Siciliainbocca Prati, lo storico ristorante romano rinasce nel nuovo indirizzo di via Giuseppe Ferrari, unendo tradizione, design contemporaneo e specialità dell’isola.
Siciliainbocca, icona della cucina siciliana a Roma dal 1999, inaugura la nuova sede in via Giuseppe Ferrari 6 sotto la guida di Azzurra Certo. Tuttavia, non è un semplice trasloco: è una rinascita curata dallo studio UZISA, che reinterpreta l’identità mediterranea con maioliche calatine e teste di moro. Parallelamente, si introduce un banco pasticceria take away, permettendo di vivere i sapori dell’isola tutto il giorno.

Radici e ali: la storia che prende nuova casa
Tutto iniziò negli anni ’70 quando Enzo Certo, ceduto il posto Alitalia alla moglie Paola, trasformò la nostalgia per i sapori natìi in un ristorante. Conseguentemente, nel 1999 aprì la prima sede in via Faà di Bruno con soli 20 coperti. D’altro canto, il nome “Siciliainbocca” nacque dal libro di ricette di Franca Colonna Romano, incontrata in volo da Paola. Contemporaneamente, il logo – un sole sorridente – fu concesso dal pittore Ciccio Contraffatto, nipote dell’artista Francesco. Dopodiché, la scomparsa di Enzo nel 2005 portò Azzurra a ereditare l’eredità paterna. Oggi, dopo 25 anni di successi, la scelta di trasferirsi nell’ex locale Ulisse (simbolo del quartiere dal 1927) celebra la resilienza: “Meritiamo un posto ‘Wow!’ dove mangiare bene in bellezza”, afferma Azzurra.

Progetto UZISA: architettura che racconta l’anima di Siciliainbocca Prati
Lo studio siciliano UZISA, scoperto da Azzurra e il marito Carmine, ha plasmato gli spazi come un “racconto stratificato”. Materialmente, dominano maioliche smaltate, ceramiche calatine e cementine artigianali, mentre archi arabeggianti collegano le sale. Lampade sospese creano calore domestico e teste di moro di Caltagirone dialogano con geometrie moderne. Il progetto incarna l’ospitalità mediterranea: “Non una scenografia, ma spazi fluidi che uniscono memorie e contemporaneità”, spiegano i fondatori Musumeci. Pertanto, ogni dettaglio – dalle carte da parati artistiche agli inserti ceramici – trasforma la cena in un viaggio sensoriale nell’isola.

Cucina viva: tradizione che si rinnova
La brigata guidata dallo chef Michele Grippo (storico collaboratore dal 1999) mantiene i principi originari: ortodossia sugli ingredienti e “licenze poetiche” ereditate da Enzo. Parallelamente, però, evoluzioni come l’uso del mango siciliano o la cottura sottovuoto del baccalà riflettono i cambiamenti climatici e tecnologici. L’innovazione più significativa risiede negli eventi tematici: il Pistacchio Festival con l’agronomo Damiano Avanzato valorizza il Bronte DOP oltre le banalizzazioni, mentre le serate sul Cous Cous – servito in tajine artigianali – celebrano il crocevia culturale siciliano. D’altro canto, Carmine (marito di Azzurra e sommelier) guida degustazioni che riscoprono il Marsala nel pairing e nella mixology. Conseguentemente, la cucina diventa dialogo tra passato e futuro.

Ricette e territorio: viaggio nei sapori autentici
Dall’insalata messinese alla spigola alla palermitana, ogni piatto compone una mappa geografica dell’isola. Gli ingredienti provengono da eccellenze certificate: pistacchio di Bronte, olio Barbera di Palermo, gambero rosso di Mazara del Vallo. Ricette come la caponata con peperoni (innovazione di Enzo) convivono con classici come gli involtini di pesce spada. Contemporaneamente, il nuovo banco take away permette di portare a casa sughi sottovuoto e paste artigianali, mentre lo shop offre cioccolato di Modica Bonajuto o ceramiche Pattesi. Significativamente, persino i vassoi sono opere d’artigianato messinese, chiudendo il cerchio tra gusto e territorio.

Bottega siciliana: l’isola da portare a casa
Al piano inferiore, lo shop incarna la filosofia “Sicilia a 360 gradi”. Gastronomicamente, spiccano cioccolato di Modica Bonajuto (70% puro, aromi di agrumi o latte d’asina), croccantini ai pistacchi dei Fratelli Scimeca, e miele di ape nera sicula. L’artigianato celebra Caltagirone con teste di moro e pigne ceramiche Coffano/Boria. Il take away evolve: oltre ai piatti pronti, si compongono esperienze con formati di pasta cruda e sughi abbinati. Da ultimo, anche i dolci – dalla cassata Falcone alla setteveli – diventano viaggi memorabili da consumare oltre le mura del ristorante.

Come il sole del logo che sorride da vent’anni, Siciliainbocca Prati irradia calore identitario. Oggi, quelle maioliche accolgono storie nuove, mentre il sapore della caponata – fedele alla licenza poetica di Enzo – lega generazioni in un abbraccio senza tempo.
Siciliainbocca Prati, via Giuseppe Ferrari 6/10. Tel: 06 8391 2629. Aperto tutti i giorni a pranzo e cena. Chiuso: domenica. Sito | Instagram