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Polinesia Francese, tappa a Papeete: le esperienze da non perdere

papeete

Tra ristoranti, chioschi, hotel e locali dove trascorrere il tempo. Cosa fare nella “porta” dei paradisiaci arcipelaghi del Pacifico del Sud.

È la “porta” di accesso per raggiungere ogni gioiello della Polinesia Francese, ma anche un’ottima base per gli amanti dei trekking panoramici in posti paradisiaci. Papeete, nell’isola di Tahiti, accoglie al suo aeroporto tutti i viaggiatori che raggiungono questa meta da sogno e li intrattiene con la sua vitale energia. La stessa che si respira, con un assaggio, ai check-in dei voli internazionali verso la destinazione, dove spesso ci si imbatte in musicisti e danzatori che ritornano a casa con ingombranti valigie e strumenti, come l’immancabile ukulele.

Un colpo d’occhio esotico di bellezze burrose e dall’innata eleganza, la cui origine è inequivocabile, grazie alle colorate ghirlande di fiori che indossano come copricapo ornamentale. Le stesse che all’imbarco improvvisano un live con chitarre e chitarrine, per spezzare la monotonia dell’attesa dopo un: <<È troppo calmo qui, facciamo un po’ di caos>>. Così, una danzatrice inizia a muovere il suo corpo con una grazia divina che evoca le onde del mare e i venti Alisei, inarrestabili nel Pacifico del Sud. E tutti i passeggeri, aspettando di salire sull’aereo, formano un semicerchio per riprendere con i cellulari il primo inaspettato regalo della vacanza.

Dove dormire a Papeete

Una volta a Papeete, gli indirizzi in cui vale la pena soggiornare sono due: il Maitai Express Tahiti, semplice ma con un sapore autentico locale, e il Boutique hotel Kon Tiki Tahiti, che vanta anche una panoramica terrazza per fare aperitivo e ammirare uno dei tanti scenografici tramonti che aspettano solo di compiersi. Entrambi, due indirizzi strategici per chi ad esempio deve prendere il “ferry” per Moorea o si deve imbarcare sulla leggendaria nave cargo Aranui alla volta delle Isole Marchesi o Australi, la Polinesia Francese più remota, ideale per avventurieri esploratori in cerca di autenticità sospesa nel tempo.

Dove mangiare a Papeete

Ma il Maitai è da non perdere, se la sera si vuole tirare fino a tardi immergendosi nelle “good vibes” del vicino locale “Les 3 Brasseurs”, dove sono protagoniste grandi pinte di birra artigianale, da posizionare al centro del tavolo e condividere, mentre i polinesiani più giovani ballano le musiche tradizionali suonate dal vivo dalla band del giorno. Un’esperienza gioviale e rasserenante che può seguire a una cena speciale dove si scoprono ricette francesi realizzate con ingredienti del luogo, del mercato e delle altre pescherie.

Il ristorante si chiama Le Sully ed è eccezionale il tonno affumicato con foie gras su una purea di patate e legumi, con crostino. Tra conchiglie sul tavolo e fiori, tra un succo di frutta fresco servito in una noce di cocco ma di ceramica e il legno che riveste l’ambiente familiare, si indugia volentieri anche provando il pesce panato perroquet con auteraa (mandorle locali) e il civet de cochon (maiale) a bocconcini cucinati con vino rosso. Irresistibile è, infine, il soufflé vanille, di cui va molto fiero lo chef con padre francese e madre di Tahaa, l’isola della vaniglia.

Con le papille gustative coccolate, si finisce la lunga giornata iniziata in volo, nel locale che conquista anche i turisti più impostati. Poi si dorme e all’indomani comincia una nuova avventura, a Tahiti, o in altri lidi, senza dimenticare che anche al ritorno sull’isola, prima di imbarcarsi verso casa, si può vivere un’esperienza speciale: basta fermarsi ai chioschi di carne, pesce e poké che si trovano in direzione aeroporto, sul mare. Una location perfetta per godersi l’ultimo tramonto che strega, avvolgendo di struggente bellezze un polinesiano che fa sup o un altro che rincasa, rientrando con la barca verso la costa. 

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