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Raffadali: natura, enogastronomia e ospitalità in provincia di Agrigento

Raffadali

Alla scoperta di Raffadali, tra pistacchieti, bellezze  naturali, enogastronomia di qualità e luxury hotel.

Chi non è mai stato a spasso per un pistacchieto non può neanche lontanamente immaginare il lavoro e la dedizione necessari affinché dall’albero si possano ottenere frutti di qualità tali da poter essere definiti ‘oro verde’ come avviene a Raffadali. Ma non solo. Questo borgo dell’Agrigentino nasconde tante sorprese che ‘valgono il viaggio’ che noi abbiamo scoperto per voi e che, di seguito, vi raccontiamo.

Il pistacchio DOP

Raffadali

In Sicilia due sono i principali poli di produzione del Pistacchio: Bronte nel Catanese e Raffadali nell’Agrigentino. I numerosi terreni agricoli censiti nei comuni limitrofi, inoltre, sono coltivati da agricoltori di Raffadali, ragion per cui i loro prodotti vengono assimilati come prodotti raffadalesi.

Grazie a questa secolare attività, gli agricoltori, hanno saputo cogliere le caratteristiche e le condizioni ottimali dell’ambiente, acquisendo una capacità professionale unica e creando una ricchezza e un paesaggio unici al mondo. La sapienza dell’uomo nel coltivare e curare i pistacchieti nel rispetto delle tradizioni e culture locali e la salubrità dell’ambiente hanno contribuito, infatti, armonicamente a fornire a questo prodotto qualità uniche.

Cosa mangiare

Pasticceria Le Cuspidi a Raffadali

Raffadali

Non stupisce dunque che nel territorio esistano diverse realtà che dei prodotti a base di pistacchio, soprattutto dolci e creme, abbiano fatto il proprio fiore all’occhiello. Tra queste, una volta qui, vi consigliamo di fare tappa alla pasticceria Le Cuspidi dove tra granite, cornetti, ‘code di aragosta’ di sfoglia, tutti rigorosamente ripieni di pistacchi, ricci (piccoli dolcetti di pasta di pistacchio ricoperti di granella di pistacchi) non avrete che l’imbarazzo della scelta per iniziare la giornata.

Pasticceria Di Stefano

A proposito di pasticceria di qualità a Raffadali non si può non citare anche Di Stefano Dolciaria, una realtà dolciaria che ha fatto dei lievitati il proprio biglietto da visita non solo nel territorio ma in tutta Italia. Il laboratorio artigianale nasce nel 1986 come piccola realtà che nel tempo si è ampliata senza, tuttavia, mai perdere la vocazione alla genuinità. Se durante l’inverno il core business dell’azienda a conduzione familiare è rappresentato dal panettone, declinato in tante varianti tutte degne di nota, nella restante parte dell’anno è possibile gustare creme, pasticcini e dolci a base di pistacchio ma anche acquistare degli ‘home lab’ che consentono di preparare in casa alcuni dolci tipici della tradizione siciliana (ad esempio cannoli).

Presso la Pasticceria Di Stefano, il cui punto vendita si trova a Raffadali è possibile gustare specialità tipiche locali come i ricci e le colombine di mandorla e pistacchio, il gelato al pistacchio e, per chi ama i gusti un po’ particolari, il gelato al gusto di pecorino. Per chi avesse voglia di pistacchio declinato in versione salata, assolutamente da non perdere gli arancini (la declinazione maschile è data dalla provenienza dal territorio) al pesto di pistacchio.

Pizzeria Le Fontanelle

Ma Raffadali non è solo pistacchio e, soprattutto, il pistacchio non è solo un ingrediente da utilizzare nei dolci. A testimoniarlo Vincenzo La Porta, il Maestro pizzaiolo patròn della pizzeria “Le Fontanelle”. Vincenzo, classe 1992, è uno degli interpreti più innovativi della pizza contemporanea della sua generazione che con cura e impegno ha costruito un prodotto di grandissima qualità. Figlio d’arte di Rino La Porta e Luisa Iannotta che nel dicembre del 1995 aprirono la loro prima pizzeria da asporto nella piazza principale di Raffadali, inizia a muovere i primi passi sperimentando e studiando il mondo in continua evoluzione della pizza.

Così, dopo aver frequentato diversi corsi di specializzazione sulla pizza napoletana, ha messo a punto una proposta innovativa del noto lievitato partenopeo, elegante, leggera e digeribile, con cornicione alto e ben alveolato. Questa pizza è in grado di raccontare l’agrigentino con le sue eccellenze, quali il pistacchio DOP di Raffadali, le acciughe di Sciacca, i formaggi di capra girgentana, il pomodoro siccagno di Aragona, l’olio extravergine di oliva a km zero e poi quello campano, con le migliori mozzarelle selezionate dalla mamma Luisa, campana DOC.  Il menù de “Le Fontanelle” è ricco di pizze e sfizi che seguono la stagionalità degli ingredienti e vengono studiati secondo precisi abbinamenti di sapori.

Tra le specialità da non perdere ci sono anche le montanare fritte e le pizze al padellino. La pizza “che da sola vale il viaggio” è Radici, pizza contemporanea, 48 ore di maturazione, con stracotto di pomodoro siccagno di Aragona, cipolla, bietole ripassate in padella, pomodoro semi dry, primo sale di pecora, mollica alle acciughe e ricotta al forno. Memorabile.

Pizzeria Granofino a Villaggio Mosè

Restando in tema di pizza, a due passi da Raffadali, a Villaggio Mosè, frazione di Agrigento, vale anche la pena di andare a provare la pizza contemporanea di Granofino, la pizzeria e bistro il cui proprietario, Mario Ciulla, ha fatto della propria passione per i lievitati di qualità il proprio biglietto da visita e della continua ricerca il proprio fiore all’occhiello. Qui, a metà strada tra la Valle dei Templi e il mare, Granofino deve il suo nome alla passione del proprietario per la ricerca e la selezione dei prodotti. Rimasto colpito da una particolare texture di farina scelta per i suoi impasti ha, infatti, deciso che fosse il nome ideale per definire la sua idea di pizza.

Ma non è tutto. La mente eclettica di Mario, in continua evoluzione, non si ‘accontenta’ di offrire alla propria clientela una pizza altamente digeribile, risultato di 4 giorni di maturazione e 2 di lievitazione ottenuto grazie a un lievito sviluppato 7 anni fa con l’utilizzo di zuccheri naturali come quelli della mela e dell’uva passa, un’idratazione all’80% e cottura nel forno elettrico. Le conserve di carciofi, di melanzane, così come quella di pomodori, con cui le pizze sono condite, infatti, sono autoprodotte durante dei laboratori in cui sono coinvolti anche i clienti in prima persona.

La carta è ricca di proposte. Tra quelle da non perdere c’è la Norma di Girgenti con melanzane, ricotta salata, uovo, mozzarella e pomodoro, interessante rivisitazione dei cavatelli all’agrigentina, primo piatto tipico locale. Per i puristi amanti della semplicità, la Bufalina con filetto di pomodoro San Marzano Bio DOP, mozzarella di bufala campana DOP, parmigiano reggiano 36 mesi, olio evo bio e basilico fresco, la cui particolarità è data dalla lavorazione del pomodoro, cotto, spellato, messo sotto ghiaccio, tagliato in quattro e privato dei semi, rappresenta un’ottima variante della classica Margherita pur mantenendo fede ai suoi ingredienti base.

Dove dormire

Doric Eco Boutique Hotel Resort

Raffadali

Il Doric Eco Boutique Hotel Resort è immerso nel paesaggio UNESCO della Valle dei Templi di Agrigento da cui dista solo 1,5 km. L’hotel conta 28 camere tutte con vista sul maestoso tempio di Giunone: il fiore all’occhiello della struttura sono le 10 deluxe con vista sul tempio e piscina privata riscaldata e la queen panoramic con bagno turco e vasca idromassaggio situate nel suo enorme terrazzo e, ultime arrivate, le Ville Suite con piscina privata, tutte con vista sulla Valle dei Templi. Completano il ricco mosaico di questa proposta di ospitalità unica nel suo genere, le camere standard, anch’esse con vista sul sito Archeologico e con uso di piscina vista Valle con swim-up bar, con sgabelli immersi in acqua perfetti per rinfrescarsi durante le calde temperature estive.

Ma non è tutto. Enzo Agrò, il lungimirante e talentuoso imprenditore agrigentino, proprietario del Doric Boutique Hotel si è impegnato particolarmente per realizzare una struttura eco friendly in grado di utilizzare l’energia fotovoltaica e solare termica cercando di bilanciare tra consumi e produzione. Ma, soprattutto, in grado di dare una “nuova vita” all’acqua attraverso un impianto di fitodepurazione naturale che recupera tutte le acque che la struttura dovrebbe smaltire.

Il resort si trova in una posizione strategica per quanti vogliono esplorare non solo la Valle dei Templi ma tutto ciò che la provincia ha da offrire: a 5 km dal mare e dal centro storico di Agrigento, a 15 km dalla scenografica Scala dei Turchi, a 6 km dal Farm Cultural Park di Favara (la più grande e importante esposizione a cielo aperto di arte contemporanea in Sicilia), a 15 km dalla città arabo-barocca di Naro e a 30 km da Palma di Montechiaro, la città del Gattopardo, o per chi ha più tempo, anche il teatro metafisico di Andromeda.

Il ristorante Ambrosia e la cucina ‘Country – Gourmet’ dello chef Federico D’Affronto

Il Doric Boutique Hotel non offre solo una vacanza perfetta per chi è alla ricerca di un lusso sobrio ed elegante. All’interno del resort, infatti, è possibile provare la cucina del panoramico ristorante, l’Ambrosia. Qui lo chef Federico D’Affronto, alla guida della brigata di cucina, utilizza prodotti bio provenienti dal territorio e dalla farm privata della struttura, come il pistacchio, le mandorle, l’olio oltre alle erbe aromatiche e fiori eduliper deliziare i palati di tutti gli ospiti, anche vegetariani, per i quali ha previsto un apposito menu che, su richiesta, può essere adattato anche alle esigenze dei vegani.

In particolare, tra gli antipasti da provare assolutamente l’uovo poche con panure al panko e la nuvola di caprese. Tra i primi lasciatevi tentare dai ravioli ripieni di crema di melanzana affumicata, conditi con burrata e pomodorini confit, o dai tonnarelli con ricci e vongole. Tra i secondi tante le opzioni anche per vegetariani e vegani tra cui tofu con verdure o polpette vegetali accompagnate da contorni misti. I dolci, poi, sono un vero tripudio di gola. Sia che scegliate la mousse al pistacchio che un piatto misto di assaggi costituito da praline di gusti diversi, resterete piacevolmente colpiti dalla varietà dei sapori.

Per un vero colpo d’occhio scegliete, poi, il Telamone, dessert a base di pistacchio e crema di mandorle la cui forma riproduce fedelmente in miniatura l’omonima statua gigante di pietra dell’antica Akragas, alta quasi 8 metri, che adornava nel V secolo a.C. il Tempio di Zeus Olimpio, le cui rovine sono oggi tra le principali attrazioni del parco della Valle dei Templi di Agrigento.

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