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Luca Abbruzzino: inaspettatamente un’estate positiva, guardiamo al futuro

Per Luca Abbruzzino è stata un’estate italiana e molto positiva, ma si prospettano tempi duri. Lo abbiamo incontrato e gli abbiamo chiesto come affronterà le disposizioni dell’ultimo dpcm.

Abbiamo intervistato lo chef stellato Luca Abbruzzino, capofila di una ristorazione giovane calabrese che sta per emergere. Un’estate decisamente positiva sarà sufficiente per compensare una possibile chiusura (dimezzata o completa) delle attività della ristorazione? E ora che tutti i ristoranti devono rimanere chiusi, qual è l’umore di questa decisione?

Come stava andando la situazione post lockdown? È cambiata la tua clientela?

“Inaspettatamente nel post lock down la ripresa è stata positiva. Abbiamo lavorato tantissimo, inevitabilmente con l’arrivo della stagione fredda il lavoro andrà a calare un po’, ma siamo molto felici. La clientela è cambiata, inevitabilmente sono arrivati pochi turisti stranieri, è stata una stagione italiana, il che è stato un bene perché molti italiani per necessità si sono trovati a scegliere delle mete nazionali, che altrimenti non avrebbero scelto”.

Il ristorante non è in una località di mare, ma hai avuto dei benefici da questa estate italiana come nuovi clienti e affluenza al ristorante?

“Sì, è vero, il nostro ristorante non è sul mare, ma per noi la stagione più forte è sempre l’estate, perché comunque è il periodo in cui le persone visitano la Calabria. E magari passano da Abbruzzino”.

Ti occupi anche di catering e eventi, come eri riuscito a organizzarti?

“Sì abbiamo fatto molti catering ed eventi, purtroppo questo è stato un anno particolare, i numeri sono calati del 70%, ma quei pochi che si sono fatti, si sono svolti nella quasi normalità, sempre nel rispetto delle regole anticovid.
In futuro, mi auguro si possa tornare alla normalità nella primavera 2021, anche se non credo immediatamente per grandi numeri”.

In Calabria c’è un bel fermento sui giovani della ristorazione, quanto pensi sia importante fare squadra?

“Sono felice che si parli sempre più di Calabria, e soprattutto di una Calabria in fermento. Fare squadra è fondamentale, e visto che in Calabria non si è mai fatto sul serio, penso sia indicativo di qualcosa che sta cambiando. Si è capito finalmente che non bisogna essere gelosi, ma bisogna guardare il vicino come stimolo di crescita e, soprattutto, che facendo squadra si fa crescere un intero territorio, cosa che individualmente non si riuscirebbe a fare. Penso sia una grande dimostrazione di maturità”.

Pensi che la Calabria avrà una svolta verso una ristorazione gourmet?

“Sembra sia questa la strada intrapresa da molti giovani come me. Io mi auguro semplicemente che si vada verso una ristorazione sì gourmet, ma soprattutto di qualità. Si deve crescere a partire dai produttori, trattorie, osterie, ristoranti, in genere mi auguro che cresca in questa direzione tutto il settore turistico”.

I giovani stanno tornando in Calabria per avvicinarsi all’agricoltura e a lavori inerenti la ristorazione? Pensi possa essere un trend?

“Molti giovani cercano di fare ritorno in Calabria, in generale questa è una cosa molto positiva, ma affinché diventi un trend ci vuole ancora tempo, ma soprattutto la classe politica deve incentivare i giovani in qualche modo, invogliandoli a fare ritorno”.

La tua proposta gastronomica è cambiata pre e post lockdown? Hai fatto delivery?

“No, non abbiamo fatto delivery, perché sinceramente non pensavamo funzionasse in Calabria. E non abbiamo modificato la nostra proposta e soprattutto la nostra identità. Per questo anche in questo periodo, purtroppo o per fortuna, siamo costretti a chiudere i battenti, senza alcun tipo di attività prevista”.

Cosa ne pensi delle misure dell’ultimo dcpm di chiusura totale della ristorazione?

“Sicuramente la priorità è la gestione dell’emergenza sanitaria, ma far chiudere i ristoranti significa mettere in ginocchio tutto il settore. Neanche lo spunto del pranzo è stato sufficiente, per molti, per coprire i costi del personale in sala. Aspettiamo di capire che tipo di aiuti economici ha pensato il Governo, perché anche l’attività più sana ristorativa a questo punto risulta fortemente danneggiata. Basterebbe far rispettare il distanziamento e il rispetto delle norme al ristorante per aver un controllo della situazione. Senza considerare che normalmente negli stellati le distanze erano sufficienti anche pre pandemia”.

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