Attualissimo il tema della buona ristorazione all’interno dei grandi alberghi, ristoranti di qualità aperti anche al pubblico esterno. Napoli si adegua e lo fa, stavolta, in un ex convento con la nuova Terrazza dei Barbanti.
Una storia antica con le radici ben piantate nel cuore della montagna. L’Hotel San Francesco al Monte è nella parte alta di Napoli. Per raggiungerlo bisogna percorrere il panoramico Corso Vittorio Emanuele. È il risultato di un progetto di risanamento del convento di Santa Lucia al Monte firmato dall’architetto Luciano Raffin. La struttura risale al XVI secolo e, difficile crederlo, rappresenta l’effetto domino di una prima, minuscola cella che frate Agostino da Miglionico, dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali, detti anche Barbanti per la loro barba fluente, scavò nella collina di San Martino. L’ampliamento è stato graduale, dapprima con la chiesa di Santa Lucia Vergine e Martire, successivamente trasformandosi in un vero e proprio convento.
Oggi, parliamo di un raffinato hotel artistico con un panorama che restituisce l’inconfondibile skyline napoletano. Vesuvio compreso. Restaurato, ma abilmente conservato, il progetto ha adattato l’antico monastero alle esigenze di una più moderna hospitality. Preservando aree artisticamente affascinanti come la Cappella di San Giovan Giuseppe della Croce, patrono della dirimpettaia isola di Ischia, la Sala del Forno e il Refettorio. Frammenti di affreschi, antiche maioliche e decorazioni sono in ogni angolo della struttura.
Dopo un doveroso giro di perlustrazione, in un misto di rapimento e meraviglia, ci siamo diretti su al quarto piano. Lì ci attendeva il nostro tavolo per la cena.
La proposta gastronomica
La Terrazza dei Barbanti, questo il nome scelto per il ristorante, in onore dei frati dalla lunga barba, riapre quest’anno con interessanti ventate di novità. La presa in carica da parte di “Sole Group” con Leonardo Campagna, punto di riferimento storico nel mondo dell’eventistica e dei ricevimenti a Napoli, significa puntare sulla ristorazione come nuova offerta per la città e non solo.
Il ristorante è aperto anche a un pubblico esterno che non soggiorna in hotel. Accolti in un arredamento semplice ed elegante, ci sono una sala principale, molto classica, e altri ambienti, lasciati in stile refettorio, per un desco più suggestivo. Servizio attento e professionale con il panorama che è quello, inconfondibile, del Golfo di Napoli. Cucina mediterranea, tradizionale, ai fornelli c’è chef Vincenzo Stingone, mentre a dirigere la sala, incontriamo un serafico Giuseppe Migliarotti.
Clima immediatamente tranquillo, placido, in perfetto stile monastico. Pianoforte in sottofondo per completare la meditazione. Menu stagionale, sintetico, con un occhio di riguardo per i prodotti di mare. Non mancano gli intoccabili della tradizione culinaria partenopea e, curiosità, ci sono anche i salumi di mare dello chef stellato Pasquale Palamaro di Ischia. La carta dei vini merita sicuramente un ampliamento, intanto c’è molto territorio e timide incursioni tra i vini del nord-est italiano ed una piccola proposta di Champagne.
I piatti
Guidati dallo chef, abbiamo assaggiato l’insalatina di crostacei e Mozzarella di Bufala Campana dop, fresco e gustoso benvenuto che punta tutto sulla qualità della spesa. Proseguendo con la parmigiana di melanzane violette, servita con ragù e basilico in più consistenze. Un piatto che si lascia divorare e che chiama la scarpetta esattamente come il suo parente di riferimento. Tentacolo di piovra fritta con fagioli borlotti lucani, cannella e guanciale di Amatrice, per terminare con gli antipasti.
Arriva il risotto ed è un Carnaroli invecchiato dodici mesi, cotto in estrazione di crostacei e molluschi e mantecato al burro di plancton. Dunque, risotto di mare nella sua profonda essenza. Proseguiamo con un assaggio di Vermicelli, aglio, olio e peperoncino, con rana pescatrice, Pomodorini del Piennolo del Vesuvio e Colatura di alici di Cetara. Ancora due DOP per dipingere il territorio in cui siamo. Salutiamo gli amati carboidrati e assaggiamo uno dei piatti più richiesti, il filetto di branzino, deliziosamente caramellato in superficie, con gamberi crudi, asparagi, ravanelli, cipolla di Tropea e salsa a base di yogurt e zenzero. Si gioca con le consistenze e con le sensazioni.
Momento dolce con la Millefrolle di Pastiera (non è un errore di battitura), accompagnata da salsa di Limoncello. Semplicità, gusti intensi, attenzione alle materie prime, in un costante pas de deux con la tradizione. In mezzo a tanto senso artistico, abbiamo trovato sensato il richiamo ad una cucina leggibile e rassicurante. L’unico rammarico è stato l’aver scelto una serata di pioggia, sarà un’ottima ragione per tornare e godere della terrazza e di tutta la luce napoletana.
Info utili
Ristorante “La Terrazza dei Barbanti”
(fa parte dell’Hotel San Francesco al Monte)
Corso Vittorio Emanuele, 328
80135 Napoli
Tel. 081 4239111
Il sito