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Il paese dei limoni: Manuela Soressi racconta storie e profumi del re degli arumi

È stato presentato a Roma, negli spazi del Mercato Centrale, il nuovo libro, edito da Trenta Editore, di Manuela Soressi dedicato al re degli agrumi italiani, Il Paese dei Limoni.

Goethe ha definito l’Italia “il Pese dei limoni” ma se, da una parte, deteniamo il record per numero di produzioni (ben sette) tutelate dall’Unione Europea, dall’altra sappiamo ancora poco di questo meraviglioso superfood. Quali sono le sue virtù salutistiche? Da cosa deriva il nome?

A queste e ad altre domande ha provato a rispondere Manuela Soressi, gionalista enogastronomica che collabora con diverse testate di settore, autrice del libro Il Paese dei Limoni edito da Trenta Editore e presentato a Roma negli spazi del Mercato Centrale.

“Il libro nasce dalla mia passione per i limoni”, spiega Soressi, “ma anche dalla constatazione, come giornalista, dell’assenza di un libro che raccogliesse tutte le 7 tipologie di limoni italiani tutelate dalla Igp, un vero record europeo. Non vuole essere un manuale per addetti ai lavori perché io non sono né un’agronoma né una botanica ma solo una consumatrice curiosa e una giornalista che ama raccontare i prodotti alimentari. Dietro i limoni italiani c’è un mondo di storie bellissime: ho cercato quindi di rendere accattivanti una serie di informazioni, mettendo insieme stimoli e suggestioni, che possano contribuire a cambiare il nostro modo di guardare questi agrumi. E a chiederci, al momento della spesa, che limoni siano quelli dentro la retina che mettiamo distrattamente nel carrello. Dando loro finalmente il valore che meritano”.

Il libro vuole dunque raccontare storia, legami con il territorio e curiosità dei limoni tipici italiani. Una monografia, dunque, corredata di ricette e immagini della food blogger Ramona Pizzano e della prefazione di Paolo De Castro, europarlamentare, docente presso l’Università degli Studi di Bologna e già ministro delle Politiche agricole.

In una sorta di identikit mai fatto prima, ecco dunque la carta d’identità del Limone Costa d’Amalfi Igp, tesoro dei “marinai contadini” della Costiera, coltivato su terrazze giardino (e finito anche sulla torta nuziale del principe Harry e di Meghan Markle); dell’Interdonato Messina Igp, frutto “garibaldino” creato da un colonnello di metà ‘800 e del generoso Siracusa Igp, disponibile sugli alberi tutto l’anno, il più trasformista tra tutti i siciliani. Ma anche quella del Femminello del Gargano Igp, il più antico e longevo d’Italia, allevato nell’oasi agrumaria del Gargano, in Puglia, del Sorrento Igp, agrume “sotto copertura” che vegeta all’ombra dei pergolati, e del Rocca Imperiale Igp, ricchissimo di limonene, privo di semi e unico a provenire dal territorio di un solo comune, in provincia di Cosenza. Per chiudere con quella dell’Etna Igp, la cui buccia in estate si tinge naturalmente di verde, dando vita al succoso Verdello.

7  limoni per 7 territori insomma, di cui ognuno ha contribuito a disegnare anima, panorami e sapori in tavola. Coltivati da secoli artigianalmente con elevati standard di qualità, in base a rigorosi disciplinari, ma in quantitativi limitati e con una insufficiente diffusione sul piano commerciale.

Ed è proprio in questa carenza di cultura intorno al mondo dei limoni che si posiziona il libro, finalizzato a fornire non solo curiosità, ricette e informazioni ma anche consigli per la conservazione e, soprattutto, per l’acquisto. Perché, nonostante la vasta offerta, in Italia si comprano pochi limoni realmente prodotti nel paese. Su 100 limoni venduti, ben 27 sono d’importazione non solo dall’area mediterranea (Spagna, il primo produttore europeo, oltre che Tunisia e Turchia), ma anche dall’Argentina e dal Sudafrica, creando un notevole danno ai limonicoltori italiani.

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