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“La Tavola della Befana italiana”: quali sono i piatti tipici regionali?

Per il giorno dell’Epifania non esiste un vero e proprio menù tradizionale, semmai una serie di ricette regionali rituali e di buon auspicio. Scopriamo quali!

L’Epifania, si sa, tutte le feste si porta via. Ma non la voglia di stare a tavola, anzi. Mentre i bambini ricevono doni, dolciumi in calza o carbone, le mamme operose si ritrovano in cucina alle prese con manicaretti e ricette del buon auspicio. Ma cosa si trova sulla “Tavola della Befana italiana”? Quali sono i piatti tipici? Come accade sempre in Italia, le specialità sono regionali.

Per il giorno dell’Epifania, si cucinano piatti elaborati e stuzzicanti. Ci sono sicuramente tanti dolci, ma non mancano le ricette salate tra primi piatti, secondi di carne o di pesce e fritti.

Iniziamo dalla Puglia dove si preparano le pettole, delle piccole nuvole di pasta lievitata e fritta, che possono essere dolci, accompagnate da miele o zucchero, ma anche salate, da gustare come antipasto. Il ripieno può essere di olive nere e verdi, di olive e acciughe, di olive e baccalà. Oppure si possono lasciare senza ripieno e accompagnarle, una volta cotte, con della salsa di pomodoro

Tradizionalmente in tavola, per il giorno della Befana, non può mancare un primo piatto importante. Che di solito è una lasagna. Ecco perché tra le ricette tipiche, dalla Liguria, per il 6 gennaio c’è la lasagna bianca, gianca in dialetto genovese, che viene condita con il classico “tocco”, il sugo di carne, oppure con il pesto. Qui, infatti, una volta il giorno della Befana era chiamato Pasquèta e da qui nasce il proverbio A Pasquèta, ‘na bonn-a lasagnata a l’è consueta. Lasagna che diventa, a volte, una pasta al forno, come succede per esempio a Napoli, per omaggiare il giorno di festa.

I secondi piatti di carne: il cappone ripieno

Oltre la carne, ci sono ancora il baccalà e il capitone. Sempre il Liguria si porta in tavola il cappon magro, mentre a Milano il cappone è proprio d’obbligo! Lo scriveva anche Alessandro Manzoni nei Promessi Sposi: allevare “quater capun” in vista del Natale era una tradizione consolidata. I capponi dovevano essere 4 perché uno era per Sant’Ambrogio, uno per Natale, uno per Capodanno e uno per l’Epifania. La ricetta classica lo vuole farcito di carne di vitello o salsiccia, pane, latte e spezie come pepe, noce moscata, rosmarino, aglio, salvia e prezzemolo. E, per buon auspicio, servito in tavola guarnito da chicchi di melograno.

I secondi piatti di pesce: o broro ‘e purpo

Napoli, invece, domina la tradizione del polpo, che viene preparato in brodo e si chiama “o broro ‘e purpo“. Un piatto che risale all’antichità ed è uno dei piatti da strada più antichi della storia della città. Si dice che abbia origini nella cultura greca e appare per le strade partenopee intorno al XIV secolo, con la sua ricetta originale ancora oggi tramandata di famiglia in famiglia. Durante la notte dell’Epifania, anche se ormai sempre più raramente, si conserva l’usanza di berlo in strada camminando per le zone della città.

I contorni: l’insalata di rinforzo

Un altro piatto, infine, che segue tutte le festività natalizie e che merita di essere ricordato è l’insalata di rinforzo. È un contorno tipico della cucina napoletana e tradizionalmente durava da Natale all’Epifania. Era, cioè, sempre la stessa insalata, arricchita ogni giorno con qualche nuovo ingrediente. L’insalata di rinforzo si prepara con cavolfiore lessato, olive verdi, cetriolini, cipolline, giardiniera, peperoni dolci o piccanti sottaceto e acciughe. L’origine del suo nome potrebbe essere legata proprio a questo aggiungere ogni giorno altri ingredienti, tanto quanto al fatto che si tratta di un piatto davvero sostanzioso!

I dolci

Sono soprattutto i dolci i piatti forti della tavola della Befana, un modo per consolarsi delle fine delle feste.  Tra questi, vi abbiamo già segnalato la tradizione della Fugassa d’la Befana, una focaccia dolce dall’impasto morbido e dalla forma di fiore con i petali che viene preparata in Piemonte, in particolare in provincia di Cuneo. Viene farcita con i canditi e al suo interno viene nascosta una fava, chi la troverà sarà fortunato durante l’anno. Una tradizione che riprende quella francese della Galette des Rois. Secondo un’altra usanza, all’interno della focaccia vengono nascoste due fave, una bianca e una nera. Chi trova la bianca deve pagare le spese della focaccia, mentre chi trova la nera deve pagare da bere.

In Toscana, invece, soprattutto a Pisa e Livorno ma anche a Lucca e Viareggio, vengono preparati i Befanini, tipici biscotti  base di pasta frolla, agrumi  e rum, ricoperti di granella colorata. Mentre a Siena si servono in tavola i tipici Cavallucci, biscotti morbidi a base di farina, lievito, acqua, zucchero, miele, canditi e noci.

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