in casa soffici come nuvole, impreziositi con uvetta e pinoli, come da ricetta autentica del maritozzo quaresimale romano. Farciti con una panna fresca leggera, ammaliano con una dolcezza ben bilanciata e mai stucchevole. Un vero must dopo cena. In abbinamento ai dolci un bicchierino di Ad nonam passito IGT del Veneto 2016: vellutato, dolce e cremoso, è il sigillo perfetto a questa gradevole cena sull’ onda del ricordo.

Mangiare al Bucavino in una piovosa serata d’autunno, ci ha offerto così la possibilità di rivivere ad ogni boccone quelle domeniche dalla nonna, tanto simili alle nostre, che i fratelli Palmieri ci hanno raccontato con un velo di nostalgia. Un’ esperienza da ripetere, per chiunque cerchi i “sapori di casa”.

Info utili

BucaVino
Via Po, 45A, 00198 Roma
Tel: 06 841 2803
Sito

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