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Luigi Lepore, avanguardia calabrese

luigi lepore

Fortemente territoriale fatta di sapori forti, a tratti audaci, ma equilibrati. Così è la cucina di Luigi Lepore, decisa e riconoscibile che stupisce il palato ma anche gli occhi grazie all’attento cromatismo dei piatti. Noi l’abbiamo provata nel suo ristorante di Nicastro, a Lamezia Terme.

Tra i vicoli del centro storico di Nicastro (CZ) c’è Luigi Lepore Ristorante, un angolo di grande stile e modernità nel cuore della città vecchia, all’interno di un palazzo storico che guarda dall’alto la piazza dall’atmosfera un po’ retrò. Qui poco più di due anni fa cominciava l’interessante e appassionato percorso di Luigi Lepore, che oggi come allora afferma con orgoglio: “La mia cucina non avrebbe senso di esistere altrove, lontano dalla mia terra”.

La visione gastronomica di Luigi Lepore

Siamo in Calabria, in una terra di contrasti. “Bella e difficile” come l’ha definita più volte Corrado Alvaro, con la sua natura aspra tra mare e montagna, dal carattere forte e la sua gente testarda ma dal cuore grande. Elementi e caratteristiche che Luigi Lepore porta con sé e sa trascrivere nei suoi piatti, che ripropongono con note tutte personali sapori, odori, sensazioni e tradizioni. Ed è proprio dalle tradizioni con i suoi sapori e profumi che prende vita e si disegna piatto dopo piatto la sua visione gastronomica. Se l’esordio dello chef Lepore incuriosiva, ora il suo talento e la sua cucina sono grandi conferme. I suoi piatti hanno la firma di una personalità riconoscibile, che trova piena corrispondenza in una Calabria totalmente ridisegnata.

La cucina di Luigi Lepore

Un progetto di ristorazione coraggioso, che cerca e trova la sua identità nelle materie prime del territorio, bagaglio culturale profondo dello chef, interpretato con esperienza, protagoniste assolute della sua cucina. Qui nessun ingrediente manca all’appello, nessun ingrediente è una comparsa.

La cucina di Luigi Lepore si riconosce dai dettagli, dagli elementi di contorno come liquirizia, ginepro, alloro, arancia, che sono il carattere del piatto e la firma dello chef.  E il “Risotto al burro di ginepro, liquirizia, alloro e gin” è la sintesi perfetta del suo stile gastronomico.

C’è una ricerca minuziosa e attenta, uno stile che mette insieme la tecnica, attenta e sofisticata, la complessità dei piatti, la creatività, le consistenze tutte diverse, e un cromatismo personale e deciso, come nelle “Animelle, sardella, peperone e ribes” dove ogni tonalità di rosso regala un sapore diverso.

In ogni piatto si trovano le sue note distintive, sapori forti, a tratti audaci, ma sempre equilibrati e alla ricerca dell’emozione. Tocchi di sapore che firmano il suo stile, rendendolo riconoscibile, confermandone la bravura e svelando una rinnovata eleganza. Tutto ciò si percepisce fin dagli amuse bouche iniziali, con la Lestopitta con tartare di pecora che incuriosisce e la Cialda al miele con crema di olive verdi, finocchietto e peperoncino dolce che stupisce, così come nei dessert creati dal pastry chef Federico Cari in cui ricerca e gusto diventano un unicum.

La degustazione

Il viaggio inizia con “Sorbetto di insalata di pomodoro, olive taggiasche e acqua di cetriolo”, il pomodoro nella sua versione “a insalata” perché il pomodoro è questo al sud. Segue poi la Trippa di baccalà, piselli, funghi e arance, semplice ed elegante e l’Animella, sardella, peperone e ribes rosso che gioca tra le tinte di rosso, la grassezza, l’acido e il piccante.

Si passa ai primi con il Risotto con burro al ginepro, alloro, liquirizia e gin che interpreta sapientemente il sottobosco nel suo risultato finale, restituendo ogni singolo sapore e lo Spaghettone con melanzana bruciata, ricordo di ricette antiche. Merita una citazione anche la versione gourmet della “stroncatura”, ricetta tipica calabrese, una pasta prodotta con le crusche dello scarto della molitura con olio, aglio, peperoncino, sarde, olive, pomodori secchi, “mollica di pane” tostata, riproposta da Lepore sotto forma di tortello. Un piatto con cui fare un viaggio verso le origini e ritorno.

A seguire Agnello, cicoria, corbezzolo e aglio dolce. E infine arriviamo ai dolci, ma sarebbe riduttivo chiamarli dessert. Piccoli gioielli di creatività, racconti di una terra, pensati e curati da Federico Cari, come la Scirubetta con gelato di foglia di fico e mosto cotto di fico, che indica già la strada emozionale e sensoriale da percorrere. Secondo Federico gli ingredienti più semplici o poveri sanno trovare un’espressione alta e alternativa, come nel “Gelato alle olive nere con emulsione di arance e olio, granita di arance e pastazzo di arancia” o la “Mandorla dolce amara, granita di limone, sorbetto alla liquirizia” che in bocca si trasformano in emozione pura, un fantastico equilibrio che non ti aspetti e ti innamora.

Ad accompagnare la cucina di Lepore grissini e pane con lievito madre preparati in casa e una carta dei vini che punta ovviamente con orgoglio alla territorialità, proponendo prodotti e cantine di nuova generazione, con lavorazioni in anfora, cemento o naturale.

Questo il menu degustazione: 

Apertura: Sgombro all’aceto – Mela e anguilla affumicata – Panino fritto con bufala, alice, limone – Lestopitta con tartare di pecora – Cracker con emulsione di funghi e nocciola – Cialda al miele, crema di olive verdi, finocchietto e peperoncino dolce

Entrèe: Sorbetto di insalata di pomodoro olive taggiasche e acqua di cetriolo

Antipasti: Baccalà, trippa i baccalà, piselli, funghi e arance, semplice ed elegante  –  l’Animella, sardella, peperone e ribes rosso

Primi: Risotto con burro al ginepro, alloro, liquirizia e gin  – Spaghettone con melanzana bruciata

Secondo: Agnello, cicoria, corbezzolo e aglio dolce

Pre Dessert: Scirubetta con gelato di foglia di fico e mosto cotto di fico

Dessert: Gelato alle olive nere con emulsione di arance e olio, granita di arance e pastazzo di arancia – Mandorla dolce amara, granita di limone, sorbetto alla liquirizia.

Piccola Pasticceria: Pralina gin e cetriolo – Pralina limone e gianduia – Pralina passion fruit e peperoncino. 

Panificazione propria con lievito madre.

La sala

In sala c’è Stefania Lepore che accompagna il commensale nella scelta e nella conoscenza dei piatti. 

Un’eleganza minimale ci circonda, pochi coperti, il calore degli elementi in legno e dei tavoli rotondi, illuminati e senza tovaglia, si alterna alle pareti. Unico vezzo la parete specchiata, che riflette i commensali in un gioco quasi filmico, per poi scoprirsi come porta scorrevole che si apre sul regno dello chef.

In sintesi, Luigi Lepore è uno dei protagonisti della rivoluzione gastronomica del Sud Italia, che porta la Calabria alla ribalta e la reinterpreta secondo schemi nuovi, che sanno provocare, raccontare ed emozionare.

Info utili

Luigi Lepore Ristorante
Via Ubaldo De Medici, 50 – Lamezia Terme (CZ)
Tel: 0968 407639

Orari: aperto dal martedì al sabato dalle 20:00 alle 22:30, domenica dalle 12:30 alle 14:30. Lunedì chiuso
Sito

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