Al Borgobrufa Resort, nel cuore dell’Umbria più segreta, lo chef Andrea Impero disegna una cucina che è mappa sensibile del territorio e linguaggio personale. Qui tecnica, estetica e sensibilità si tengono in reciproca tensione.
Ci sono luoghi in cui il tempo sospende la propria corsa e si distende come una carezza sulla pelle. Il Borgobrufa Resort, tra le alture discrete che separano Torgiano da Brufa, in un’area dell’Umbria ancora poco esposta alla saturazione dell’immaginario turistico, sembra fatto per questo. Per ospitare una forma di bellezza che non ha bisogno di urlare, ma si manifesta in gesti curati e dettagli silenziosi.
Lo chef Andrea Impero
È in questo contesto che lo chef Andrea Impero ha scelto di radicarsi. Classe 1990, originario della Ciociaria, Impero ha maturato esperienze importanti all’estero – Londra, Mosca, Barcellona – e in Italia sotto la guida di figure come Alfonso Caputo e Don Alfonso Iaccarino. Ma è nel cuore dell’Umbria che ha deciso di costruire il suo lessico gastronomico. Al Borgobrufa, dove è approdato nel 2019, guida il ristorante Elementi Fine Dining, premiato con una stella Michelin nel 2023. Un riconoscimento che certifica la solidità di un progetto che non cerca l’attenzione, ma il senso.

Il suo è un lavoro di cesello su materia, memoria e territorio, ma anche un atto di restituzione. Una grammatica che nasce dall’incontro tra rigore e sensibilità e si traduce in una proposta di alta cucina mai manierata, ma essenziale e profonda. La proposta di Impero si articola in due percorsi, Visione e Ispirazione, che rappresentano – già nei nomi – un doppio registro espressivo. Il primo è una mappa sensibile del territorio: una lettura colta e personale dell’Umbria, dei suoi ingredienti e delle sue verticalità dimenticate. Il secondo è un viaggio più libero, dove tecnica e biografia si intrecciano. Entrambi condividono un’attenzione meticolosa alla materia prima, selezionata in collaborazione con oltre settanta micro-fornitori umbri, in un lavoro costante di ascolto e valorizzazione.
Una visione gastronomica che parla all’Umbria e di Umbria
La proposta culinaria di Impero al ristorante “Elementi Fine Dining” è il risultato di un lavoro in equilibrio costante tra tecnica, slancio creativo e studio della territorio. L’Umbria diventa quindi matrice e struttura portante, all’interno dei suoi piatti. Pur non rinunciando a una certa verticalità concettuale, si muovono con sobrietà e intensità, evitando derive estetizzanti.
Fondamentale nella filosofia dello chef è la destagionalizzazione consapevole. Questa è una pratica che, lungi dal forzare il ritmo naturale, mira piuttosto a conservarne l’essenza, attraverso fermentazioni, sottovuoto, infusi, decantazioni. È una forma di archivio vivo, che permette alla memoria vegetale e animale del territorio di manifestarsi nel tempo lungo della cucina.


Tra i piatti più interessanti troviamo Respiro d’Autunno, una composizione meditata, costruita a partire dalle zucche coltivate da Darcy Gordon dell’azienda “Il Piano”. Raccolte nella loro stagione e lavorate secondo metodi tradizionali, vengono proposte in tre variazioni: un soufflé caldo servito in vetro soffiato artigianalmente e aromatizzato con fontina. Un wafer croccante con conserva di zucca, castagna fermentata e pralinato di semi. Infine una base di semi essiccati, che chiude il piatto con un tocco terroso e testuale.
Cogliere, invece, nasce dall’incontro con l’azienda agricola “Il Fauno” e si presenta come una raffinata insalata di bosco: erbe selvatiche raccolte a mano, elementi fermentati, sale di limoni neri e una vinaigrette composta da foglie di fico, abete Douglas e olio Maurino. A fianco, una ciabattina a lievitazione naturale con crema di mirto fermentato. Un piatto che cattura il paesaggio e lo restituisce in forma compiuta.
Il Borgobrufa Resort
A guidare la visione del Borgobrufa Resort è la famiglia Sfascia, che ha saputo costruire un progetto imprenditoriale e culturale intorno a una precisa idea di ospitalità: rispettosa, elegante e personale dove nulla è forzato. L’attenzione al dettaglio – dalla qualità dei materiali al tono del servizio – genera un’atmosfera che non ha bisogno di essere spiegata.

Il resort stesso è inserito in uno dei paesaggi più evocativi dell’Umbria rurale e unisce il comfort di una struttura di alto profilo con un approccio alla cura del dettaglio tangibile sotto ogni aspetto dell’esperienza. Le camere e le suite, molte delle quali con spa private o vasche idromassaggio affacciate sui vigneti, offrono uno spazio di intimità e contemplazione, pensato non solo per il riposo, ma per una riconnessione sensibile con l’ambiente circostante.
Il cuore pulsante del resort è la Spa. Ben 3.000 metri quadrati di spazi interamente dedicati al benessere, tra cui piscine riscaldate interne ed esterne, sauna panoramica, percorsi sensoriali, trattamenti rigeneranti. Ma è nella capacità di legare il benessere fisico a un’esperienza estetica e percettiva che il resort esprime il meglio di sé. Ogni servizio, ogni ambiente, sembra disegnato per accompagnare l’ospite in una sospensione del tempo.

I trattamenti ispirati alla terra umbra
Fra i trattamenti esclusivi spiccano percorsi multisensoriali ispirati ai frutti della terra umbra. Massaggi con olio EVO delle colline di Torgiano, bagni al vino Sagrantino, impacchi purificanti all’argilla bianca e miele. Da provare il celebre trattamento al tartufo, ricercato per le sue proprietà antiossidanti e detox. In questo rituale unico, il tartufo nero viene integrato in maschere e sieri nutrienti per viso e corpo, restituendo elasticità, tono e una profonda sensazione di rigenerazione. Una proposta che unisce lusso, naturalità, benessere e identità territoriale.