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Davide Rangoni e la rinascita del Garda

Davide Rangoni, da Madonna di Campiglio approda a Torri del Benaco con una nuova avventura al ristorante Sulphur.

Davide Rangoni: autodidatta, studi tecnici, veneto, classe 1979, si muove tra le montagne del Trentino e il Lago di Garda, mantenendo fede al patto ancestrale con i territori che ama, rispetta e che cerca di esplorare andando sempre di più nella loro profondità.

La struttura, quella di base, la fa in “trincea” lavorando, sin da molto giovane, nei ristoranti della cucina e della tradizione veneta.

La svolta nel 2007 come chef di partita da Igles Corelli:Sarà sempre il mio maestro. I suoi insegnamenti mi hanno plasmato prima come uomo e in ultimo come cuoco”. Dalla cucina del suo mentore a chef di partita con Bruno Barbieri e Moreno Cedroni, a sous chef con Andrea Costantini e Giuseppe D’Aquino.

E oggi si sposta dalla stella del ristorante “Dolomieu”, all’interno dell’Hotel DV Chalet Boutique Hotel e SPA della famiglia Zambotti, per la nuova sfida lanciata dalla famiglia Consolini dell’hotel Al Caminetto di Torri del Benaco.

Lo abbiamo intervistato per capire in questo fermento, quale prospettive ci saranno per la stagione estiva sul Lago di Garda.

Quale sarà i futuro della ristorazione gourmet?

“Per chi ha sempre creduto nelle risorse umane sarà più facile, sono loro che trasmettono le giuste sensazioni, la passione e dedizione, saranno la carta vincente. La ristorazione ha bisogno di ritrovare l’equilibrio e dare serenità al cliente”.

Quali sono le prospettive per la prossima estate?

“Le mie sono molto positive visto anche il nuovo incarico sul Lago di Garda in concomitanza con quello estivo a Madonna di Campiglio, dove non vediamo l’ora di riaprire, visto che nella stagione invernale non è
stato possibile nemmeno per un giorno”.

Quando pensi sarà possibile tornare a pieno regime?

“L’ estate secondo me sarà solo un inizio, sicuramente un’ esplosione di ristoranti, soprattutto all’aperto, con la voglia di evadere. Dovremmo stare ancora attenti. Spero in un equilibrato inverno dove anche il comparto turismo della montagna possa lavorare e dare un po’ di normalità, la primavera 2022 sarà la vera svolta”.

Sei soddisfatto degli aiuti promessi dal governo, hai dovuto mettere tutti in cassa integrazione in questo periodo?

“Le imprese nel nostro comparto, ormai è noto a tutti, hanno subito molto duramente queste restrizioni. Sicuramente non è facile incontrare i giusti ristori per tutti, ma se fosse stata usata un po’ più di coerenza nel considerare le spese che, comunque da chiusi le impresa devono affrontare, sarebbe stato più giusto. Senza entrare nel merito del sistema usato per i ristori in base al fatturato perso, che ritengo assolutamente aberrante. Speriamo in un ulteriore sforzo da parte del Governo. Purtroppo, dopo l’estate come anche prima, abbiamo dovuto ricorrere alla Cassa integrazione per i nostri collaboratori, io compreso”.

La tua proposta gastronomica è cambiata pre e post lockdown? Hai fatto delivery?

“Non abbiamo cambiato nulla. Credo che sia giusto far ritrovare al commensale che sicuramente cerca quel momento di serenità di quando si approccia al ristorante. Purtroppo a Madonna di Campiglio senza il turismo è troppa poca l’utenza per pensare di dare un servizio di delivery”.

Come sarà il futuro della ristorazione?

“Secondo il mio punto di vista sarà di ottima ripresa, il ristorante e l’hotel sono sempre stati un momento di relax, divertimento, cultura e socializzazione. Visto i vincoli avuti nell’ultimo anno, abbiamo bisogno tutti di riavere queste sensazioni”.

Nel 2021 la formula di ristorazione gourmet sarà ancora vincente o rischiamo di tendere verso una cucina più popolare?

“L’attuale modo di vivere ha fatto sì che ogni uno di noi abbia manipolato e cucinato il buon cibo popolare a casa. Nel momento che potremmo goderci un ristorante, sarà sicuramente un’emozione diversa avere una proposta gourmet”.

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