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Fondazione Cotarella e la Lotta possibile ai Disturbi Alimentari. Guarire? Insieme si può!

La Fondazione Cotarella, motore propulsor e partner dell’evento “Orvieto, Città del Gusto, dell’Arte e del Lavoro”, ha creato un nuovo terreno per generare sinergie capaci di valorizzare t tanti contenuti dello “scrigno Umbria”, ma anche quello per affrontare temi delicati legati al mondo del cibo.

È per questa via che Orvieto si è colorata di lilla per accogliere il Convegno “Alimentarsi di vita: il rapporto con l’ambiente, con la natura e con il cibo”. Un coinvolto approfondimento sui disturbi dell’alimentazione che ha offerto diverse angolazioni di lettura e molteplici spunti di riflessione. Cerchiamo di capire insieme come lottare e a chi rivolgersi per vincere.

L’evento interdisciplinare “Orvieto, Città del Gusto, dell’Arte e del Lavoro”, che ha animato la bella città umbra dal 24 Settembre al 3 Ottobre, ha avuto il grande merito di favorire l’incontro e l’armonizzazione tra bellezze artistiche, enogastronomia, tematiche di attualità e mondo del lavoro.

Grazie all’impegno di Fondazione Cotarella – fortemente voluta Dominga, Marta ed Enrica Cotarella per rendere il mondo un luogo migliore anche attraverso la ri/conquista di un sano rapporto con cibo e natura – l’articolata manifestazione ha preso le mosse di un Rinascimento umbro e di una fedele, quanto concreta, volontà e affermazione della vita proattiva su quella contemplativa. Di passare quindi dalle parole ai fatti.

Tanti i temi affrontati, anche difficili, delicati, spigolosi, come quelli inerenti ai disturbi alimentari (Dca). Una patologia che accomuna non solo giovani donne ossessionate dallo specchio, ma ha cominciato ad essere una terra “abitata” da oltre tre milioni di persone impegnate a combattere la propria battaglia quotidiana con la tavola.

Disfunzioni complesse, sempre più diffuse, caratterizzate da un rapporto inquinato con il cibo e da un’eccessiva preoccupazione per il peso con relativa percezione alterata dell’immagine corporea che abbraccia, o meglio respinge, la solidità dell’autostima, colonna portante di ciascuno di noi.

Fondazione Cotarella nasce da un’esperienza che mi ha toccato da vicino in qualità di mamma. La malattia di un figlio è sempre un evento difficile da affrontare e per me è stato uno stimolo, una nuova energia che deriva dalla presa di coscienza di come si possano affrontare a viso aperto anche i momenti più complicati.

Fondazione è il mio modo per non dimenticare e aiutare chi deve affrontare una malattia come quella dei disturbi alimentari. 

Dominga Cotarella – Fondatrice e Consigliere di Amministrazione di Fondazione Cotarella

Orvieto, tutta decorata con fiocchetti color lilla, simbolo della lotta all’anoressia, alla bulimia, ai disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, ha ospitato nel Palazzo del Popolo il partecipato convegno che è “stato un viaggio a più voci, tra condivisioni e sfumature di vita che hanno regalato al pubblico presente molti spunti su cui riflettere” commenta Paolo Vizzari, narratore gastronomico che ha moderato gli stimati relatori sul palco, ognuno con un tema da approfondire e storie personali da raccontare.

A dare il via al convegno i saluti del Sindaco Roberta Tardani, orgoglioso di una città colorata di lilla e di dare attenzione ad un tema molto sentito.

Era importante e coerente inserire un workshop del genere in una manifestazione che parla di bellezza ed enogastronomia perché parliamo di qualità di vita di cui questo territorio si può fregiare.

Con Fondazione Cotarella vogliamo dare un messaggio importante ai giovani che devono trovare nei loro luoghi di vita uno degli strumenti per superare le difficoltà.

Il primo intervento “Paura del cibo, paura del mondo” ha visto la Dott.ssa Laura dalla Ragione, psichiatra e psicoterapeuta – che ha fondato e dirige la rete per i disturbi del comportamento alimentare della USL 1 dell’Umbria – ha specificato come i disturbi alimentari siano una malattia dell’anima e un attacco al corpo perché si ha paura di vivere nel mondo.

In questo momento ci sono 3.000.000 di persone malate di disturbi alimentari e la pandemia ha aggravato la situazione con un 30% in più di nuovi casi, abbassato l’età alla fascia pre adolescenziale (10-14 anni), si sono manifestati esordi tardivi di chi non è più un ragazzino, e alzato la percentuale di soggetti maschili (+20%).

È fondamentale fare prevenzione, diagnosi precoci e curarsi. Dobbiamo continuare a sensibilizzare come abbiamo fatto oggi grazie a Fondazione Cotarella e l’Associazione Animenta.

Dott.ssa Laura Dalla Ragione

“La cura infinita” è stato invece il tema della Prof.ssa. Anna Ogliari -membro associato di psicologia clinica, responsabile del servizio di psicopatologia dello sviluppo presso il centro disturbi del comportamento alimentare dell’ Ospedale San Raffaele Turro – che ha ribadito il concetto dell’importanza della cura e quella di trovare delle strutture rispettose della patologia che includano un approccio empatico, di alleanza e alchimia tra l’equipe medica e paziente.

Margherita Viccardi, membro del Direttivo dell’Associazione “Mi Nutro di Vita”, ha raccontato la propria esperienza di mamma e capovolto la prospettiva. Perchè le patologie alimentari sono difficili da affronatre anche per i genitori, spesso spaesati di fronte alla profondità emotiva tradotta dai disturbi. Per affrontarli con serenità è fondamentale conoscerla al meglio e ricordarsi sempre che guarire si può.

Non c’è un manuale, non ci sono risposte, alcune Asl non sono preparate e non sai dove trovare risposte e quale strada prendere. Bisogna, in questo caso, avere il coraggio di chiedere aiuto a chi può dartelo. Queste associazioni, come quella di cui faccio parte, ti aiutano ad accettare la patologia ed affrontarla malgrado la rabbia. Con il supporto e il confronto si deve poter guarire.

In collegamento video Valentina Dallari, DJ e autrice di “Non mi sono mai piaciuta” e “Uroboro”, ha voluto parlare del Kintsugi – L’oro delle cicatrici:

In Giappone, quando un oggetto in ceramica si rompe, lo si ripara con l’oro, poiché si è convinti che un vaso rotto possa divenire ancora più bello di quanto già non lo fosse in origine. Questa filosofia, molto distante da noi, vuole dare la possibilità a chi, come me, si è ammalato di disturbi alimentari, di comprendere più a fondo sé stesso e di reinventarsi ridisegnando la propria esistenza.

Uscire dalla malattia mi aiuta a curare le mie ferite più profonde perché sono convinta che dal dolore ne uscirà un fiore meraviglioso. Mi sento rotta e con una crepa dorata che simboleggia il mio percorso.

“Un racconto di speranza attraverso i social media”. Così un’emozionata Martina Domenicali, content creator e attivista per la salute mentale, ha raccontato di quanto i social siano stati per lei uno strumento importante perché mi hanno permesso di raccontare la mia storia. Ho sofferto di disturbi alimentari per 6 anni, dai 14 ai 20, e sono guarita recentemente ribellandomi alla cronicità della malattia che ti limita, mentre io volevo essere un soldato in prima linea per combattere, ripartire e vivere una vita viva e piena.

I media sono un megafono per diffondere informazioni e i social possono essere usati per lanciare un messaggio importante di speranza. Ho deciso di usarli, visto che ho 100.000 follower, per aiutare i ragazzi e le ragazze a non sentirsi soli, per dimostrare che è possibile chiedere aiuto e ricominciare a vivere una vita meravigliosa malgrado le cicatrici.

Una storia di speranza che si ricollega anche alle parole di Federica Bartolini, vicepresidente Uisp Umbria APS, che ha ribadito quanto siano essenziali i progetti di inclusione e quanto sia importante un corpo sano e in salute, e a quelle di Aurora Caporossi, founder & presidente dell’Associazione Animenta, un luogo in cui ogni storia è accolta e il giudizio è bandito.

Un’associazione nata dalle storie di chi è guarito e che dà speranza a chiunque di potercela fare, perché chi soffre di disturbi alimentari ha un profondo senso di solitudine.

Fondamentale è riappropriarsi di un rapporto sano con il cibo e su proncipio è nato il rapporto con Fondazione Cotarella.

Da questa uninone di intenti è nato un progetto di laboratori di cucina presso alcuni ristoranti italiani dove, grazie al supporto di Paolo Vizzari, i ragazzi malati di disturbi alimentari posso compiere un viaggio nel gusto attraverso ingredienti e assaggi dei piatti creati dallo chef. Perchè guarire dalle malattie del comportamento alimentare si può, la strada è lunga, difficile e piena di insidie, ma la ricompensa è molto più grande, la ricompensa è una nuova Vita!

Una domenica intensa e ricca di racconti, letture, numeri, dati e grandi emozioni dedicate alle famiglie che vivono intorno a chi soffre di queste malattie e a chi ha voglia di ascoltare qualcosa di più su un disturbo da cui si può guarire.

Fondazione Cotarella

Fondazione Cotarella nasce nel 2021 dalla passione e dalla determinazione di tre donne, Dominga, Marta ed Enrica Cotarella, terza generazione della famiglia Cotarella. Fondazione è consapevole della grande sfida: far conoscere i disturbi alimentari, costruire attività per prevenirli e soprattutto lavorare con i giovani, con le famiglie, con i professionisti per costruire una fitta rete di relazioni che abbiano come obiettivo la condivisione di valori e la csotruzione di un nuovo sano equilibrio tra cibo, persone e territori.

L’obiettivo è fare rete con serietà e costruire percorsi che possano supportare nel momento pre e post cura le famiglie e i malati di disturbi alimentari. Così ha detto Ruggero Parrotto, direttore di Fondazione Cotarella, che ha spiegato come Fondazione Cotarella voglia realizzare progetti reali di prevenzione e formazione con bambini, ragazzi e genitori, creando connessioni e sinergie, centri di accoglienza che parlino di natura, lavoro, argomenti altri dalla malattia.

Vincere la sfida è l’unico modo per rendere la nostra vita illuminante e l’obiettivo di Fondazione Cotarella è illuminare la vita dei giovani. Sono certa che ci riusciremo al 100%.

Dominga Cotarella

Per maggiori informazioni:

https://www.instagram.com/fondazione_cotarella/

https://www.facebook.com/fondazionecotarella

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