Tra cooking class, gite a cavallo, picnic sul motu dopo lo snorkeling e soggiorni in bungalow overwater.
Lussureggiante, verdeggiante, sontuosa, bagnata da acque turchesi fluorescenti e approdo, nella sua laguna, di tartarughe marine, squali, razze e delfini. È l’isola di Moorea, facilmente raggiungibile da Papeete a bordo di un traghetto operato da Aremiti in soli 30 minuti. Una terra da scoprire in mare, partecipando ad esempio a un’escursione con Moorea Miti Tours, per una giornata memorabile, ma anche in sella a un cavallo o a tavola, dopo essersi immersi in una speciale cooking class per apprendere le ricette locali.
Tante occasioni per conoscere la cultura e le tradizioni del gioiello della Polinesia Francese che non ha nulla a che invidiare a Bora Bora con i suoi resort da sogno. Il tour in barca, una grande piroga moderna, comincia con i panorami, dal mare, di Cook’s o Opunohu Bay, per continuare con diverse tappe in acque paradisiache nella affascinante e magnetica barriera corallina: lo snorkeling è in una laguna acquario tra tranquilli squali pinna nera, pesci colorati e razze. Le stesse che girano intorno al tavolo usato per preparare dal vivo la ricetta del Poisson cru, il tonno fresco con latte di cocco che si crea espresso una volta approdati su un motu. L’isolotto piatto che si contrappone alla montagnosa Moorea, è l’oasi di pace dove rilassarsi, davanti ai polinesiani che mostrano a fine pasto come creare cappelli intrecciando foglie di palme da cocco, per dei deliziosi parasole tipici del luogo da riportare a casa. Ancora: si apprende come legare il pareo sarong alla polinesiana prima del rientro.


L’avventura continua con la ‘Balade à cheval’, la passeggiata a cavallo dal Ranch Opunohu, per esplorare in sella a quadrupedi del Cile come il dolce Pacifique, asmatico ma volenteroso e tenace, nonché star del cinema in Polinesia, le sconfinate distese di piantagioni di ananas e l’entroterra stretto tra acuminati picchi montagnosi ricchi di vegetazione floreale, dagli hibiscus al tiaré, l’odorosa gardenia polinesiana con cui, assieme alla copra, si fa anche l’olio di Monoï .
Irrinunciabile, durante un soggiorno per viaggiatori foodies, la Cooking class con Atunu Mai Moorea, una casa privata in stile tipico riadattata per alcune occasioni a scuola di cucina, per apprendere le tecniche tradizionali usando gli ingredienti locali, ed eseguire sotto la supervisione della ideatrice del progetto, le ricette prima di degustarle. Un’esperienza immersiva, alle prese con ananas, papaya, vaniglia, tonno rosso e cocco rapé che si contribuisce a fare usando la lama come fanno ancora i polinesiani, quando la domenica si riuniscono per consumare il Poisson cru au lait de coco.



Non costano niente ma non hanno prezzo, poi, i tramonti di Moorea, col cielo che si tinge di rosa e arancione in un colpo d’occhio magico, che si ammira soggiornando al Cook’s Bay Hotel & suites, dai suoi letti a baldacchino della picciola spiaggia, non lontano dall’ottimo ristorante della casa, frequentato anche dai locals. O, ancora, dai diversi localini sul mare della costa, mentre la sera per ascoltare la musica dal vivo, ‘the place to be’ è il locale O2 Coco, in cui dopo l’esibizione della band e la cena, ci si abbandona alle musiche tradizionali e si balla in pista. Il soggiorno da mille e una notte, invece, è al Manava Beach Resort & spa: è indimenticabile la speciale routine nei bungalow overwater, che alterna relax al sole a bagni nella laguna a un passo dalla stanza con una parte del pavimento trasparente per curiosare nell’acqua cristallina e sperare in un passaggio fortuito di un piccolo squalo, di una razza o di una tartaruga marina.

