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A Bacoli si coltiva il mare: storia e cucina dei Campi Flegrei

campi flegrei

Nuova meta esperienziale tra archeologia, civiltà del mare, vino e piatti tipici: i Campi Flegrei sono meta intrigante per il turista avventuriero, tra mito e modernità, è un territorio in continua evoluzione

<<Il bradisismo è il respiro del mare>>. Apriamo con le parole di Cristina Varchetta, giovane manager dell’azienda vitivinicola flegrea Cantine Astroni, perché ne siamo rimasti particolarmente toccati. Conosciamo la rincorsa ai titoli sensazionalistici, così come la pessima attitudine umana a sottolineare il negativo. Ma nei Campi Flegrei abbiamo vissuto un’esperienza immersiva, sfaccettata, soprattutto, ci è stato dipanato sotto agli occhi il filo unico che, tra mito e modernità, collega il mare, la terra e le persone.

E tra Bacoli e dintorni non è mancata la scossa: lo chiamano terremoto perché è una parola che fa più notizia, ma fa tanto male al territorio. Il bradisismo, ovvero il lento movimento del suolo, tipico dell’area dei Campi Flegrei, alterna fasi di sollevamento a fasi di abbassamento ed è di origine vulcanica. Non potrebbe essere altrimenti visto che tutta l’area è una caldera, un insieme di crateri. Movimenti che ci sono sempre stati e che non cesseranno. Si fermeranno per poi tornare ciclicamente e che sono solitamente superficiali, ma non siamo vulcanologi.

Piuttosto, per deformazione professionale, siamo avvezzi a porre domande ed a selezionare le fonti d’informazione attendibili. E questo lo diciamo nel sacrosanto rispetto degli abitanti del luogo: non si può fermare la natura, però si può investire per non esserne sopraffatti, per conviverci. E non è un caso se in tantissimi rimangono, iniziano ad organizzarsi, a fare rete sul territorio: cibo, vino, paesaggio, in una parola, esperienza. Tutto questo è Bacoli, il cosiddetto mare di Napoli. 

Un racconto che nasce dal mare, la civiltà anfibia dei Campi Flegrei

Senza radici non si costruisce nulla di nuovo ed è impossibile parlare di cibo senza conoscerne i luoghi d’origine. Non tutto può essere etichettabile come ‘napoletano’: i Campi Flegrei sono un territorio a sé, forte di un’identità antichissima e mistica, altro che bradisismo: secondo la leggenda, a scuotere la terra, sarebbero i continui litigi sottomarini tra Zeus e i Titani.

A proposito, sul territorio sono presenti preparatissime guide turistiche e svariati esperti di percorsi naturalistici per andare alla scoperta di laghi, paesaggi e di tutto quello che c’è sotto. Il giro in barca, quella con fondo trasparente per guardare giù, alla scoperta della città sommersa di Baia e dei suoi mosaici, così come la mitilicoltura che rende famosi i Campi Flegrei, sono due appuntamenti di grande interesse, per grandi e piccini. 

Riscatto pubblico e rinascita

Abbiamo visitato Villa Ferretti a Bacoli, ai piedi del Castello Aragonese di Baia. Si tratta dell’emblema della rinascita civile di un bene flegreo. Confiscato alla criminalità organizzata, è una struttura ottocentesca sul mare, con un parco di oltre 15.000 metri quadrati, rimasta chiusa e abbandonata per anni. Oggi è rinata, grazie ad una visione amministrativa che punta al recupero per restituire ai cittadini ciò che gli spetta: la fruizione di un luogo d’incontro, di una spiaggia pubblica ed è anche sede distaccata della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, nonché laboratorio di archeologia del mare privilegiato da una posizione unica. 

Lo stabulario di Pescheria Latomare

Un edificio dotato di due grandi impianti, uno orizzontale, l’altro verticale, con il compito di depurare l’acqua dei mitili, delle cozze di Bacoli. In altre parole, è la via più breve dal mare alla tavola. Una filiera cortissima che la Pescheria Latomare ha reso possibile con la presenza, all’interno della medesima struttura, del Centro Depurazione Molluschi più antico d’Italia. Tutto è sotto agli occhi di tutti e cosa c’è di meglio che vedere cosa precede un delizioso sauté di cozze? Professionalità e continua formazione sono il valore aggiunto di un’insegna che è più di una normale pescheria e che consente di accedere al dietro le quinte: oggi il consumatore è sempre più attento, dunque adeguarsi rende vincenti, oltre che affidabili.

Mytilus Fest il 12 e 13 luglio 

Nel villaggio gastronomico attrezzato ad hoc, sarà un fine settimana all’insegna dell’enogastronomia del mare: alla scoperta del territorio flegreo, con proposte per ogni età e musica dal vivo. La seconda edizione del Mytilus Fest si svolgerà nei giorni 12 e 13 luglio 2025, a passeggio nella città di Bacoli, visitando i vari corner di degustazione animati dai ristoratori locali, con il gran finale proprio sul porto di Baia. Evento messo a punto dall’Associazione Culturale MSP e dedicato alla memoria del suo ideatore Tony Scotto, si conferma anche quest’anno una preziosa occasione per celebrare la ricchezza indiscussa del territorio, i mitili, uno dei simboli della terra flegrea. Le cozze sono ingrediente peculiare della tradizione gastronomica del territorio bacolese e <<Mytilus Fest è un evento dal forte richiamo identitario, ma anche una grande opportunità di sviluppo, per promuovere la città e vivere serate di aggregazione. E quest’anno c’è anche uno sprone in più: l’iniziativa sarà al centro della proposta che invieremo al Ministero della Cultura per la candidatura di Bacoli a Capitale Italiana della Cultura 2028. Un sogno che coinvolgerà tutta la città. Un percorso che faremo tutti quanti insieme e che dimostra la nostra volontà di rimanere a vivere in questa terra millenaria e di preservarla e offrirla a tutti». Sono le accorate parole, dense d’impegno proattivo, del sindaco di Bacoli, Josi Della Ragione. Nella zona del porto di Baia, prenderanno consistenza, profumo e sapore le proposte dolci e salate a base di cozze firmate dai migliori chef, pizzaioli e pasticceri del territorio. A loro è affidato il compito di valorizzare una produzione che quest’anno, sebbene non particolarmente abbondante, mantiene un elevatissimo standard di qualità. 

Cosa si mangia nei Campi Flegrei

Mare in tutte le salse, mitili in primis, ma anche numerosi prodotti di terra che inglobano, prima, e schiudono, poi, la potenza di un suolo ricchissimo di minerali: il pomodoro cannellino, il mandarino, la cicerchia, legume tondeggiante simile al cece, il fagiolo zolfino spesso abbinato alle cozze. Tra i piatti, due sono i ricordi che abbiamo portato via dal mistero di quelle terre: la Zuppetta di cozze cotta a legna con pomodoro cannellino, peperoncino e origano, un assaggio segnante nell’atmosfera sorniona dell’Agriturismo Masseria Sardo, sul lago di Averno. A seguire, un’ovazione doverosa per i Tubetti rigati con anemoni, ricci di mare, salsa al rafano e sconcigli di Angelo Carannante, chef del ristorante Caracol, una stella Michelin. Un luogo piccolo e preziosissimo a Bacoli, a strapiombo sul mare.

Due punti di vista molto diversi tra loro, per atmosfera e visione del piatto in sé, ma che ugualmente riescono a tracciare una narrazione analoga di un territorio che va guardato meglio, tanta è la ricchezza da cogliere, da rileggere completamente, concedendosi il tempo giusto. Nei Campi Flegrei il mordi e il fuggi, così come l’overtourism non sono graditi e fortemente scoraggiati, soprattutto sarebbe una grande opportunità sprecata.

Carichi di meraviglia, sapori e luce, ringraziamo la Regione Campania per aver agevolato gli incontri nell’ambito di una più esaustiva conoscenza del format itinerante Praesentia.

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