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Osare tra Terra e Mare: Andrea Impero e Michele Giovannini

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La “cucina di pensiero” di Andrea Impero e la “cucina che osa” di Michele Giovannini si sono incontrate e fuse in un percorso degustazione che ha esplorato mare e terra lo scorso 2 dicembre presso il ristorante Osare a Roma

OSARE, ristorante con focus sulla cucina di pesce a pochi passi da Porta Pia, ormai non è più “la novità” di cui tutti parlano: è già un punto fermo nella nuova geografia gastronomica capitolina. Un luogo contemporaneo, volutamente informale nell’accoglienza, eppure estremamente serio quando si tratta di cucina. E quella sera, ad attendere gli ospiti, c’era una collaborazione che aveva il sapore delle occasioni da non perdere: la cena a 4 mani tra lo chef resident Michele Giovannini e Andrea Impero, anima creativa di Elementi Fine Dining, ristorante gourmet stellato del Borgobrufa SPA Resort in Umbria.

Un incontro di visioni: due cucine, un’unica narrazione

Le due cucine, affini e complementari, si sono intrecciate in un racconto gastronomico costruito su materia, tecnica ed emozione, in cui la cucina di mare e la cucina di terre si sono perfettamente integrate perfettamente.

In particolare, la presenza di Andrea Impero ha conferito alla serata un’aura di profonda contemporaneità. Classe 1990 e originario di Ferentino, Impero ha alle spalle un percorso internazionale che lo ha portato dalle cucine della Taverna del Capitano con Alfonso Caputo alla raffinata esperienza del Vivavoce by Don Alfonso Iaccarino a Roma, fino a importanti ruoli all’estero, tra cui quello di Executive Chef al Restaurant George I di Vladivostok e al Quattro Passi di Londra, per poi affermarsi come chef executive resident del fine dining russo Maritozzo a Mosca. Dopo queste esperienze, il suo ritorno in Italia – e la sua “reinvenzione” della cucina umbra – l’hanno condotto a guidare la cucina di Elementi Fine Dining, portando il ristorante a conquistare una Stella Michelin grazie a una visione chiara e profonda della gastronomia contemporanea. 

La filosofia di Elementi: una cucina di pensiero

La cucina di Impero si definisce di pensiero, una riflessione continua sul significato di cucinare che va oltre la trasformazione della materia prima. Al centro del suo lavoro c’è la ricerca instancabile dell’essenza, della verità, del benessere e dell’armonia. Ogni piatto è pensato come un messaggio: minimalista nella forma, profondamente radicato nella tradizione, ma pronto a dialogare con nuove suggestioni. 

Questa filosofia si traduce in una celebrazione della materia prima – scelta con cura tra i migliori allevatori, coltivatori e produttori locali – e nel rispetto assoluto della tradizione umbra, reinterpretata con tecnica e creatività. La cucina di Impero è dunque un’esperienza sensoriale ed emotiva, capace di fondere memoria e innovazione. 

OSARE: un ristorante che sta costruendo una nuova identità romana

L’identità di Osare è ben definita e forte e si percepisce dai piatti, dall’atmosfera, e da una proprietà che vive la sala in prima persona. Secondo loro, osare davvero in cucina significa aprirsi al confronto, creare connessioni e offrire un’esperienza che coniughi creatività, accoglienza ed eleganza.

Con la sua cucina di mare, Osare ha fornito il palcoscenico ideale per questo evento speciale. Alla guida della sua cucina c’è lo chef Michele Giovannini, talento emergente della scena romana, apprezzato per la sua tecnica sicura e una visione creativa che combina ingredienti tradizionali e accostamenti innovativi. Giovannini ha già maturato esperienze di rilievo come Executive Chef in diverse realtà gourmet — tra cui boutique hotel e ristoranti di alto livello — guidando la brigata di Osare con mano raffinata e un’attenzione meticolosa alla qualità delle materie prime. La sua cucina ha dialogato in perfetta sintonia con quella di Andrea Impero

Il menu: un percorso che alterna cuore, tecnica e creatività

Il viaggio culinario della cena è iniziato con un set di amuse bouche (lollipop di baccalà, melograno e mousse di alici; ritz homemade con pate di fegato di coniglio e gel al lemongrass; nuggets di pollo e peperoni con mousse di fegatini di pollo; aglione in pastella con tartufo bianco), accompagnate da una selezione di pane fatto in casa e da un burro affumicato e aromatizzato all’aglio e aringa. Si prosegue poi in modo deciso con il Gambero alla carbonara, un piatto iconico di Impero che gioca con la tradizione romana in modo sorprendente. A seguire, il Coniglio, scampo e parmentier di Giovannini ha mostrato un perfetto equilibrio tra terra e mare.

I Quadrucci ripieni di alici con salsa normanna e tartufo bianco hanno espresso tutta la raffinata visione stilistica di Impero, mentre lo Gnocco ripieno di ragù di vitella con spuma di vongole ed erbe di montagna ha incarnato lo spirito contemporaneo di OSARE.

Il Piccione al beccafico ha chiuso la sezione salata con una nota profonda e avvolgente, prima di lasciar spazio a Caffè latte e biscotti, il dessert di Giovannini che ha sigillato il percorso con eleganza, terminato con una selezione di piccola pasticceria.

Un format da ripetere

La sensazione, parlando con lo staff e osservando la sala piena e partecipe, è che questa non sia stata un’esperienza isolata. OSARE sembra intenzionato a dare continuità a queste collaborazioni tra chef di alto profilo, e la presenza di talenti come Andrea Impero fa capire quanto sia fertile il terreno gastronomico italiano quando le visioni si incontrano.

Serate così hanno un valore che va oltre il menu: portano energia, aprono conversazioni, costruiscono una comunità di appassionati che cerca qualità, ma anche autenticità.

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