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InAlto: la baita sospesa nel vuoto dove il gusto incontra il cielo

Da InAlto, la cucina dello chef stellato Alfio Ghezzi ad alta quota tra la neve del Col Margherita.

A 514 metri sopra il livello della meraviglia – come amano dire i suoi ospiti – InAlto non è soltanto un ristorante. È un’esperienza. Un luogo sospeso nel vuoto, arroccato sul Col Margherita, dove il confine tra cucina, natura e accoglienza si dissolve per lasciare spazio a un’emozione pura, fatta di sapori autentici e panorami dolomitici che lasciano senza fiato.

Qui, l’ospitalità calorosa di Marco Donazzolo, maitre di sala, e la visione gastronomica di Alfio Ghezzi si fondono in un progetto unico nelle Alpi: un modo nuovo di vivere la montagna, rispettoso, consapevole, profondamente radicato nel territorio.

Una baita perfetta per chi ama sciare, abbracciata dal panorama del comprensorio di Col Margherita, uno dei punti più suggestivi e scenografici dell’area sciistica. Qui, tra piste ampie, neve brillante e un’atmosfera di alta quota, la pausa gastronomica diventa esperienza: una cucina gourmet che interpreta il territorio con eleganza, ingredienti locali e piatti dal carattere alpino contemporaneo. È il luogo ideale dove arrivare con gli sci ai piedi e lasciarsi accogliere dal calore del legno, dai profumi di montagna e da una proposta culinaria che unisce comfort e fine dining, rendendo ogni giornata sulle piste ancora più memorabile.

Una filosofia che viene dalla terra: la filiera corta come atto d’amore

A InAlto la filiera corta non è uno slogan. È una filosofia. Una promessa mantenuta ogni giorno. La maggior parte degli ingredienti percorre distanze minime prima di raggiungere la cucina: arrivano da contadini, allevatori e piccoli artigiani del Trentino-Alto Adige, dal vicino Veneto o dall’intero arco alpino. Produttori veri, persone che Marco e lo staff conoscono uno a uno, custodendo con loro un rapporto fatto di fiducia, valori condivisi e un senso profondo di responsabilità reciproca.
Ridurre i chilometri significa garantire freschezza assoluta, mantenere autenticità e sostenere con convinzione le comunità locali. Ma significa anche salvaguardare l’ambiente, alleggerendo l’impronta di ogni piatto.
A InAlto, ogni assaggio è un legame diretto con la terra, un piccolo ritratto edibile del territorio alpino.

Un menu che parla la lingua della montagna

La cucina di Alfio Ghezzi e del suo giovane team prende forma qui, tra le vette, seguendo il ritmo lento e preciso della natura. Le stagioni non sono un limite: sono il racconto. Ogni ingrediente entra in menu solo nel momento migliore della sua espressione, quando la sua anima gustativa è piena, intensa, sincera.

La cucina panoramica di In Alto si racconta attraverso un percorso sensoriale che unisce territorio, tecnica e una visione contemporanea del gusto. L’esperienza inizia con l’uovo di fattoria, accompagnato da un croccante rosti di patate, una morbida fonduta di formaggio, funghi e speck, seguito dal cervo della Val Rendena battuto al coltello con uova di trota alla liquirizia, zucchine e rafano. Tra i primi spiccano i pache Monograno Felicetti allo Chardonnay di montagna e ginepro, e il tagliolino con funghi raccolti e mirtilli di bosco, omaggio alla ricchezza del sottobosco. Nei secondi, il filetto di suinetto, interpretato come un elegante Wellington, si adagia su un purè di patate e biete; non mancano le patate al quartirolo e cipollotto, comfort food alpino nella sua forma più pura. Il finale è affidato alla soffice torta di rose con crema allo zabaione.

A rendere unico il percorso è il pairing curato da Alessia Cimarolli, che sostituisce la tradizionale proposta enologica con una selezione di succhi ed estratti ottenuti tramite foraging: infusioni spontanee, erbe selvatiche e frutti di montagna che dialogano con ogni piatto, creando un equilibrio raffinato e sorprendente tra natura e cucina d’autore.

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