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Peppe Guida e la sua ripartenza “al cubo”

peppe guida

A Vico Equense abbiamo incontrato Peppe Guida che, in occasione della bella stagione, si prepara a ripartire con due consulenze nuove di zecca. Ecco cosa ci ha raccontato.

Di lui sappiamo che è un ottimo chef, accogliente padrone di casa ed un campione di buona comunicazione, quella autentica e trascinante (ne abbiamo parlato anche qui). Il momento è storico e, come in un primo giorno di scuola, scalpitiamo ai blocchi di partenza, eccitati, ma concentrati. I ristoratori, come tutti, sperano sia la volta buona. Deposte le dirette facebook del lockdown, è tempo di scaldare piastre e fornelli e di riaprire i ristoranti. Qualcuno è ripartito con il servizio ai tavoli. Altri sono in piena riorganizzazione. C’è chi resta chiuso perché sprovvisto del famigerato dehors, e tutti, all’unisono, protestano contro le ennesime limitazioni, coprifuoco compreso. Nel tentativo di trovarvi un senso, intanto si riparte perché si deve ripartire per forza. E Peppe Guida lo fa sfoggiando due consulenze nuove di zecca. Lo abbiamo incontrato in una Vico Equense in piena fibrillazione.

La Penisola Sorrentina sembra sul punto di esplodere, tanto è l’ardore di riprendere da dove eravamo rimasti. Sorrento, Vico Equense, senza turisti sembrano il set di un film che non fa ridere. C’è voglia di accogliere, di tornare ad emozionarsi.

Peppe Guida ci ha raccontato le sue novità, incrociando le dita da bravo napoletano, ma la grinta, il desiderio di far bene sono quelli di sempre. Competenza ed una cucina riconoscibile, la sua, sempre più richiesta anche per rilanciare altre strutture del territorio. Niente lustrini, ma tanta sostanza. Ne abbiamo tanto bisogno.

peppe guida

Peppe, quest’estate sarai parte dell’Axidie Resort, a Seiano.

“Sì, sono stato contattato per costruire insieme un nuovo menu. Con il resident chef Mario Cinque, stiamo rilanciando piatti all’insegna della tradizione e dei prodotti del territorio, per me non c’è altra via. Ripartire e continuare come sempre all’insegna delle ricette storiche e delle materie prima di grandissima qualità. L’idea è di puntare su piatti popolari, saporiti. Axidie significa una struttura splendida, con vista pazzesca sul Golfo di Napoli e sul Vesuvio, stiamo solo cercando di incorniciarla con i piatti a me più cari, quelli che arrivano dall’orto. Territorio al 100%.”

E poi c’è anche Palinuro, con l’Hotel Le Saline. Ristorante sul mare, una cucina genuina.

“Anche qui, con il resident chef Antonio Cappiello, c’è il desidero di rinnovare, mantenendo ben salde le radici di un territorio grandioso. Poi Le Saline significa anche accoglienza per famiglie, bambini compresi. Proporre un menu rassicurante e di qualità non è moda, è un dovere sacrosanto.”

Consulenze a parte, è ripartita anche l’avventura Villa Rosa – La casa di Lella. Il vostro B&B con orto e cucina. Ed anche e-commerce, sempre più richiesto.

“Su a Montechiaro gli spazi aperti non mancano, ripartiamo tranquilli con la formula B&B, quindi alloggio e colazione rinforzata a base di preparazioni dolci e salate che sono l’emanazione stessa di quello che coltiviamo. Di quello che vogliamo sia riconoscibile come il nostro marchio di fabbrica. A breve ripartiremo anche con il ristorante, intanto il negozio online va alla grande. È nato come conseguenza delle richieste dei nostri clienti. Assaggi una cosa buona e ti viene voglia di averla anche a casa tua. Sono prodotti con materie prime italiane al 100%,  pomodori, verdure, olio, marmellate, tutto fatto in casa. Provengono dal nostro orto biologico di Montechiaro, mentre i lievitati, così come i prodotti da forno, sono realizzati da mio figlio Francesco, il pasticciere di famiglia. Il messaggio voleva essere questo: mangerete ciò che mangio io ogni giorno.”

Unica nota dolente, Antica Osteria Nonna Rosa, il tuo ristorante stellato, per ora resta a guardare.

“E non immagini quanto mi manca. Mi manca il brivido Michelin, quell’adrenalina di un lavoro che non può ammettere mai una nota stonata, avere il fiato sul collo mi rende ancora più concentrato, più performante. Per la mia famiglia, l’Osteria è un gioiellino. Una casa accogliente, calda, familiare, è dove sono nato e cresciuto. Il menu è fedele alla tradizione, ma c’è anche creatività. Tornando all’emergenza Covid e alle nuove disposizioni per i ristoranti, io lì non ho dehors, quindi non posso aprire. Che poi, a maggio, io in genere, chiudevo per aprirmi a collaborazioni con location più estive, ma dopo quello che è successo, se le cose cambiano e ci consentono di far mangiare al chiuso, anche solo per un mese, io apro. L’Osteria mi manca troppo.”

Cucina di territorio. Hai saputo comunicare il tuo brand con naturalezza e credibilità. Le mani nella terra e gli occhi verso il mare. Giusto?

“Ormai è il mio slogan, la mia filosofia di vita e di cucina. Lo ripeto spesso, sono un autodidatta e ne vado fiero. Quello che faccio, che provo a fare, è coniugare l’alta cucina con le ricette semplici della tradizione. Amo la pasta e vedo, soprattutto nei giovani, una tendenza a considerarla scontata, come se cucinare un piatto di pasta fosse banale. Niente di più sbagliato. La fierezza del territorio, di questo grandioso territorio che abbiamo a disposizione, deve restare il punto di partenza e di arrivo.”

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