Baite, casari e allevamenti d’altura. Un viaggio d’estate nelle valli del Monte Rosa, tra Ayas, Gressoney e Valsesia per scoprire, a piedi, storie, profumi e sapori d’alta quota
Piccoli paradisi del gusto e della tradizione. Per raggiungerli, non servono grandi indicazioni: basta seguire le inconfondibili tracce odorose, tra note lattiche, sentori di erba fresca o aromi fruttati, che si fanno più intense a ogni passo. Si potrebbe camminare bendati, tra le valli del Monte Rosa, lasciandosi guidare solo dal profumo dei formaggi. Vere e proprie opere d’arte casearia, che non lasciano mai a bocca asciutta, grazie alla generosità di mastri malgari. Per assaggiarle o portarle a casa come souvenir, è sufficiente partecipare a una gita in montagna, sfruttando anche la promo Happy Trekking, che dà diritto a chi soggiorna per un minimo di 6 notti presso una delle strutture ricettive convenzionate nelle valli di Ayas e Gressoney, a uno sconto del 50% sull’acquisto del pass settimanale per gli impianti del comprensorio. L’offerta è valida fino al prossimo 14 settembre.

La Tchavana della famiglia Bagnod
Oltre alla pecora Rossett, antica razza valdostana da cui è possibile trarre un’ottima lana, ultimamente in Val d’Ayas gli alpeggi si puntellano, d’estate, di creature che evocano soffici nuvole bianche: sono le pecore da latte della famiglia Bagnod, esempio eccellente di imprenditorialità di montagna e anche di ricerca, per quanto riguarda l’allevamento d’altura. L’azienda agricola con agriturismo in cui si esprimono i suoi membri è La Tchavana (in franco-provenzale valdostano un fabbricato rurale d’alpeggio), aperta fino al primo novembre, nonostante si trovi a a 2.000 metri di quota dell’Alpe Metsan, sopra Antagnod. Un microcosmo di delizie gastronomiche in cui è possibile acquistare diversi prodotti, su tutti il Gran Gessato e il Neige de Brebis, o neve di pecora, oltre ai grandi classici regionali come la Fontina D.O.P. I formaggi vengono conservati in una cantina ospitata a una delle maggiori altitudini d’Europa: la Crotta de Metsan.

L’Alpage Mascognaz di Aurelio Vercellin
Appena sopra il villaggio fiabesco di Mascognaz, raggiungibile a piedi da Champoluc o con un sentiero più ripido che si arrampica nel silenzio dei larici, si incontra l’alpeggio di Aurelio Vercellin. L’uomo che parla più volentieri con le sue vacche che con gli uomini, non si tira mai indietro però se l’argomento di conversazione sono i suoi formaggi. E si sente, nel loro latte, un buon profumo d’erba alpina cresciuta tra solenni silenzi di montagna e un’incessante passione che, da più di mezzo secolo, muove quest’azienda.

Lo Champoluc Chèvre – Sapori caprini a Champoluc
Una vita dedicata all’allevamento del bestiame, quella di Silvia Vuillermin che, insieme al marito Lorenzo, ha fondato in un angolo incantato della Val d’Ayas l’azienda Champoluc Chèvre. A Pallenc, poco distante da Champoluc sulla strada che conduce ad Antagnod, si trova la loro stalla. Le capre, di razza camosciata alpina, sono “felici” e danno vita a un formaggio affinato in un’antica cantina naturale visitabile. L’obiettivo di Silvia e Lorenzo non era solo fare una scelta imprenditoriale alternativa ai lavori più contemporanei e, quindi, avviare un’azienda agricola. Il traguardo che si erano dati riguardava soprattutto la produzione, pensata di alta qualità: volevano che il loro formaggio di capra fosse il più buono di tutta la valle. Ci sono riusciti? C’è solo un modo per scoprirlo!

L’Agriturismo Blékéné – Gressoney-La-Trinité
Tome, burro e yogurt, ma anche piatti caldi che valorizzano tutto il lavoro fatto a monte. È una delle esperienze più genuine da vivere nella valle di Gressoney, quella che si prova all’agriturismo Blékéné, dove la famiglia Laurent accoglie i visitatori con generosità e voglia di raccontare. Simone, il volto e l’anima del posto, è un vero personaggio: conosce ogni cima e ogni formaggio come le sue tasche. In struttura, si produce e si vende direttamente al cliente che non deve perdere, per nessuna ragione, la toma di Gressoney, una D.O.P. che conquista anche in questa azienda.

Il regno della toma e la tappa al Rifugio Ospizio Sottile
È il posto ideale per gli amanti della toma, formaggio a latte crudo prodotto direttamente sul posto, secondo le stagioni e il pascolo. È il benvenuto nelle baite d’alpeggio, dopo escursioni sui sentieri tra larici e ruscelli. Come nel rinomato Agriturismo Larecchio, punto di approdo di un trekking che parte da Gressoney-Saint-Jean e da Alagna Valsesia, passando dall’Alpe Larecchio. Lungo il percorso si incontra l’affascinante Rifugio Ospizio Sottile, nel genere, quello più in quota dell’arco alpino, situato lungo l’antica strada che dal Ducato di Milano, portava mercanti ed emigranti stagionali verso la Valle d’Aosta e la Francia. Le sue origini risalgono al XVIII secolo.

L’Alpe Meggiana e il Caseificio di Piode
Dal borgo di Piode si imbocca un sentiero che sale dolcemente verso l’Alpe Meggiana, per incontrare, in estate, il bestiame a pascolare libero, mentre si producono formaggi d’alpeggio a latte crudo, tra cui tome fresche e stagionate, burro artigianale e ricotte affumicate. Il tutto può essere acquistato a valle, al Caseificio di Piode, che da 70 anni propone i migliori gioielli caseari della Valsesia e offre la possibilità di portare a casa un po’ di quel profumo che riempie l’aria buona di queste montagne. Da non dimenticare il Macagn, formaggio padrone di casa, in questo caso, e presidio Slow Food.

La Casera Bianca all’Alpe di Mera
Più che a chilometro zero, la Casera Bianca è il caseificio di Antonietta e della sua famiglia. Qui, da giugno a ottobre, si preparano piatti genuini utilizzando i prodotti degli animali di “casa”. Come le mucche, le capre e i maiali, allevati da loro proprio a Mera o nelle vicinanze. Per raggiungere la struttura, bisogna percorrere per 30 minuti la strada che, dall’arrivo della seggiovia Scopello-Mera di Monterosa Ski, attraversa il centro del paese. Salumi, formaggi e carni si possono anche acquistare, portando via con sé un po’ dei sapori più autentici della Valsesia.