A Venezia per la Biennale2024: tre destinazioni per soggiornare nell’arte e nella storia.
Ammirando la laguna dalla camera di un hotel icona dell’architettura di recupero post-industriale, dentro uno storico Palazzo vicino il canal Grande o in un salotto di un relais et chateaux, da sempre frequentato da grandi artisti: ecco qualche indirizzo per appassionati di arte e storia, per soggiornare a Venezia durante la Biennale (e non solo).
Hilton Molino Stucky, soggiornare in una icona dell’architettura di recupero post-industriale in Giudecca
Nell’isola della Giudecca, oltre i classici sentieri turistici, si può soggiornare in un antico mulino che rappresenta una delle strutture iconiche dell’architettura di recupero post-industriale.
Da qui, una comoda shuttle boat dell’hotel, ogni mezz’ora porta gli ospiti, direttamente alla fermata San Marco, dalla quale si possono raggiungere i luoghi di interesse più importanti, tra cui a pochi passi anche la Biennale.
Risale al 1884, il primo progetto di questo importante edificio che consisteva in una struttura lineare realizzata in laterizi di colore rosso: lo realizzò l’architetto tedesco Ernst Wullekopf su commissione dell’industriale Giovanni Stucky, il cui nome spicca sulla facciata dell’edificio centrale, sopra il quale è posizionato un complesso scultoreo rappresentante due figure femminili. Quella di destra è appoggiata a una pietra da mulino, l’altra addossata al macchinario d’un molino a cilindri: tradizione artigianale e progresso industriale che amichevolmente si danno la mano. E in questo gesto solidale incorniciano un grande orologio, simbolo di ordine, puntualità, progresso misurabile. Un vero e proprio manifesto “culturale” che seguirà l’edificio fino ai giorni nostri.
Dieci anni dopo la prima edificazione fu aggiunta una torre che rese ancora più imponente la facciata neogotica. Negli anni a seguire l’edificio fu ulteriormente ampliato, per organizzare al meglio la produzione. Quella che era una vera roccaforte produttiva che diede un contributo importante all’economia di Venezia, oggi è stato restituito al pubblico come un hotel di 379 tra camere e suite, con ristoranti e bar, una Spa, la piscina panoramica. Il rooftop, che si affaccia sulla laguna, offre un panorama inimitabile, sospeso tra mare, cielo e l’inconfondibile profilo dell’architettura della Serenissima.
Interessante la proposta gastronomica: quella informale del Rialto Bar & Restaurant, quella di Bacaromi che trae ispirazione da un bacaro veneziano e quella del Ristorante Aromi, per una atmosfera elegante con la splendida vista sul canale della Giudecca e su tutta Venezia.
L’ estate prosegue anche con una novità: il programma Taste & Soul, in corsa dal 26 luglio fino al 23 agosto, per una combinazione vincente di buona musica, proposte gastronomiche a cura dello chef Ivan Fargnoli, vino o champagne nelle terrazze di Aromi e Bacaromi.
Durante le serate, i rappresentanti delle cantine accompagneranno gli ospiti nella scelta dei vini che meglio si abbinano alle proposte gastronomiche, descrivendone le caratteristiche e raccontandone la storia.
Aman Venice, soggiorno da sogno sul Canal Grande
Sul Canal Grande, Palazzo Papadopoli è uno degli otto palazzi monumentali della Serenissima parte della prestigiosa collezione di hotel del gruppo Aman dal 2013, dopo un’attenta opera di restauro a cura di Jean-Michel Gathy. Ricco di tesori e opere d’arte d’inestimabile valore, Palazzo Papadopoli fu completato nel 1570 dall’architetto Gian Giacomo dé Grigi, su commissione della famiglia Coccina. Negli anni, alcuni dei più celebri artisti italiani, tra i quali Jacopo d’Antonio Sansovino e Giovanni Battista Tiepolo hanno contributo a rendere il Palazzo un vero e proprio museo. Proprio la famiglia Tiepolo acquistò il Palazzo nel 1748: a loro si devono gli affreschi di molte stanze, la costruzione dell’imponente biblioteca e la creazione di una vera propria collezione d’arte.
Il palazzo passò di mano più volte tra il 1837 e il 1864, quando fu acquistato dalla famiglia Papadopoli che avviò un’ambiziosa ristrutturazione, assumendo l’architetto Girolamo Levi, e affidando a Michelangelo Guggenheim la decorazione interna del piano nobile. Guggenheim reinventò gli spazi, trasformando il palazzo in una dimora perfetta per l’intrattenimento, una tra le prime della città dotata di ascensore, lampadari elettrici e telefoni interni. Vennero realizzati anche i due giardini del palazzo, che, ad oggi, sono tra gli spazi verdi privati più rari in città.
Alla fine dell’Ottocento, Vera Papadopoli Aldobrandini – con il palazzo parte della sua dote – sposò il Conte Giberto Arrivabene. Oggi Palazzo Papadopoli è di proprietà della Famiglia Arrivabene.
Aman Venice oggi offre 24 camere e suite, molte delle quali arricchite da opere di grandi artisti italiani, come l’architetto del XVI secolo Sansovino e il pittore del XVIII secolo Tiepolo. Gli arredi contemporanei, in linea con l’eleganza che contraddistingue Aman, sono in perfetta armonia con gli antichi rivestimenti murali in seta, i lampadari originali, gli affreschi, le boiserie e le chinoserie.
Al quarto piano del palazzo è inoltre disponibile l’appartamento Coccina, che offre tre camere da letto indipendenti per un totale di 290 mq, tutte con bagno privato, letti king-size, un soggiorno e una vista impareggiabile sul Canal Grande e i giardini interni. Nascosta in un mezzanino al terzo piano del Palazzo, anche una Sp: una piccola oasi di benessere che offre tre stanze per i trattamenti e rituali benessere ispirati alle filosofie curative asiatiche ma anche ai poteri benefici delle acque termali. I prodotti utilizzati sono quelli della linea Aman Skincare.
Al primo piano nobile del Palazzo, la proposta del ristorante Arva, a cura dell’Executive Chef Matteo Panfilio con un approccio creativo e sostenibile alla cucina, attraverso l’utilizzo dei migliori ingredienti di stagione mentre nella seconda sala del piano nobile con affacci sul giardino dell’hotel, il Bar di Aman Venice. Merita anche solo di essere sfogliato il menu della nuova signature cocktail list, inaugurata questa estate: si chiama Riflessioni ed è realizzato utilizzando gli stessi tessuti Rubelli originali, che impreziosiscono le pareti. Ogni cocktail è un un omaggio alle sale monumentali, alla storia e alle opere d’arte del Palazzo.
Inoltre, proprio in onore della 60esima edizione della Biennale D’arte di Venezia, il Palazzo dialoga con l’arte contemporanea e il giardino accoglie fino al 27 novembre 2024, due opere d’arte dell’artista austriaca di fama internazionale, Helga Vockenhuber: Il Grande Giglio del Silenzio e Apatheia – The Swing of Life.
Relais & Châteaux Londra Palace, l’affaccio privilegiato su Riva degli Schiavoni
Su Riva degli Schiavoni, a pochi passi dalla Biennale e vicino a importanti luoghi di interesse, il Londra Palace Venezia è una storica dimora inaugurata nel lontano 1853, da sempre luogo di incontro privilegiato di artisti e intellettuali: qui soggiornarono il compositore russo Petr Il’Ic Tchaikovsky, nel dicembre 1877 che compose nella stanza 106 i primi 3 movimenti della Sinfonia n. 4, il vate Gabriele D’Annunzio, nell’autunno del 1887, intervenendo all’inaugurazione del monumento, di fronte all’hotel, eretto a Vittorio Emanuele II, lo scrittore francese Jules Verne tra l’11 e il 13 luglio del 1884 e, ancora, lo scrittore argentino Jorge Luis Borges e il poeta russo Joseph Brodsky.
Alcune camere rendono omaggio proprio a questi personaggi, prendendo in prestito il loro nome.
Questo Relais & Châteaux – l’unico della Laguna – ha da poco svelato un nuovo volto, che consente agli ospiti di conoscere l’arte di artisti ed artigiani veneziani: un importate impegno dunque di valorizzazione e diffusione della cultura del territorio. Veneziano anche lo Studio di Architettura, incaricato per la ristrutturazione: lo studio Ruberti & Cutillo, ha lavorato sugli spazi della Lounge, l’LPV Restaurant e LPV Bar, di ispirazione Art Déco, partendo dallo studio della storica facciata in Pietra d’Istria bianca, per dare risalto a luminosità e geometrie. Così rombi e cerchi sono riportati negli ambienti interni grazie alle decorazioni delle pareti (boiserie, tessuti e mosaici) che ridefiniscono l’intero piano terra della dimora, creando continuità tra gli ambienti outdoor & indoor. La nuova Lounge, caratterizzata da boiserie, lesene, cornici a parete e a soffitto, pannelli in legno intagliati, grandi specchi, accoglie nuovi spazi con un affaccio privilegiato su Riva degli Schiavoni e sul Bacino di San Marco mentre il nuovo Salotto Zecchin diventa il luogo perfetto per chi vuole immergersi nel patrimonio storico artistico veneziano di inizio secolo: è qui che si trova la selezione d’arte e di libri storici della collezione privata della Famiglia Babini.
Degna di nota, è la proposta del ristorante. Nella sala impreziosita da tessuti Salomè, realizzati in esclusiva da Tessitura Rubelli, una delle più importanti realtà dell’artigianato veneziano dal 1800, e mosaici, realizzati da SICIS in una palette declinata nelle sfumature dell’oro, rosa, bronzo e del rame, tra arredi come il grande tavolo nero “Boboli” di Cassina e le sedute di Gallotti e Radice, l’Executive Chef Daniele Galliazzo porta in carta tre diversi menu che raccontano il territorio: “Pescaria” in onore alla storica zona del mercato di Rialto dedicata alla vendita del pescato locale, “Beccaria” per le carni della tradizione regionale, ad omaggio del Vicolo dei Macellai ed alla loro filosofia senza scarti, “Erbaria” che interpreta le ricche tradizioni orticole e di foraging di Venezia e delle isole-giardino della laguna. Per concludere, la carta dei dessert a cura della nuova Pastry Chef Sara Gambino, propone sapori delicati e freschi, con un twist di ricercatezza estetica come la “Mousse del Pavone” – semifreddo al mirtillo, salsa alla pesca e vaniglia.