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Cocktail Bar: i 10 migliori di Napoli e provincia

La mixology partenopea è in fermento. Abbiamo stilato una lista di dieci realtà segnanti, affinché il cocktail rappresenti un’esperienza, non solo qualcosa da versare in un bicchiere.

In tanti restiamo ipnotizzati dai gesti del bartender. Ne osserviamo l’attrezzatura, la cura nei dosaggi e poi quel famoso gesto atletico. A metà tra un ballerino ed un giocoliere. Shakerare seguendo un proprio ritmo interno, catalizzando gli sguardi di chi circonda il bancone bar. Eppure troppi puristi continuano a storcere il naso, pensando che, in fondo, siano solo bombe di zucchero ed alcol. Niente di più falso, come in ogni settore, è il professionista a fare la differenza. Studio, gavetta, prove su prove. Con l’imperativo di sviluppare un ottimo palato perché, come insegnano gli chef, avere sensibilità per il famoso bilanciamento dei sapori, il cosiddetto “balance”, significa proporre un gusto armonico. Affinché rappresenti un’esperienza, non solo qualcosa da versare in un bicchiere.

Chi è il Mixologist?

Il bartender assembla, il mixologist crea la ricetta. È lui l’alchimista. E potrebbe sorprendere che, oggi, il grosso del lavoro si sta facendo proprio su miscele con un tenore alcolico sempre più basso. Per rendere il cocktail piacevole, “beverino”, soprattutto per lasciar venir fuori tutti gli altri sapori. E si sta sperimentando anche sul giusto quantitativo di zucchero, nonché sulla tipologia di dolcificante da utilizzare. Spesso, si tratta di agave o stevia. Ma il dolce ci vuole, è parte integrante del bilanciamento complessivo perché parliamo di proposte con un’importante nota acida. Pensiamo al limone, agli agrumi in genere.

Il dolce rappresenta il loro contraltare, sapori che si esaltano a vicenda, è la solita teoria degli opposti. E poi le ricette. I grandi classici che, chi fa questo lavoro, dovrebbe saper fare ad occhi chiusi, ma anche idee creative che costruiscono un progetto e delineano un’identità. La scelta delle materie prime, il rispetto per la loro stagionalità. L’approccio è cambiato, il bar si eleva al livello di una grande cucina con cui finalmente dialogare.

Abbiamo selezionato 10 Cocktail Bar che, tra Napoli e provincia, si stanno imponendo con personalità.

Ed un grazie speciale al mixologist e imprenditore Doriano Mancusi per averci aiutato ad aprire la mente. Scoprendo tutto quello che di buono sta arrivando dal mondo Cocktail.

Cocktail Bar Napoli

Archivio Storico – Cocktail Bar and Wonderfood

Nel quartiere Vomero, un omaggio alla gloria della Napoli che fu. Le cinque sale principali sono dedicate ai cinque Re Borbone delle Due Sicilie. Anche il menu nasce dalla rivisitazione in chiave Borbonica dei classici piatti della cucina partenopea. Con una firma importante, quella dello chef Pasquale Palamaro del ristorante Indaco, una stella Michelin. Uova a 68 gradi con ragù napoletano, gel di basilico e gemmine di pane all’aglio novello, solo per fare un esempio. Ottima anche la carta dei vini, ma chi punta al cocktail verrà accontentato da una selezione di grandi classici realizzati con ingredienti scelti con cura. Di grande raffinatezza il Mulata daiquiri, a base di Bacardi rum carta oro, Crema di cacao Monin, succo di limone e zucchero.

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L’Antiquario

Nel quartiere Chiaia, un luogo che sa essere classico, contemporaneo e moderno. Loro si definiscono esattamente così. Un luogo che, esternamente, appare come un negozio di antiquariato, all’interno è molto intimo, curato. Atmosfera soffusa e avvolgente. Un tuffo negli anni del proibizionismo, un po’ come essere in un bar della New York anni ‘20. Il consiglio è un Tequila Patrón Silver, preparato con succo di lime fresco e liquore alle arance. E buon Margarita a tutti dal preparatissimo (e cordialissimo) staff.

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Barril

Nel quartiere Chiaia, un cocktail bar che è praticamente un giardino fiorito. Lounge bar con un prezioso occhio di riguardo per il cibo che accompagna i drink. Tutto home made, compresi i buns per servire i mini hamburger. E visto che Napoli è Napoli, nel brunch del fine settimana, tra le varie proposte, è possibile assaggiare anche il ragù. Il tutto, pasteggiando con ottimi cocktail in abbinamento, grandi classici e proposte creative. Musica Jazz e Bossa Nova in sottofondo. Un luogo dove lo studio, l’architettura e il design si fondono con la passione e l’attenzione a materiali eco sostenibili, ogni oggetto ha una storia. Tra le proposte mixology, il Paloma che già profuma d’estate, a base Tequila Espolon ed Agave puro al 100%.

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Malandrino – Tapas e Pizza Lounge

Via Posillipo, all’interno di Palazzo Petrucci, il ristorante stellato guidato dallo chef Lino Scarallo. Malandrino è la loro area lounge bar, su al settimo piano, praticamente in cima. Musica, drink e degustazioni che sono l’estensione diretta della cucina di estrema qualità ormai bigliettino da visita della struttura. Panorama mozzafiato che profuma di mare. Tra le proposte mixology, il Bloody Mary all’italiana, con Vodka al sedano, estratto di pomodorino del piennolo, eale e pepe, salsa Worcestershire, Tabasco, Bitter Bloody Mermaid e sentori di provola. Si sente la mano del grande chef?

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Dry Martini Sorrento by Javier de las Muelas

All’interno del Majestic Palace Hotel, a Sant’Agnello, a due passi da Sorrento. Eleganza allo stato puro in entrambe le location disponibili, terrazza e main hall in cui è fortissimo il richiamo verso l’ipnotica parete specchiata a tutta altezza che riflette la selezione di bottiglie. Gli ambienti appaiono dilatati in un suggestivo gioco di luci. Oppure si può sorseggiare in terrazza, con una vista da sogno punteggiata da colori e profumi tipicamente mediterranei. Lista cocktail ben assortita e proposte tecnicamente perfette. Cosa scegliere? Magari un classico Negroni che profuma di tartufo, giusto per iniziare a scaldare i motori. Diversamente, sappiate che a dirigere il circo c’è Lucio D’Orsi. Famosissimo bartender e sommelier. E chi non vorrebbe un consiglio da lui?

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Porto 51

Sbarchiamo sull’isola d’Ischia per una delle proposte mixology più innovative e curate del momento. Porto 51 è “Music, drink & food”, taglio sartoriale riconoscibile anche mangiando una “Zingara”, il tipico panino all’ischitana. I Mancusi sono quattro fratelli, ognuno con il suo ruolo preciso. Ai cocktail pensa Doriano, così come alla “Cocktaileria del Golfo”, la linea “ready to drink”, nata per scommessa durante il primo lockdown. “Avevo tempo per sperimentare e mi piaceva l’idea che ci si potesse concedere un buon aperitivo a casa”. All’intuizione iniziale, sono seguite ricette che sorprendono per equilibrio e materie prime. Invece, comodamente al banco, ci facciamo trasportare in Giappone con uno Shinjuku, a base di Nikka whisky, Yuzu Sake, Ginger, Teapot bitter, Mandarin sherbet e Lime.

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Laboratorio Folkloristico

A Pomigliano d’Arco, in provincia di Napoli. Drink, Food e Social Space. Vero laboratorio di idee con le firme di Francesco Manna, Enzo Monda e Vincenzo Pagliara. Hanno aperto dopo il primo lockdown e sono già Miglior Cocktail Bar della Campania per il Gambero Rosso.  Nel menu, molti ingredienti sono in dialetto napoletano “per far arrivare meglio il messaggio ai clienti”. Drink elaborati che strizzano l’occhio all’alta cucina. Fantasia, ricerca e modernità. Un esempio è A vicchiarella pt. 2, con Chazallettes Dry (Vermouth), babà napoletano, caffè e fico. Deciso nel gusto, rassicurante per il suo rimando a ricordi d’infanzia. Alla base di tutto, il desiderio di valorizzare la propria terra attraverso i cocktail. E con folklore.

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Happening Cocktail Bar

Nel quartiere Chiaia, un format nuovo già a partire dagli elementi d’arredo. Originali, ricchi di spunti creativi. È un luogo piccolo e molto accogliente, i cocktail sono preparati scegliendo tra i migliori distillati e liquori. Per il servizio, coppe e bicchieri dal design accattivante. Optiamo per un Baby don’t cry, con Star of Bombay, Lime, Rosolio di bergamotto e cetriolo. Forti note citriche accompagnate dalla gentilezza dei vegetali.

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Platanos Exotic Bar

Nel quartiere Chiaia, da un’idea del già noto L’Antiquario (presente anche qui nella nostra top-ten). Il Platanos è un bar dai forti richiami esotici, cocktail e tapas compresi. Moderno e colorato, coccola con quel suo ricordare luoghi di vacanze rilassanti e inebrianti al tempo stesso. Colori e sapori che stuzzicano occhi e palato. Tutto viene curato nei dettagli, materie prime selezionate al servizio di uno collaudatissimo marchio di fabbrica. Consigliamo il Planter’s Punch, con Rum jamaicano di melassa, frutti tropicali, sciroppo di zucchero panela, tè nero e lime.

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Flanagan’s

Nel quartiere Chiaia, con quel forte desiderio di stare dietro al bancone e fare bene. Soprattutto, di recuperare la vecchia maniera di vivere i cocktail. Quando la differenza tra quantità e qualità era alla base di tutto e determinava la scelta di un preciso momento da vivere. Il menu è molto originale proprio perché, qui, non si va solo a caccia di gusti, ma di emozioni. Che poi diventano ricordi. Per fare un esempio, consigliamo il Pachamama, preparato con Pisco acholado, crema di more e cordiale di lime. In un cocktail, le coltivazioni del Perù con l’atmosfera di un bar londinese anni ‘80.

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