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Rooftop di Roma: terrazze, terrazze ovunque

rooftop di roma

Dalle dimore storiche alle avanguardie architettoniche, i rooftop di Roma ridefiniscono l’estate con esperienze uniche, originali e immersive.

(in copertina uno scorcio della Terrazza Romana dell’Hotel d’Inghilterra)

Roma trasforma i suoi tetti in palcoscenici d’autore. La stagione 2025 segna un punto di svolta. I rooftop non sono più semplici spazi panoramici, ma ecosistemi complessi dove design, mixology e cucina d’autore dialogano con il patrimonio urbano. Un fenomeno che unisce tradizione ottocentesca e sperimentazione contemporanea. Una mappa in continuo aggiornamento: già qualche settimana fa vi avevamo mostrato otto terrazze…e mezzo! E qui si continua, con un’altra selezione di alcune tra le più degne di nota.

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Un po’ di ironia sul gran numero di rooftop di Roma

Terrazza Romana: l’aristocratica silenziosa sul Tridente

È sicuramente una novità tra i rooftop di Roma. Dominando i tetti ocra del Quadrilatero della Moda, questo sesto piano dell’Hotel d’Inghilterra incarna un lusso discreto. Il restauro del 2024 ha restituito alla struttura ottocentesca la sua anima di “dimora nobiliare”, con pavimenti in travertino disegnati a geometrie di peperino grigio e un giardino mediterraneo dove ulivi secolari in vasi di terracotta dialogano con limoni e palme. L’head barman Angelo Di Giorgi, alchimista dei sapori, trasforma i tramonti capitolini in liquidi poesie. Il signature “Terrazza Romana” unisce liquore di fico della campagna laziale, sciroppo di rosmarino coltivato sull’Appia e Prosecco extra dry, mentre il “Tramonto Romano” gioca su bitter artigianali e lamponi macerati.

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Ogni cocktail è accompagnato da canapè che sono miniature d’autore – come le chips di radici autoctone con crema di pecorino al tartufo – creati dallo chef Andrea Sangiuliano la cui filosofia fonde la tradizione dei mercati rionali (le alici di Anzio, i carciofi di Ladispoli) con tecniche moderne. L’angolo degli innamorati, con vista esclusiva su Villa Medici, offre poltrone in teak intarsiato che sembrano sculture, mentre i tavoli conviviali sono impreziositi da maioliche smaltate a mano da artigiani di Deruta. La terrazza respira un’eleganza misurata, lontana dai cliché del lusso ostentato, in perfetta continuità con lo spirito del Café Romano al piano terra dove Hemingway e Audrey Hepburn sembrano ancora sedere al bancone.

Info: Hotel d’Inghilterra, via Bocca di Leone 14. Aperta tutti i giorni. Instagram


Hotel Butterfly: la foresta sonora di Monte Mario

In questo santuario naturale di 1.700 mq, l’architettura scompare lasciando protagonista la biodiversità. Il concept “Trees in Motion” trasforma il parco di Villetta Ruggeri in un organismo vivente: proiezioni olografiche di Studio Cliché danzano sui tronchi secolari, reagendo alle vibrazioni del nuovo impianto audio Funktion-One che avvolge gli ospiti in una bolla sonora. Due mondi coesistono: il Garden accoglie con cocktail agrumati del bar manager Edoardo Staffiero (ex Lanificio) e pizza romana cotta in forni elettrici a basso impatto. Il Bosco Parallelo – ex vivaio riconvertito – diventa dopo il tramonto una cattedrale vegetale dove risuonano le sperimentazioni elettroniche di artisti come Yokho Tribe.

La rivoluzione 2025 è il kombucha-tapas bar: un cubo di vetro e acciaio inserito nel foliage, dove lo chef Andrea Fava serve ceviche di scorfano con patate dolci delle campagne romane e tomini di capra ai fichi caramellati, abbinati a 15 vini naturali in mescita curati dalla società Auro. La filosofia “zero sprechi” governa ogni dettaglio: dai mobili in legno di recupero alle stoviglie biodegradabili in foglia di palma. Aperto fino alle 2 di notte, lo spazio celebra una nuova idea di convivialità eco-luxury, dove il confine tra natura e design si dissolve sotto le costellazioni.

Info: Via dei Gladiatori 68. Aperto tutti i giorni fino al 17 ottobre. Dress code: elegant casual. Instagram


Sofitel Roma Villa Borghese: eleganza sui tetti della Dolce Vita

Affacciato sui giardini di Villa Borghese e a pochi passi da Via Veneto, il rooftop del Sofitel Roma Villa Borghese incarna un nuovo concetto di lusso consapevole. Pavimenti in marmo originale del XIX secolo contrastano con lampade in ottone e poltrone in velluto verde foresta, mentre un tetto retrattile trasforma Settimo Roman Cuisine & Terrace in un osservatorio stellare sulla cupola di San Pietro e le geometrie verdi di Villa Medici. L’executive chef Giuseppe D’Alessio orchestra una sinfonia gastronomica dove la tradizione laziale incontra il savoir-faire francese. I suoi percorsi degustazione sono viaggi sensoriali: il Tortello ripieno di genovese di asparagi sfoga una crema di ricotta di bufala avvolta da ristretto di crostacei. Il Filetto di vitella “a mo’ di saltimbocca” rivoluziona il classico con cicorietta di campo e stracotto di cipolla rossa di Tropea, omaggiando sia le trattorie romane che le bistrot parigine.

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La mixology riflette questa duplice anima. I bartender trasformano botaniche locali in alchimie: il Settimo Bloody sostituisce la vodka con tequila reposado, unendo centrifugato di pomodorino giallo di Piennolo, sale maldon e foglie di alloro fresco, mentre il VII Hills Gin (prodotto con carciofi romaneschi e sedano di Trevi) diventa base per martini glaciali serviti in coppe Baccarat. L’aperitivo delle 18:00 è un rituale: al costo di 35€, tre tapas d’autore – come la crosta di pane nero con crema di pecorino e fiori di zucca fritti – accompagnano cocktail come il Settimo Red, analcolico trionfo di frutti rossi, succo di cranberry e centrifuga d’ananas. Aperto dalla colazione (con croissant alla mandorla di Avola e burro di Normandia) fino alle cene sotto le stelle, il rooftop celebra una Dolce Vita rigenerata, dove l’eleganza non compromette l’etica.

Info: Sofitel Roma Villa Borghese, via Lombardia 47. Aperto 7:00-24:00. Instagram


Naos: il rooftop di Roma che guarda al Mediterraneo

Questo avamposto di 500 mq sospeso sopra il mercato rionale è una dichiarazione d’amore al Mediterraneo. Architetture brutaliste in cemento levigato dialogano con inserti di travertino tiburtino, mentre “voliere” metalliche creano giochi prospettici sulla skyline. Lo chef Fabrizio Cervellieri (anima creativa di Aede) firma percorsi degustazione che sono rotte culturali. L’hummus con sommacco e peperoni in agrodolce incontra il carpaccio di ricciola con cocco e lemongrass, mentre l’agnello alla brace con patate al burro affumicato omaggia i pascoli abruzzesi.

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La mixology di Luca Leone trasforma i miti ellenici in alchimie moderne: lo “Yali” fonde gin mediterraneo, alghe di Nettuno e spuma di cedro in un tributo al dio del mare, mentre il “Theros” evoca il sole con infusi di zafferano delle colline laziali e miele di castagno dei Monti Cimini. La terrazza modulare – con zone segrete celate da pareti mobili di bamboo – ospita anche cene private a lume di candela, dove i tavoli in resina epossidica incapsulano erbe aromatiche del Lazio. Aperta dal martedì al sabato, Naos ridefinisce Ponte Milvio come distretto culturale, lontano dagli stereotipi della movida.

Info: Via Torrita Tiberina 6. Aperto 19:00-02:00. Instagram


Masa Rooftop: sospesi tra Oriente e cupole

Nel cuore di Monti, questo spazio sul tetto del The Major Hotel incanta con una vista frontale sulla Basilica di Santa Maria Maggiore che sembra sfiorabile a mano tesa. Lo chef Danilo Mancini, erede della tradizione capitolina ma innamorato delle spezie levantine, dirige una cucina che trasforma antichi ricettari romani (come quelli di Apicio) in dialoghi contemporanei con il Mediterraneo orientale. Il fulcro è l’esperienza dei Mazè: piccoli vasetti di ceramica siriana serviti secondo tradizione, contenenti l’Hummasa (vellutata di ceci con cipolla caramellata e acqua faba), i carciofi alla giudea con aglio nero e il falafel speziato con 36 erbe studiate per mesi. I percorsi degustazione sono viaggi culturali: il Medioriental (€60) include una tajine d’agnello cotta in coccio per 8 ore, accompagnata da bulgur al pomodoro e kefir fatto in casa; il Mediterranean (€75) reinventa lo shawarma con francesine di pollo al dragoncello e salsa yogurt al coriandolo fresco.

L’aperitivo (€35) unisce cinque Mazè a cocktail come il “Pancar Paloma” – tequila infusa con kefir di barbabietola e succo di pompelmo rosa. La mixology celebra fermentazioni ancestrali: il “Chai Tarih” fonde rum Zacapa 23, chai indiano e cioccolato di Modica con datteri iracheni. I mocktail come il “Fra’oula” giocano su kombucha al gelsomino e purea di fragole di Nemi. L’ambiente, curato dal manager Davide Giuffrida, mescola pouf in cuoio damascato a tavoli di ulivo intarsiato, creando un’atmosfera dove la multietnicità di Roma rivive tra i profumi di cardamomo e cumino.

Info: The Major Hotel, Via di Santa Maria Maggiore 143. Orari: 12:00-15:00 / 18:00-01:00. Instagram


Terrazza Bernini: scenografia barocca

Riaperta a maggio sul tetto del Sina Bernini Bristol, questa terrazza è un palcoscenico sospeso tra storia e futuro. L’architetto Valerio Alecci ha creato un dialogo audace: colonne neorinascimentali incorniciano minimalisti pouf in pelle nera, mentre specchi d’acqua riflettono il movimento delle nuvole sulla cupola di San Pietro. Lo chef giapponese Nagano Tetsuo orchestra un menu nippo-roman: il sushi d’autore utilizza tonno rosso del Tirreno stagionato 21 giorni, mentre i tataki di manzo Fassona sono marinati con aceto balsamico di Modena e wasabi fresco.

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La giornata scorre attraverso rituali precisi: colazioni con cornetti farciti di ricotta e visciole dei Castelli, pranzi light con insalate di quinoa e gamberi di Mazara, aperitivi al tramonto con DJ set che mixano elettronica e mandolini. Il dopocena diventa viaggio sensoriale con cocktail come il “Giardino Barberini” – vodka infusa con basilico genovese, sciroppo di pesca di Leonforte e spuma di prosecco – serviti in calici soffiati a Murano. Aperta 7 giorni su 7 dalle 7 alle 24, la terrazza è un manifesto di come Roma possa essere contemporanea senza tradire la sua anima.

Info: Hotel Sina Bernini Bristol, Piazza Barberini 23. Dress code: smart elegant dopo le 19. Instagram


Hotel Locarno: il secolo elegante su Piazza del Popolo

Celebrando 100 anni di storia, le terrazze Locarno e Canossa offrono una lezione di stile senza tempo. L’ambiente art déco – citato da 50 Best come “capolavoro museale” – unisce vetrate liberty a divani in velluto verde bottiglia, con vista sulla basilica di Santa Maria del Popolo. Lo chef Domenico Smargiassi rivoluziona i classici: l’Amatriciana Grand Cru usa guanciale di suino nero dei Nebrodi e pecorino di fossa stagionato 18 mesi, mentre il Club Sandwich Masterpiece è un imponente inno internazionale.

Il bartender Nicholas Pinna, premiato per il miglior martini d’Italia, crea il “Grande Dame” per l’anniversario: un equilibro di champagne e gin, alloro e limone, polvere di visciole e profumo di glicine. Le serate vivono di contrasti: il jazz accompagna i tramonti, mentre le cene sotto le stelle sono illuminate da proiezioni d’archivio che raccontano i passaggi di Fellini e Dalla. L’ultimo tocco? Segnalibri disegnati da un’artista dello staff, lasciati come dono agli ospiti insieme alla ricevuta.

Info: Via della Penna 22. Terrazza Canossa: solo su prenotazione. Instagram


I rooftop di Roma dimostrano come l’ospitalità possa evolversi senza perdere la propria anima. Dalle sperimentazioni eco-tech di Monte Mario al classicismo reinventato del Tridente alla splendida vista sui giardini di Villa Borghese, ogni progetto celebra un dialogo unico tra innovazione e radici, offrendo esperienze che travalicano la semplice ristorazione per diventare capitoli di un nuovo racconto urbano.

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