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Gavi: i 50 anni della Docg attraverso i vini de La Scolca

la scolca

Centocinque anni e non sentirli. La Scolca, storica azienda vinicola piemontese, porta alta la bandiera della Docg Gavi, che quest’anno compie mezzo secolo di vita, anche grazie a cambiamenti epocali tra sostenibilità e lungimirante spirito di adattamento.

Cinquant’anni ben portati ma con ancora un po’ di strada da fare per trovare il giusto apprezzamento tra i consumatori italiani. È la Docg del Gavi che quest’anno ha appena celebrato il suo mezzo secolo di vita e, secondo i progetti del Consorzio di Tutela, si prepara a una campagna per far conoscere maggiormente nel nostro Paese questi vini che nascono in un territorio incuneato tra il basso Piemonte e la Liguria nella provincia di Alessandria, tra colline disseminate di boschi e filari e il mare che si intravede all’orizzonte.

Zona di vignaioli e di cantine, di cascine e piccoli borghi (Bosio, Capriata d’Orba, Carrosio, Castelletto d’Orba, Francavilla Bisio, Gavi, Novi Ligure, Parodi Ligure, San Cristoforo, Serravalle Scrivia) ognuno con la sua storia secolare che racconta di un Piemonte diverso, lontano dai percorsi più conosciuti. Qui il vitigno principe è il cortese con il quale si producono bianchi e rosati, freschi e profumati.

Ma oltre a viaggiar per vigne si può anche andare alla scoperta di castelli, ricordo della dominazione genovese su queste terre, iniziando dal Forte di Gavi che si erge maestoso, a testimonianza della posizione strategica dei luoghi. Originariamente un castello del XII secolo, la sua trasformazione in fortezza è stata una risposta alle crescenti minacce e assedi.

Ma nonostante le ristrutturazioni, la fortezza cadde sotto l’assedio dell’esercito franco-sabaudo nel 1625. Fu allora che Genova decise di rafforzare ulteriormente la struttura, dando vita al possente Forte che ancora oggi domina il paesaggio. Le sue mura robuste, che sembrano abbracciare l’intera città di Gavi, sono testimonianza della determinazione di Genova di proteggere le sue terre. Poco distante, i resti della città romana di Libarna rivelano la presenza di un fiorente centro di scambi e commerci. Le antiche strade, il teatro e le domus romane sono testimonianze tangibili di un’epoca in cui la Via Postumia e la Via del Sale erano arterie vitali per il commercio e la comunicazione.

La Scolca

Tra le cantine più antiche, poco lontano proprio dalla cittadina di Gavi, c’è “La Scolca” di Chiara Soldati (ve ne avevamo parlato qui), nipote dello scrittore che per primo ha raccontato il vino e le terre del Piemonte. Quest’anno l’azienda ha festeggiato i suoi centocinque anni di vita, o meglio, come dice la proprietaria “cento più cinque, perché questi ultimi cinque sono stati densi di cambiamenti epocali, di novità, di traguardi raggiunti e di riconoscimenti, come le due certificazioni di sostenibilità ambientale e di risparmio ecologico”.

Un’attenzione che è frutto anche della necessità di far fronte al cambiamento climatico che spinge i vignaioli a cercare riparo piantando i filari sempre più in alto (dove si può) ma anche a vendemmie sempre più anticipate. Con risultati (positivi) che a volte sorprendono gli stessi produttori. “Noi ormai raccogliamo l’uva nella terza settimana di agosto – racconta Chiara Soldati – e questo ci ha dato vini diversi ma ugualmente di qualità, sicuramente più complessi, con un naso più ampio. La difficoltà è rimanere con una gradazione alcolica non eccessiva. E noi riusciamo sempre a mantenerci intorno ai 12 gradi”.

Una capacità che le consente anche di avere una linea di vini a bassa gradazione alcolica destinata soprattutto al mercato dei più giovani. “Abbiamo un Cortese e un Sauvignon che otteniamo naturalmente con una raccolta anticipata e che ci permette di avere una bottiglia con 9,5 gradi alcolici. In più il tappo è di plastica riciclata ottenuta dagli scarti che si recuperano negli oceani. È un prodotto destinato a chi si avvicina per la prima volta al mondo del vino o che lo “frequenta” poco ma che è anche molto attento all’ambiente. È molto apprezzato all’estero, specie nel nord e nell’est dell’Europa ma inizia ad affermarsi anche nel mercato giapponese e americano. E anche in Italia comincia ad esserci curiosità, specialmente tra chi frequenta le enoteche”.

la scolca

E proprio la maggior conoscenza del Gavi nel nostro Paese è uno dei prossimi obiettivi dei produttori della Docg. Se infatti è facile trovare bottiglie di cantine della zona nei locali di New York o in Australia, più difficile scovarne nelle carte dei ristoranti o nei negozi specializzati qua da noi.

Il nostro è un mercato complesso, difficile, in cui spesso prevale molto la produzione locale e dove ci si scontra con i “colossi” della Toscana e dello stesso Piemonte o del Veneto – spiega ancora Chiara Soldati – Ma è uno stimolo a fare meglio. E anche a far conoscere un territorio bellissimo. Noi, ad esempio, organizziamo degustazioni in cantina e i turisti hanno anche la possibilità di avere tre campi da golf vicini e programmare escursioni in mountain bike tra colline e vigneti”.

Tra i vini de La Scolca, da segnalare sicuramente “La Scolca D’Antan”, in versione bianco o rosè con un affinamento che può durare fino a dieci anni, unicamente in acciaio e su lieviti autoctoni. Da abbinare a frutti di mare, astice o aragosta.

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