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La rivoluzione silenziosa della mixology umbra

mixology umbra

Un viaggio nei cocktail bar che stanno riscrivendo la storia della mixology umbra anche con la Perugia Cocktail Week.

Le tre consonanti che formano il cuore della parola “Umbria” – la M, la B e la R – stanno strette l’una all’altra, quasi a proteggersi. Proprio come questa regione che, schiacciata tra colossi turistici come Toscana e Lazio, ha sempre difeso con orgoglio la propria identità. E lo fa anche nel mondo del bere miscelato, dove negli ultimi anni sta avvenendo una piccola rivoluzione silenziosa: bar d’autore, bartender visionari e una rinnovata attenzione per la qualità stanno ridisegnando la geografia della mixology umbra.

Una delle scintille che ha acceso questa trasformazione è sicuramente la Perugia Cocktail Week, che dal 16 al 22 giugno torna per la sua quarta edizione. La manifestazione non è solo un evento; è diventata un catalizzatore per l’intero territorio, capace di mettere in rete professionisti, luoghi e idee. E mentre il capoluogo si conferma epicentro di una scena sempre più vivace, anche il resto della regione risponde presente, con progetti solidi e locali che meritano attenzione ben oltre i confini provinciali.

Drink e cocktail bar della regione

A Corciano, alle porte di Perugia, Il Vizietto è l’esempio perfetto di come si possa coniugare cucina etnica e cocktail d’autore. Nato come costola del ristorante giapponese Il Vizio, propone una mixology dal tocco nipponico: shiso, yuzu, guacamole e salsa teriyaki diventano ingredienti sorprendenti nei drink firmati dal bar manager Lorenzo Flaccavento. Da provare il Japanese Margarita, che interpreta la tequila con acidità orientali e guizzi vegetali.

Nel cuore della città, all’interno del raffinato Hotel Sina Brufani, il Collins’ Bar è un punto di riferimento per chi cerca eleganza e innovazione. Vincitore del premio “Miglior Bar Innovativo del Centro Italia” al contest Mix In Dreams, propone cocktail creativi e un’ottima selezione analcolica. Imperdibile il Gu-co Fantastico, a base di Tanqueray Ten, bergamotto e cordial di limone.

A Foligno, il Sottosopra si distingue per la capacità di unire un’anima vivace e contemporanea a una proposta di grande personalità. Qui il cocktail diventa linguaggio identitario come nel caso del “Lu Vecchiu”, affumicato ai fiori di lavanda e intriso di sapori agrumati, o del “Reverse in the Club”, che gioca con note dolci e floreali.

Affacciato sul lago Trasimeno, il Darsena Live Music di Castiglione del Lago è un baluardo storico del divertimento e della musica live. Ma dietro il palco c’è anche una miscelazione attenta e di qualità, che accompagna piatti del territorio e concerti con la stessa passione da oltre vent’anni.

A Gubbio, Placebo Drink Room si trasforma nel corso della giornata, da rifugio elegante in stile art déco per aperitivi sofisticati, a vivace lounge notturna. Cocktail sartoriali e ambiente scenografico ne fanno uno dei locali più affascinanti della regione.

A Magione, La Meglio Gioventù ha fatto dell’eclettismo la propria cifra. Guidato dal bartender autodidatta Matteo Messini, propone drink sorprendenti in un contesto informale e dinamico, capace di attirare un pubblico curioso e cosmopolita.

Città di Castello risponde con Angolo 41, un bar dallo spirito “garden underground” fondato da Jacopo Brasanti. Qui la miscelazione incontra la tradizione gastronomica umbra, in uno spazio dove natura, storia e creatività si intrecciano.

A Montefalco, Hype è il bar per chi cerca esperienze contemporanee e cocktail fuori dagli schemi, dai drink ispirati al rock come “Sweet Child O’Mine” e “Born in the USA”, fino al poetico “Umbria Tranquilla”, un sorso bucolico che racconta la regione con bourbon, spuma di pera e camomilla.

Infine Terni, dove People Drink Emotion è un progetto che mette al centro l’esperienza sensoriale; un bar dove il drink non è solo una bevanda, ma un gesto narrativo che coinvolge tutti i sensi.

La mixology umbra oggi è questo, una mappa in evoluzione fatta di storie, contaminazioni e ritorni alle radici. Un piccolo universo che la Perugia Cocktail Week ha aiutato a mettere a fuoco, ma che ormai cammina con le proprie gambe, guidato dalla passione di chi dietro al bancone non vuole solo servire un cocktail, ma raccontare un territorio.

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