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Firenze, il Caffè dell’Oro riapre con Luca Armellino 

caffè dell'oro

Affacciato su Ponte Vecchio, il Caffè dell’Oro cambia pelle con un restyling estetico e gastronomico. Il nuovo Chef Luca Armellino firma una cucina nitida, colta e territoriale, senza nostalgia.

A volte, in cucina, basta davvero poco per cambiare tutto: modificare il taglio di un ingrediente, acidificare una salsa o variare il metodo di cottura. Sono piccoli dettagli che trasformano un piatto senza stravolgerne l’identità. È proprio con questa filosofia che Luca Armellino entra al Caffè dell’Oro.

Un luogo caro ai fiorentini, affacciato sull’Arno dentro il Portrait Firenze, che ha riaperto a maggio 2025 dopo un restyling che ha interessato tanto l’estetica quanto la cucina. Qui, Armellino – chef sardo con un passato in cucine stellate tra Europa e Giappone, da Noma a Per Se, passando per St. Hubertus e Tokyo – prende le redini della brigata.

Niente rivoluzioni o rotture di stile: la sua è un’innovazione misurata, fatta di piccoli twist, giochi di consistenza e precise spinte di gusto. I piatti simbolo restano, ma si percepisce distintamente la sua mano, che parte dalla materia e dalla centralità dell’olfatto. Il filo conduttore? Un equilibrio aromatico che guida la costruzione di ogni proposta, con pochi ingredienti scelti e riconoscibili già al naso.

Una cucina che parla il linguaggio del mondo restando fedele al territorio

Il nuovo menu del Caffè dell’Oro trova un bell’equilibrio tra cucina d’autore e accessibilità. I piatti raccontano il territorio, evitando ogni eccesso folkloristico. La contaminazione internazionale c’è, ma è dosata con intelligenza: dal bao al vapore con maialino in agrodolce, daikon e citronella (un dialogo tra acidità pulite e grassezza che funziona) alla tostada di gamberi rossi con guacamole e gel di limone, fresco e aromatico senza eccessi.

Anche i primi piatti dimostrano questa doppia anima: la fregola allo zafferano con capasanta cruda, bottarga e salicornia, stratifica sapori marini con grande finezza, mentre i ravioli del plin al ragù di cinghiale con mirtilli fermentati e chips di nervetti sono un piccolo esercizio di stile che unisce dolcezza, croccantezza e gusto deciso, senza perdere mai di vista la leggibilità del piatto. Il focus del progetto rimane però l’anima territoriale: spicca lo Spaghetto a km toscano e la sua scarpetta, con pomodori del Mugello, ricotta alle erbe e aglio e olio, un inno alla semplicità ragionata e all’alta cucina che parla il linguaggio del quotidiano.

Tra i secondi, si fa notare il branzino al vapore con verdure di stagione, maionese al wasabi, chips di alga nori e uova di salmone: un gioco di umami e contrasti di temperatura davvero calibrato. Il filetto di manzo selezione M. Vergara, con fiore di zucca ripieno, piselli e jus al tamari toscano, unisce tecnica francese, identità italiana e un tocco internazionale. Immancabile, la melanzana al miso con pinoli, miele e masago arare, piatto vegetale che nel vecchio menu era già una garanzia: consistenze e dolcezze naturali, senza effetto scenico, solo sapore autentico.

Un’identità che evolve senza strappi

“Non ho stravolto nulla”, dice Armellino, e in effetti la cucina si fa riconoscere per la sua nitidezza e coerenza, senza eccessi né artifici. Piatti lineari, ma mai banali, che dialogano con il territorio portando nel piatto la ricchezza dell’esperienza internazionale dello chef.

Tra i dessert di Caffè dell’Oro, rimane in menu il Tiramisù toscano con cantucci di Prato e gel al Vin Santo, pietra miliare del locale. A fianco, la Passione Esotica con mousse di mango, frutto della passione, lamponi, pistacchio e rum, un gioco di acidità e temperature. La vera chicca? I Fruttini di Matteo, frutta svuotata e riempita col proprio sorbetto, un inno alla purezza del gusto e all’artigianalità italiana.

Il progetto di Michele Bönan per il Caffè dell’Oro

Il restyling firmato Michele Bönan trasforma il Caffè dell’Oro in un luogo che celebra lo stile e l’eleganza degli anni ’50, epoca chiave per la nascita dell’alta moda fiorentina. Il calore del mogano si unisce alla morbidezza dei tessuti bouclé, mentre l’ottone brunito del nuovo bancone bar si impone come elemento centrale, solido e insieme brillante, segnando il ritmo dello spazio con la sua presenza scenica. È il cuore di Caffè dell’Oro, attorno al quale prende forma una drink list che spazia dai classici ai twist d’autore, con un “Angolo del Vermouth” che rende omaggio alla tradizione italiana della miscelazione. Le tovagliette in ottone, con il disegno delicato del Ponte Vecchio e dell’Arno, aggiungono un tocco di poesia sottolineando il legame profondo con la città.

Info utili

Caffè dell’Oro

Lungarno degli Acciaiuoli, 4, 50123 Firenze FI

Tel: 055 2726 8912

Sito

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