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Rischio basso per la ristorazione, pronti alla fase 2

Secondo la commissione di Vittorio Colao, la pericolosità calcolata sull’aggregazione sociale nel settore ristorazione sembra essere basso

Basso e medio basso: ecco come sono state classificate le attività di ristorazione secondo la Commissione presieduta da Vittorio Colao per la riapertura degli esercizi nella fase 2, ovvero post epidemia.

La commissione è volta a valutare il livello di aggregazione sociale delle aziende, suddivise in codici Ateco, a cui corrisponde una data di apertura più o meno vicina.

Cantine vinicole, agricoltura e pesca hanno un livello di rischio molto basso e infatti risultano aperte già da prima del 3 maggio. Le varie categorie vengono definite secondo i colori del semaforo, verde, giallo e rosso. E anche la ristorazione presenta il bollino verde o giallo: i codici Ateco I 56, che comprendono bar, ristoranti, gelaterie, pasticcerie, catering sono considerati a rischio basso o moderato. Addirittura i ristoranti all’interno degli alberghi, che seguono il codice Ateco I 55.1, sarebbero considerati a rischio basso.

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Eppure voci di corridoio della ristorazione sostengono che la riapertura non è pensabile prima di metà giugno o, addirittura, ai primi di settembre, rendendo però insostenibile a livello economico le imprese di ristorazione.

È necessario quindi riaprire, ma senza vanificare tutti i sacrifici compiuti durante il lockdown. La stampa sostiene che l’apertura possa essere ipotizzata intorno all’11 maggio. Sicuramente tutti dovranno adeguarsi alle nuove norme di sicurezza che sono ormai sdoganate: il distanziamento garantito da un metro di distanza tra le persone, la garanzia di un ricambio d’aria continuo e percorsi di uscita e di entrata ordinati per ridurre al minimo il contatto tra le persone. Una rivoluzione nell’aspetto e nella disposizione dei ristoranti che dovranno diminuire drasticamente il numero dei coperti.

Teniamo conto anche che le riaperture e la severità delle norme possono variare da regione a regione a seconda dell’espansione dei contagi e si ipotizza che una delle ultime città a riaprire sarà proprio Milano. Non sappiamo invece se le barriere di plexiglass che hanno ipotizzato per mantenere il numero di coperti per i ristoranti con meno spazio saranno applicate o diventeranno addirittura obbligatorie.

Saranno sicuramente necessari per tutti i clienti i dispositivi di protezione individuale (da capire come faranno però per nutrirsi, indossando la mascherina) e si pensa che si dovrà prendere la temperatura all’ingresso, scaglionando la clientela per fasce orarie e quantificando un tetto massimo di persone da ospitare, da valutare ristorante per ristorante.

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