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Vogliamo il Cacio Romano Dop

Pastori laziali in piazza nella capitale per una nuova denominazione del pecorino locale. Obiettivo quello di distinguerlo da quello sardo e di promuoverlo nel mondo per via della sua secolare tradizione. Coldiretti: «Sia garantita maggiore tracciabilità e riconoscibilità del prodotto»

Un migliaio di pastori accompagnati simbolicamente da 5 pecore sono scesi in piazza a Roma davanti al Foro di Traiano nella mattina di oggi, martedì 22 novembre, per tutelare l’origine protetta del pecorino romano, relegato secondo la Coldiretti – fautrice dell’iniziativa – ai margini del circuito produttivo.

L’obiettivo degli allevatori è quello di arrivare al più presto al riconoscimento, alla tutela e alla valorizzazione della nuova denominazione “Cacio Romano DOP” che possa meglio promuovere la qualità e la distintività del pecorino romano, un prodotto di grande tradizione e qualità che però, negli Stati Uniti per esempio, registra casi di taroccamento di oltre il 70%, ovvero 7 caci su 10 non sono affatto italiani nonostante i nomi richiamino palesemente al Made in Italy.

Ma non solo, perché l’azione di protesta si riflette soprattutto sulla produzione sarda, dalla quale il nuovo “cacio romano DOP” vorrebbe una volta per tutte distinguersi.

«Chiediamo al Consorzio di Tutela del pecorino romano Dop di introdurre un nuovo marchio di riconoscimento che identifichi e valorizzi il pecorino prodotto a Roma e nel Lazio. E di aprire proprio qui, a Roma, una sede del Consorzio (la sola finora esistente si trova in Sardegna) per gestire la filiera laziale in piena autonomia da quella isolana. Infine siamo in attesa che il Ministero delle Politiche Agricole istituisca comunque anche la nuova Dop del Cacio Romano che abbiamo richiesto per valorizzare adeguatamente tutta la produzione laziale che oggi non confluisce nella Dop del pecorino» ha detto David Granieri, presidente della Coldiretti Lazio. Che ha poi spiegato: «La pastorizia della nostra regione ha storia secolare e oggi conta su 3mila allevamenti con un patrimonio di 750mila pecore e 359 imprese di trasformazione impegnate in una produzione con una specifica tradizione e qualità. Per questo è necessario che anche all’interno della denominazione Pecorino Romano sia garantita una maggiore tracciabilità e riconoscibilità della produzione laziale, caratterizzata da differenti caratteristiche qualitative».

Altra battaglia intrapresa dai pastori è infine quella contro le speculazioni, nell’intento di garantire un prezzo del latte di pecora sostenibile.

Foto Vincenzo Livieri - LaPresse 22-11-2016 - Roma Manifestazione dei pastori laziali a difesa del pecorino romano. Nella foto Roberto Moncalvo Vincenzo Livieri - LaPresse 22-11-2016 - Roma News Demonstration of Lazio shephers for the protection of pecorino romano cheese
Foto Vincenzo Livieri – LaPresse
22-11-2016 – Roma
Manifestazione dei pastori laziali a difesa del pecorino romano. Nella foto Roberto Moncalvo
Vincenzo Livieri – LaPresse
22-11-2016 – Roma
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Demonstration of Lazio shephers for the protection of pecorino romano cheese

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