Ogni piatto è una tappa di un immaginario Grand Tour culinario, dove sapori antichi si vestono di nuove sfumature e ingredienti grazie al talento dello chef Emanuele Esposito e alla passione di Luca Iannuzzi, proprietario dell’Archivio Storico di Napoli che ha inaugurato con successo il primo incontro, di sei appuntamenti mensili, intitolato “Sulle tracce di Goethe: l’elogio della natura e del vino Campano”.
Dalla Mescafrancesca alla Nera di Capri, il menu proposto riesce a essere fedele alla storia e a far viaggiare le papille gustative grazie anche agli audaci cocktail del bartender Mirko Lamagna.
Luca, il progetto “Archivio Storico: cronache enogastronomiche del Grand Tour” è un inno alla magnificenza della corte borbonica e al suo impatto culturale e gastronomico sulla Campania.
Chi sono i viaggiatori del Grand Tour di oggi e si può dire che la Campania fa ancora parte delle tappe imprescindibili?
“A mio avviso, i viaggiatori odierni presentano somiglianze e differenze rispetto ai partecipanti al Grand Tour. La principale evoluzione risiede nella maggiore accessibilità dei viaggi, che ha portato a una trasversalità e a una molteplicità di tipologie di viaggiatori.
Oggi, la possibilità di viaggiare è totalmente democratica. Esiste una categoria di viaggiatori che si muove per arricchire le proprie conoscenze, desiderosa di osservare usi, costumi e culture diverse. Napoli è indubbiamente una tappa imprescindibile del moderno “Grand Tour” e, in questo momento storico, è una delle mete più ambite dai viaggiatori di tutto il mondo, come confermano i numeri turistici elevatissimi. Ritengo che Napoli sia, in assoluto, la città italiana più desiderata dai viaggiatori contemporanei.”
Il “Mare a Corte”, “Mescafrancesca” , “La patata del Grand Tour”, la “Nera di Capri”.
Emanuele, Il suo menu è un’ode alla terra e al mare ed il nome di ogni portata è fortemente evocativo…ha seguito con fedeltà le orme della tradizione o ha aggiunto dei fuori programma al viaggio tra i sapori?
“Alcuni piatti si ancorano saldamente alla tradizione culinaria campana e napoletana. Ad esempio, la “Mescafrancesca” è a base di “Mescafrancesca” di pasta con totani, patate e olive nere caiazzane , e la “Nera di Capri” è una Caprese al cioccolato e gelato fondente, richiamando grandi classici regionali. Anche “Mare a Corte” utilizza ingredienti tipici come la polpettina di alici in umido e il ristretto di pomodoro in conserva.
Parallelamente, ci sono aperture all’innovazione attraverso l’uso di tecniche e ingredienti meno convenzionali o esotici. Il “Mare a Corte” pur essendo tradizionale negli ingredienti principali (alici, pomodoro), presenta una bruschetta di pane raffermo con pinoli e uva sultanina, aggiungendo un tocco inusuale. La “Mescafrancesca” unisce gli ingredienti classici della Mescafrancesca con l’aggiunta di totani.”


“La patata del Grand Tour” a base di patata sotto cenere con hummus di ceci e salsa chimichurri si distingue per un esotico accostamento di ingredienti, quale è la storia di questo piatto?
“Il piatto rappresenta simbolicamente le scoperte e gli incontri culturali fatti durante questo viaggio. L’uso della patata sotto cenere rappresenta la semplicità e la terra locale, unita all’hummus di ceci, che evoca i sapori mediorientali, e alla salsa chimichurri, che porta con sé le suggestioni e il calore della tradizione culinaria sudamericana.”
Mirko, il cocktail “Brigante”, a base di gin, mezcal, olio d’oliva, lampone e cacao è audace e originale, che sapore lascia in bocca?
“Il cocktail Brigante offre un profilo sensoriale complesso e sorprendente. L’apertura è marcata da un attacco aromatico fresco e botanico del gin, che viene immediatamente avvolto dal carattere affumicato e terroso del mezcal. Nel cuore della degustazione, la dolcezza acidula del lampone si fa strada, aprendo una nota fruttata brillante che alleggerisce con sapienza la struttura affumicata di base. Per quanto riguarda il corpo e la texture, l’olio d’oliva è l’elemento chiave, donando una morbidezza vellutata al cocktail, una sensazione quasi setosa che arrotonda l’intero sorso. Infine, il finale è caratterizzato dall’emergere del cacao, che lascia un retrogusto leggermente amaro e intensamente aromatico che persiste sul palato in modo elegante e mai invadente.”
Prossimo evento “La festa del Regno: i banchetti natalizi alla Reggia“
Giovedì 18 dicembre
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