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Ristoacasa: la FIPE lancia la vetrina digitale dei ristoranti con food delivery

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La FIPE, in collaborazione con pOsti, lancia Ristoacasa, la nuova vetrina digitale per geolocalizzare i locali con servizio di food delivery. I cibi più ordinati? Pizza, hamburger e patatine fritte.

L’emergenza sanitaria in corso ha ormai messo in ginocchio l’economia italiana e mondiale. Tra i settori più colpiti c’è, ovviamente, il comparto della ristorazione. Dallo scorso 11 marzo, giorno dell’entrata in vigore del decreto ministeriale, le saracinesche di quasi tutti bar e ristoranti d’Italia si sono abbassate e alcune, purtroppo, sono destinate a non riaprirsi più. Alcune di queste attività, hanno provato però a convertire le loro cucine rendendole funzionali all’unico servizio attualmente permesso in molti comuni: il food delivery.

Per questo motivo FIPE ha sviluppato, con il supporto della startup pOsti (ve ne avevamo parlato qui), Ristoacasa.net, una vetrina digitale già attiva e a disposizione di tutti gli esercizi (ristoranti, bar, gelaterie, pasticcerie) che vogliono usufruirne per fornire agli utenti le informazioni necessarie alla richiesta del servizio di consegna a domicilio: telefono, indirizzo, sito internet, tipologia di cucina e fascia di prezzo.

Grazie a questo strumenti, l’utente finale ha la possibilità di individuare, tramite geolocalizzazione, tutti i locali che fanno consegna a domicilio, soprattutto quelli che decidono di gestirlo con i propri mezzi senza appoggiarsi a fornitori esterni. Tramite contatto diretto con il ristorante, il cliente può dunque effettuare il proprio ordine, ricevendolo direttamente a casa.

“A causa delle misure restrittive in vigore per contrastare l’epidemia da Covid-19, il food delivery è diventato un servizio particolarmente apprezzato dai consumatori e per molti ristoranti è l’unico modo per tenere in piedi l’attività. Il lancio della piattaforma Ristoacasa va proprio in questa direzione – dichiara Lino Enrico Stoppani, Presidente di Fipe – Vogliamo supportare gli imprenditori a sviluppare al meglio il servizio a domicilio, dando visibilità anche a chi per la consegna conta sulle proprie forze, magari impiegando in questo servizio il personale attualmente inutilizzato. Per questo invitiamo tutti gli imprenditori che vedono nel delivery un’opportunità per la propria azienda ad utilizzare sin da subito questo nuovo strumento. Come Federazione sentiamo il dovere di richiamare l’attenzione delle imprese alle misure di sicurezza raccomandate dalle autorità sanitarie in un momento difficile come questo”.

Dall’entrata in vigore del decreto, il 10,4% dei ristoratori italiani si è subito attivato per sviluppare il servizio di delivery mentre solo il 5,4% era in già grado di farlo. Il restate 85% però, ancora oggi, afferma di non avere intenzione di muoversi in questa direzione per due motivi principali: la mancanza di possibilità e mezzi e la convinzione che, nonostante tutto, il food delivery non sia una pratica economicamente possibile in questa drammatica situazione.

Nonostante tutto però, il numero degli italiani che ricorrono al food delivery è in aumento. Secondo il Centro Studi Fipe, tra gli utilizzatori saltuari del periodo pre covid-19, il 24% da quando è iniziata la crisi ha fatto ordini almeno 1 o 2 volte, così come il 53% di coloro lo aveva utilizzato solo poche volte. Tra quelli che prima non l’avevano mai utilizzato poco meno del 10% ha iniziato a farlo. Fedeli alla cucina di casa, per paura del contagio o per motivi economici, il 69% degli italiani.

Quali sono però i prodotti più ordinati in tempo di Coronavirus? Sul podio, posizionata sul gradino più alto, la pizza, scelta dal 68% degli italiani, seguita a ruota dai piatti tipici della cucina nostrana e dall’hamburger con le patatine. Con la Pasqua alle porte però, non mancheranno cospicui ordini di dolci delle feste come colombe e uova di cioccolato ma anche menu speciali per tutta la famiglia.

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