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Vinoforum 2021: perché ci è piaciuta la 18esima edizione dell’evento dedicato all’enogastronomia

vinòforum

A poche ore dalla chiusura della diciottesima edizione di Vinòforum, è tempo di tirare le somme e di analizzare come e quanto questa kermesse sia maturata nel corso degli anni fino a diventare uno dei poli attrattivi maggiori in città per gli addetti ai lavori e i semplici wine & food lover.

Ricordo i primi anni del Vinoforum a Roma, più di 15 anni fa. Una manifestazione molto diversa da quella attuale, certamente più piccola ma comunque figlia di una idea vincente: far conoscere i vini italiani al pubblico romano. Un Vinitaly in miniatura, ove il vino era certamente l’assoluto protagonista.

Oggi Vinoforum ci piace di più perché è uno “spazio del gusto” a 360 gradi, che ospita non solo produttori di vino, ma anche distributori e agenti, eventi e seminari di degustazione e soprattutto aperto al mondo della gastronomia di qualità. Insomma, una kermesse enogastronomica che in questa diciottesima edizione ha visto presente più di 820 aziende, 2500 etichette in degustazione, 30 chef che hanno animato il Temporary Restaurant e soprattutto oltre 50 mila visitatori.

Vinoforum è un luogo di incontro tra aziende, cantine, distributori e operatori del settore e pubblico.

Ma è anche la possibilità di una serata all’insegna del buon vino e di piatti speciali, in una cornice, quella del Parco di Tor di Quinto a Roma, piacevole e spaziosa, che ha accolto in sicurezza il grande pubblico di curiosi e appassionati.

Night Dinner, Top Tasting e Business Lounge

Vinoforum ci piace anche perché soddisfa le esigenze dei neofiti del mondo del vino e della gastronomia ma anche quelle dei più esperti, con gli appuntamenti “Night Dinner”, le degustazioni nella Business Lounge o con gli incontri “Top Tasting”, che anche quest’anno non sono mancati tra Champagne, Brunello e Ornellaia.

Tra gli chef più acclamati di questi appuntamenti di alta gastronomia ci sono stati Stefano Marzetti del Mirabelle, Sara Scarsella e Matteo Compagnucci di Sintesi, Mirko Di Mattia di Livello 1 e Pierluigi Gallo di Achilli al Parlamento.

vinòforum

E se il vino o i grandi piatti non dovessero bastare, ci sono gli stand dell’Olio Extravergine di Oliva, del caffè, dei sigari o quello del bere miscelato.

Ed è proprio allo stand dedicato a Mix&Spirits Hospitality abbiamo partecipato alla masterclass esclusiva condotta da Massimo D’Addezio, noto bartender, dal titolo “Ricerca, Creatività, Tecnologia. Le nuove frontiere della Miscelazione”. Un incontro disteso e informare per sensibilizzare sul tema della sanificazione in cucina e dietro al bancone bar. Un argomento da sempre importante ma che, post covid, ha assunto un ruolo fondamentale. Tra drink realizzati da D’Addezio e finger food proposti da Mr Doyle (ve ne avevamo parlato qui), i rappresentanti di una delle aziende leader del settore, Uragan, hanno spiegato l’importanza delle nuove tecnologie anche nel settore del bere miscelato con particolare focus sull’osmosi e l’ozono, potente alleato contro germi e odori che potrebbero incidere negativamente sul prodotto finito.

Fashion&Wine

E ci piace il carattere sempre più internazionale della manifestazione. Ad esempio, la possibilità di degustare champagne di qualità, come Pommery presso lo stand Fashion & Wine.

Pommery è senza dubbio una delle Maison più blasonate in assoluto, con un fatturato in Italia di oltre 10 milioni di euro e oltre 300 mila bottiglie l’anno vendute. Abbiamo provato il Brut Apanage, un sans année fatto di Chardonnay al 65% e Pinot Noir al 35%, fresco ed elegante e a seguire il Blanc de Noirs, 70% Pinot Noir e 30% Meunier, certamente più strutturato e impegnativo.

Ma anche Champagne di piccoli Vigneron, come Breton Fils, messi in degustazione dallo stand Rosè. Siamo a Congy, sulla Montagne di Reims, regno del Pinot Noir. Diretto e piacevole Brut Zero Dosage, 50% Pinot Noir e 50% Chardonnay; assai più intrigante e di grande personalità il Blanc de Noirs, 100% Pinot Noir.

Per non citare il Bar a Champagne, con proposte di champagne esclusivi (forse anche un po’ troppo…).

Ci sono piaciuti i seminari di degustazione, una proposta che permette di conoscere il vino “entrando” in una Regione, grazie alla guida di un esperto e all’assaggio di diverse espressioni di quel territorio.

Abbiamo partecipato a quello dedicato ai vini del Friuli Venezia Giulia: (P)Assaggio in Friuli. Un viaggio attraverso alcuni dei vitigni storici di questa piccola ma meravigliosa Regione, enologicamente parlando (e non solo). Protagonisti la Malvasia, suadente e minerale; il Sauvignon e le sue diverse sfaccettature e il Refosco, nobile e autoctono vino rosso del Friuli.

Temporary Restaurant

Infine ci piace la formula del Temporary Restaurant, ormai attiva da qualche anno, che ha visto alternarsi 30 chef importanti che hanno proposto ogni sera i loro piatti e la loro filosofia di cucina e gli appuntamenti del The Night Dinner, per far conoscere al grande pubblico chef giovani, creativi e talentuosi.

Tra questi, grande successo di pubblico hanno ottenuto i ragazzi di Bottega Tredici, Gabriele Muro di Adelaide al Vilòn e Giovanni Ciravola di Tascamadre. Stefano Callegari, patron del Trapizzino, con il suo nuovo Romanè, Giovanni D’Ecclesiis del Vistamare e Federico Delmonte di Acciuga. E ancora David D’angeli dell’Osteria dei Fratelli Mori e Maria Luisa Zaia dell’Oste della Bon’Ora. E poi Daniele Roppo de Il Marchese, Ciro Scamardella dello stellato Pipero, Emanuele Paoloni di Aqualunae e Andrea Pasqualucci del ristorante stellato Moma.

Insomma, sono stati 10 giorni di buon vino e buon cibo, in una atmosfera di professionalità e convivialità, che ci sono piaciuti e che speriamo di ritrovare nella diciannovesima edizione prevista a giugno 2022.

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