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Le nuove aperture milanesi dell’estate

Dalla bakery brasiliana in periferia al listening bar hi-tech di Scalo Farini: la mappa dei locali che stanno ridisegnando la ristorazione milanese.

Mentre la città si prepara ai primi momenti più “scarichi” dell’anno, con i milanesi che iniziano a svuotare le vie per weekend fuori porta e prime vacanze, la scena gastronomica continua a evolversi con aperture che promettono di diventare i nuovi punti di riferimento dell’autunno. Dalla Bullona a Corvetto, dai rooftop del centro alle stradine più nascoste, ecco le novità che meritano un posto nella vostra agenda culinaria.

Porticcioli: il gin perfetto col pesce in zona Bullona

Via Losanna si arricchisce di un nuovo indirizzo che profuma di lago di Garda. Porticcioli è la versione milanese del celebre locale di Salò, e porta in città l’esperienza di Ciro Tecchio, chef che ha macinato chilometri nelle cucine stellate prima di approdare qui.

Il locale punta tutto su una proposta che mescola territorio e innovazione: il piatto simbolo, “Il Velo”, trasforma il gambero viola in un’esperienza sensoriale insieme a guacamole, agrumi, burrata e crostini alla paprica. Ma la vera particolarità sta nel bancone: 60 etichette di gin accuratamente selezionate per accompagnare ogni portata, trasformando la cena in un viaggio tra botaniche e distillazioni.

Il menu spazia dal mare alla terra con intelligenza: dalle linguine al ragù di scorfano (24€) alle orecchiette alla Norma (18€), passando per i crudi che cambiano secondo il mercato. Il plateau royal a 22€ è già diventato un must per gli appassionati di crudo.

Via Losanna, 11, 20154 Milano MI
02 3293 9687

Doca: il Brasile artigianale arriva a Corvetto

A Milano sta per sbarcare una rivoluzione dolce. Doca – diminutivo di “padoca”, panetteria in brasiliano – è il progetto di Queren Girardi, giovane imprenditrice nata a Porto Alegre che ha scelto la periferia milanese per realizzare il suo sogno.

“Non troverete il classico croissant o il pain au chocolat che hanno tutti”, avverte Girardi. Al loro posto, lievitati internazionali con un’anima sudamericana: dal pão de queijo fatto con fecola di manioca e formaggio Branzi, alle torte di mais con confettura di guava autoprodotta partendo da frutta siciliana.

Il locale, ricavato da un ex centro scommesse grazie a un bando comunale, rappresenta qualcosa di più di una semplice panetteria. Con le sue illustrazioni dell’artista brasiliano Antùrio e l’architettura curata a distanza da Tamiris Bertarelli Bibbò, Doca vuole essere un ponte culturale tra due mondi, servito con caffè della torrefazione Cafezal e un sottofondo di bossa nova.

L’apertura è prevista per metà giugno, e già si parla di code alla finestra per il pane quotidiano.

Terrazza Triennale: il ritorno di un’icona con Arrigoni

Dopo la chiusura, una delle terrazze più iconiche di Milano torna a splendere con una collaborazione che fa già parlare. Terrazza Triennale riapre con Tommaso Arrigoni e la sua brigata ai fornelli, portando l’esperienza di Innocenti Evasioni su uno dei rooftop più spettacolari della città.

Lo chef ha pensato in grande per l’occasione: due menu distinti per soddisfare pubblici diversi. Il primo gioca la carta della milanesità contaminata da influenze internazionali, perfetto per chi vuole ritrovare i sapori di casa con un twist contemporaneo. Il secondo è più sperimentale, un viaggio nella cucina concettuale che ha reso famoso Arrigoni, dove ogni piatto racconta una storia e stimola i sensi.

La collaborazione con Compass Group garantisce continuità e qualità, mentre il bartender Alessandro Lonati cura una drink list pensata per esaltare sia l’esperienza culinaria che gli aperitivi al tramonto. Con la vista mozzafiato sul verde di Parco Sempione, la Terrazza Triennale si prepara a diventare nuovamente il salotto buono della Milano che conta.

Viale Emilio Alemagna, 6, 20121 Milano MI
334 677 8784

Il ritorno di un maestro alle Colonne con Roncoroni Classici Gastronomici

Chi frequenta la scena gastronomica milanese conosce bene il nome di Eugenio Roncoroni, fondatore insieme al compianto Beniamino Nespor del leggendario Al Mercato. Dopo una lunga pausa, lo chef cosmopolita torna protagonista con un progetto che definisce “la sintesi di tutta la mia storia”.

Il nuovo locale alle Colonne di San Lorenzo è un’esperienza intima da venti coperti, pensata come una moderna piola torinese ma con la cucina d’autore che ha reso famoso Roncoroni. Il menu promette piatti informali ma di alta qualità: acciughe, cozze, pâté en croûte per iniziare, seguiti da secondi più impegnativi che mostreranno tutta l’esperienza internazionale di Roncoroni. L’approccio resta quello che lo ha sempre contraddistinto: street food di qualità elevata, sapori puliti e tecnica sopraffina nascosta dietro un’apparente semplicità.

Via Edmondo de Amicis, 4, 20123 Milano MI
02 325751

L’Oriente che conquista sempre

La città si conferma sempre più cosmopolita con aperture che guardano al Sol Levante e al Sud-Est asiatico. Casa Nori in Isola rappresenta un perfetto esempio di continuità nella tradizione: nasce dalla collaborazione con Tomoyoshi Endo, storico ristorante giapponese della città chiuso a inizio anno per mancanza di eredi.

Dietro al bancone di questo nuovo hand roll bar troviamo Kato Shozo e Masako Sato, duo con oltre 40 anni di esperienza che ha scelto di trasferire la propria arte in una location completamente rinnovata. L’idea è quella di riscoprire il piacere autentico del cibo giapponese: gyoza perfetti, miso soup, sashimi tagliato a regola d’arte. A pranzo business lunch rapidi ed efficaci, la sera menu omakase per chi vuole affidarsi completamente all’esperienza dei maestri.

Via Antonio Pollaiuolo, 5, 20159 Milano MI
02 3674 2016

La contaminazione di Balay Bar

Balay Bar in via Maiocchi 26 porta invece la firma di Ray Ibarra, giovane chef italo-filippino che ha fatto della contaminazione culturale la sua cifra stilistica. Il locale fonde cucina asiatica, vino naturale, arte e musica in un’esperienza totalizzante che promette di conquistare la Porta Venezia più cosmopolita.

Il menu è un ponte tra Oriente e Mediterraneo: il Kinilaw (13€) trasforma il crudo di pesce con piparras, calamansi e lardo in un viaggio sensoriale tra Filippine e Spagna. Il Lumpiang sariwa (8€) propone un involtino fresco con noodles di riso, verdure e una salsa di arachidi e tamarindo che conquista al primo assaggio. Non manca il rispetto per i classici, con una tortilla spagnola (12€) che cambia daily secondo l’ispirazione e il mercato.

La carta vini è rigorosamente biologica e naturale, perfetta per accompagnare sapori tropicali e freschi che sanno di estate anche quando fuori piove. Apertura prevista per fine giugno.

Via Maiocchi, 26

Quando il food incontra la musica hi-tech

In Scalo Farini un progetto che ridefinisce il concetto stesso di ristorante. Mogo non è solo un Hi-Fi Bar & Dining, ma un vero e proprio listening bar dove l’esperienza culinaria si fonde con quella musicale in modo totalmente innovativo.

L’idea nasce dall’unione di competenze diverse: da una parte i fondatori di Polifonic, brand specializzato nell’organizzazione di eventi musicali in tutta Italia, dall’altra BSR, l’etichetta musicale dell’agenzia creativa milanese Burro Studio. Il risultato è un locale dove ogni elemento è progettato per un’esperienza sensoriale completa.

Al centro del progetto, un grande bancone a 360° che permette agli ospiti di vivere lo spazio da ogni angolazione, mentre il sistema audio hi-fi di ultima generazione trasforma ogni pasto in un concerto privato. In cucina, la firma di Yoji Tokuyoshi – già dietro a Bentoteca, Katsusanderia e Pan – garantisce una proposta gastronomica all’altezza: piatti giapponesi con twist occidentali che dialogano perfettamente con l’atmosfera immersiva del locale.

L’approccio è quello del “dining entertainment”, dove musica, cibo e design si completano per creare qualcosa di completamente nuovo nel panorama milanese. Un esperimento che potrebbe segnare una nuova direzione per la ristorazione contemporanea.

Via Bernina, 1C, 20158 Milano MI
02 8905 1069

Il Mare che conquista Moscova

Trentotto anni di storia e il Radetzky ha deciso di reinventarsi ancora una volta. La nuova Radetzky Oyster Room non è solo un’espansione, ma la risposta a un bisogno che Milano non sapeva di avere: un posto dove gustare ostriche fresche senza prenotazioni, rituali o etichette.

L’idea è nata da una constatazione semplice: in una città che ha tutto, mancava questo. Milano, incredibilmente, non aveva il suo angolo di oceano. Fino ad aprile.

La vetrina su strada offre le migliori ostriche d’Europa, dal Portogallo all’Irlanda, dalla Francia all’Italia. Henry VI, Petit Gillardeau, Special de Claire, Perle Blanche, Antilope, Amelie XO, Extraordinaire, Calvadosienne

Non solo molluschi: il carpaccio di scampi arriva con hummus di carote, passion fruit e fiori di borragine, mentre quello di tonno rosso Ikejime gioca con salsa di vitello, pasta di limone fermentata ed essenza di cipolla bruciata. Il mercoledì è “Happy Oyster”: ne ordini una, te ne regalano una. Una formula che ha già creato i suoi primi fedeli e trasformato la metà della settimana in un piccolo evento sociale

Corso Garibaldi,105
+39026572645

L’avanguardia spagnola conquista Sempione

Quando un locale è 23° nella classifica mondiale dei The World’s 50 Best Bars, l’attenzione è già altissima. Salmon Guru porta a Milano il suo format “más loco” che ha conquistato Madrid e Dubai, promettendo di rivoluzionare anche la movida meneghina.

Il segreto del successo sta nell’approccio totalizzante: l’interior design di impatto trasforma ogni angolo in uno scenario Instagram-friendly, mentre i cocktail esperienziali vanno ben oltre il semplice bere. Qui tutto è pensato per stupire, dal bicchiere alle preparazioni, in perfetta linea con quell’avanguardia spagnola che dalla cucina si è fatta largo in ogni aspetto della ristorazione.

La prima carta milanese mixa i signature della casa madre con le creazioni di Dubai e drink pensati appositamente per il pubblico locale, con proposte ad hoc per l’aperitivo che strizzano l’occhio alle abitudini meneghine. L’obiettivo è chiaro: creare un momento di divertimento unico che sappia di Spagna ma parli milanese.

Via Ezio Biondi, 4, 20154 Milano MI
351 339 1841

Il Giappone si fa street con Piccolo Pan

L’ultimo nato della famiglia Tokuyoshi-Yamada rappresenta una piccola rivoluzione nel panorama della panificazione milanese. Piccolo Pan è sì una vetrina su strada, ma soprattutto un laboratorio a vista che porta i segreti della panificazione nipponica direttamente sul marciapiede, creando un ponte culturale tra la tradizione giapponese e la frenesia urbana milanese.

Il progetto nasce dall’esperienza consolidata del gruppo guidato dallo chef Yoji Tokuyoshi e Alice Yamada, che dopo il successo di Bentoteca e Katsusanderia ha deciso di esplorare una dimensione più pop e accessibile della cucina giapponese. Il protagonista assoluto è lo shokupan, il celebre pane giapponese che sta conquistando le grandi città europee. Morbidissimo, dalla crosta dorata perfetta, rappresenta il massimo dell’arte panificatoria nipponica: una tecnica che richiede tempi lunghi, ingredienti selezionati e una precisione maniacale. Qui viene proposto in diverse versioni, dai 4,5€ agli 11€ al pezzo, trasformandosi nella base del celebre katsusando o semplicemente da gustare nella sua purezza originale.

Le sfoglie e brioche vengono reinterpretate con la precisione nipponica che ha reso famoso il gruppo. Il croissant base (2€) sfida i migliori esempi francesi con una leggerezza sorprendente, mentre le versioni farcite con crema, matcha o yuzu (2,5€) introducono nella colazione milanese sapori che fino a ieri erano appannaggio esclusivo della pasticceria alta.

Il pain au chocolat (2,5€) e il cruffin alla meringa (4€) mostrano come l’influenza francese possa essere completamente reinterpretata attraverso la sensibilità orientale, creando prodotti che mantengono la forma familiare ma sorprendono con texture e sapori inediti. La danish alla pesca e ricotta al basilico (4€) rappresenta perfettamente questa filosofia: ingredienti italiani, forma danese, esecuzione giapponese.

L’estate milanese 2025 si preannuncia ricca di sapori nuovi e contaminazioni culturali. Dai gin d’autore ai listening bar, dalle ostriche francesi al pão de queijo brasiliano, la città conferma la sua vocazione di laboratorio gastronomico a cielo aperto. Non resta che prenotare e assaggiare.

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