I sapori meridionali si fondono alla tradizione gastronomica romana in un locale che accoglie e racconta nel quartiere Prati di Roma: Osteria degli Avvocati.
C’è un’energia speciale nella nuova sede dell’Osteria degli Avvocati, riaperta nel cuore di Prati, in via Trionfale. È l’energia di chi ha scelto la ristorazione per passione e vocazione, dopo aver indossato per anni la toga: Lorenzo Giacco, chef, e Adele De Quattro, sommelier a guida della sala, coppia nella vita e nel lavoro, hanno trasformato la loro osteria in un luogo di identità gastronomica e sentimento.
La cena che abbiamo vissuto qui racconta esattamente questo: la voglia di rimettersi in gioco con coraggio lanciandosi in un ambiente caotico ma estremamente soddisfacente come quello della cucina e della sala, sviluppando dei piatti capaci di raccontare le origini meridionali che perfettamente si fondono con la tradizione gastronomica romana.
Ed è proprio uno degli ingredienti simbolo della cucina romana a diventare il focus di un menu davvero particolare, esprimendo la sua versatilità nelle varie espressioni proposte dallo chef Giacco.
Il protagonista è lui: il baccalà.

Un locale che accoglie e racconta
La nuova Osteria degli Avvocati si sviluppa in due sale intime, arricchite da dettagli vintage di oggetti realmente appartenuti alla famiglia di Adele. Qui ci si sente scaldati da un’atmosfera casalinga, giusto contesto per degustare i piatti autentici dell’Osteria, abbinati ai vini di piccole cantine artigianali Italiane selezionate dalla sommelier De Quattro, capace con cordialità e pazienza di accogliere i commensali al meglio.
Il baccalà: identità, sostenibilità e tecnica
La cena si apre con un racconto, quello del rapporto tra lo chef e l’ormai iconico ingrediente della sua Osteria degli Avvocati: il baccalà per lui non è solo una materia prima, ma il ricordo di un ingrediente poco gradito al suo palato infantile che decide di sfidare e trasformare nel suo cavallo di battaglia. La sua cucina mette al centro di un percorso gastronomico ricco e coerente questo ingrediente sincero e con poche pretese.
Nel corso della degustazione il baccalà è apparso in espressioni diverse, ognuna con una personalità propria frutto di uno studio approfondito dello chef Lorenzo Giacco su questo ingrediente: mantecato morbido, come vuole la tradizione portoghese; in versione croccante, con i classici filetti pastellati o nell’originale “Baccarciofo” ; avvolgente, nel taglio delle Isole Faroer, che diventa secondo piatto dalla consistenza quasi burrosa; romantico, protagonista di una ricetta che Lorenzo dedicò ad Adele e che è ancora in menu, accompagnato da uno spaghetto lungo di Gragnano, pomodori datterini gialli, olive taggiasche, capperi e origano.

Tradizione romana e sostenibilità: la seconda anima dell’Osteria degli Avvocati
L’Osteria degli Avvocati resta comunque ancorata a una Roma autentica, proponendo in menu anche alcuni classici della cucina della Capitale: carbonara, amatriciana, cacio e pepe e carciofi alla giudia.
Nessuna rivisitazione, ma ingredienti di altissima qualità selezionati con attenzione e rispetto per l’ambiente. La sostenibilità, infatti, è tra i valori principali della filosofia di Lorenzo e Adele: il menù cambia ogni tre mesi e gli sprechi vengono ridotti grazie a due essiccatori che trasformano scarti in polveri, spezie e aromi nuovi.
Merita una menzione anche l’offerta vegetariana e vegana: Tempure leggere, sughi ricavati dagli scarti essiccati, verdure trattate con la stessa cura del pesce. Come dice lo chef: “una zucchina, se rispettata, può emozionare quanto il baccalà”.
La cena all’Osteria degli Avvocati è un viaggio di equilibrio tra memoria e contemporaneità. Non c’è teatralità, non c’è ricercatezza superflua: c’è l’intenzione pura di nutrire, nel senso più completo del termine. C’è calore, c’è prossimità. Il baccalà è il simbolo di tutto questo: un ingrediente che parla di storia e di povertà, di Roma e del mondo. Qui diventa il manifesto di una cucina essenziale e sincera, ma d’impatto.

