Dopo il successo di Milano, Luxury Food Talk è approdato a Roma. L’evento, ideato da Annalisa Cavaleri – giornalista, docente universitario e contributor della Guida MICHELIN Italia – segna un cambio di paradigma nel modo di intendere il lusso a tavola. Per la tappa nella Capitale è stato scelto l’Hotel Anantara Palazzo Naiadi. Raffinata dimora a cinque stelle nel cuore di Roma, con la proposta gastronomica firmata dall’Executive Chef Heros De Agostinis. La prossima edizione si terrà il 15 settembre al 7Pines di Baja Sardinia.
Dopo il successo della tappa milanese, che ha visto tra i protagonisti Rossella Cerea, Davide Oldani, Ernst Knam, Norbert Niederkofler e Franco Pepe, Luxury Food Talk è approdato anche a Roma. Il format rappresenta il primo evento internazionale dedicato a una nuova idea di lusso a tavola. L’equazione “lusso = prezzo alto” viene superata per abbracciare un paradigma fondato su etica, cultura, identità, artigianalità e sostenibilità.
Luxury Food Talk: il nuovo lusso è etico
Esempi virtuosi di un lusso enogastronomico etico – capace di valorizzare ingredienti semplici e locali – si ritrovano in piatti iconici che hanno segnato la cucina contemporanea. È il caso della Foglia di broccolo e anice di Niko Romito, che trasforma un ingrediente di “scarto” in opera d’arte. Oppure della Cipolla caramellata di Davide Oldani, emblema della capacità di elevare un prodotto umile.
La famiglia Cerea con il suo Pacchero alla Vittorio celebra convivialità e tradizione italiana, mentre la Lasagnetta croccante di foglie e coste verdi con besciamella di topinambur, pasta di capperi e mostarda di limoni diventa esempio di esaltazione del vegetale. Dal mare arrivano il Susci all’italiana e la Costoletta di rombo fino alla lisca di Moreno Cedroni, narrazione poetica che esprime rispetto e completezza. Anthony Genovese con il suo Profumo di ricordi offre una rilettura emotiva della tradizione. La Radice di prezzemolo con brodo di bucce fermentate di Daniele Lippi, invece, dimostra come ogni ingrediente, anche il più umile, possa rivelarsi prezioso.
Alla base del format c’è il volume “Luxury Food” (Franco Angeli), primo contributo scientifico internazionale che propone una nuova chiave di lettura del lusso gastronomico. Il libro introduce il concetto di Luxury Food Experience, intesa come un racconto che coinvolge tutti i sensi e che prende vita dalla creatività dello chef, dal radicamento nel territorio e nella memoria familiare, dal rispetto del tempo e dalla capacità di dialogare con le arti.
I keynote speaker: Riccardo Monco
Tra i keynote speaker della tappa romana di Luxury Food Talk c’è stato Riccardo Monco, chef dell’Enoteca Pinchiorri di Firenze (3 stelle MICHELIN), uno dei templi storici dell’alta cucina italiana, luogo dove tradizione, eleganza e ricerca convivono da decenni.

«Il lusso oggi non è solo creatività o estetica, ma attenzione reale al benessere del cliente – ha spiegato Monco –. In cucina la sfida più grande non è inventare un piatto nuovo, ma saper rispondere alle esigenze di chi si affida a noi: intolleranze, allergie, sensibilità alimentari. È un campanello d’allarme che ci ricorda che ciò che mangiamo non sempre ci fa bene, e noi chef dobbiamo prenderlo sul serio. All’Enoteca abbiamo sviluppato menu vegetariani, senza lattosio, per celiaci, perché la salute è il primo vero lusso: sentirsi accolti e rispettati sempre, con le proprie esigenze. Non basta più la ricerca dell’ingrediente raro: il vero passo avanti è collaborare con artigiani, allevatori e contadini per portare in tavola un prodotto sano, autentico, sincero. Il lusso è rendere tutto questo naturale e accessibile, trasformando la tavola in un luogo dove la creatività non annulla il benessere, ma lo amplifica».
I keynote speaker: Francesco Cerea
Francesco Cerea, owner & GM di Da Vittorio a Brusaporto (3 stelle MICHELIN), ha condiviso la sua visione dell’ospitalità come valore fondante della grande cucina italiana, annunciando anche la nuova e significativa collaborazione con Louis Vuitton, per l’apertura del primo ristorante in Italia del brand di moda, in via Bagutta a Milano.

«Il vero lusso non è un concetto astratto né un’equazione economica: è un’emozione concreta che resta dentro – ha spiegato Cerea –. Quando Louis Vuitton ci ha coinvolti per questo progetto, ho capito che il lusso è anche la capacità di dialogare tra mondi diversi senza tradire la propria identità. Loro avrebbero potuto imporre la loro forza estetica e il loro logo. Ma sugli ingredienti, sul gusto e sui piatti non abbiamo mai ceduto: lì c’è la nostra italianità, la nostra sostanza, la nostra verità. È stato un momento di consapevolezza. Il lusso non è solo ciò che luccica, ma ciò che custodisce un patrimonio e lo fa vivere in contesti internazionali unici, come quelli creati da LVMH. Per me il lusso è questa armonia. Radici profonde e sfide globali, sapendo che un pacchero fatto bene può emozionare quanto la più preziosa delle creazioni».
I keynote speaker: Lara Gilmore
Lara Gilmore, co-founder dell’Osteria Francescana di Massimo Bottura (3 stelle MICHELIN, 1 stella verde MICHELIN) e presidente di Food For Soul, ha riflettuto sul ruolo della cucina come strumento di inclusione, bellezza, etica e trasformazione sociale.

“Il lusso non è mai stato per me solo avere un tavolo perfettamente apparecchiato o tre stelle cucite sulla giacca di Massimo Bottura – ha dichiarato Lara Gilmore -. Il lusso è stato capire, proprio dopo aver raggiunto quel traguardo, che potevamo usare quella voce per qualcosa di più grande. Guardare oltre la cucina, oltre le nostre sicurezze, e occuparci di chi non aveva nulla da mangiare. Luxury Food, oggi, significa prima di tutto dire grazie per ciò che abbiamo nei frigoriferi e poi assumersi la responsabilità di condividerlo. È nato così Food for Soul, è nato il Tortellante, è nata l’idea che un piatto non sia solo piacere ma anche cura, dignità, educazione. Il vero lusso è uscire dal ristorante per cambiare il mondo intorno, trasformando la fatica di anni in una voce capace di comunicare valori che vanno oltre il cibo e il vino.”
I keynote speaker: Anthony Genovese

Anthony Genovese, chef del Pagliaccio di Roma (2 stelle MICHELIN), ha portato l’esempio di una cucina personale e contaminata. Un approccio che parte dalle tecniche francesi per raccontare le sue radici calabresi e l’infanzia, fino alle suggestioni dall’Asia. «Per anni abbiamo usato parole come luxury food quasi per spaventare, come se il lusso dovesse rimanere in una torre d’avorio – ha detto –. Io credo invece che il lusso oggi sia l’opposto: la capacità di comunicare emozioni senza barriere, aprendosi alle contaminazioni. Nei miei viaggi dall’Italia all’Oriente ho assorbito colori, profumi, idee, e li ho portati al Pagliaccio non per stupire ma per integrare mondi diversi. Il lusso è questo: trasformare esperienze lontane in un linguaggio universale, che emozioni chiunque sieda a tavola».
I keynote speaker: Moreno Cedroni
Moreno Cedroni, da sempre avanguardista della cucina italiana con il suo ristorante La Madonnina del Pescatore a Senigallia (2 stelle MICHELIN), ha condiviso la sua poetica del mare, che valorizza anche il pesce povero e arriva fino alla lisca. «Complimenti per questo libro, Annalisa, perché dare una definizione di luxury non è mai facile – ha detto –. Per me il lusso non è denaro, è emozione: quella che ci regalano i sensi, la vista, il gusto, l’olfatto, il tatto.

Nella mia vita il lusso è avere accanto Mariella, un gruppo che mi segue da più di venticinque anni, e soprattutto il lusso più raro: il tempo. Otto anni fa abbiamo deciso di chiudere tre mesi l’anno, un gesto epico per un ristorante, per dedicarci solo a immaginazione e ricerca. È stata una svolta: il lusso è tempo da investire nella creatività, come una nuova stagione che si apre ogni anno, diversa, rischiosa, viva».
I keynote speaker: Daniele Lippi
Daniele Lippi, chef del ristorante Acquolina a Roma (2 stelle MICHELIN), ha rappresentato la nuova generazione di cuochi, capace di unire estetica, sostenibilità e intensità espressiva attraverso la collaborazione con piccoli produttori. «Quando sono arrivato in un hotel cinque stelle mi sentivo un uovo di Pasqua sotto l’albero di Natale: fuori posto – ha raccontato –. Venivo da dieci anni al Convivio Troiani, dove ho imparato il senso del territorio e il rapporto con allevatori e contadini.

All’inizio mi dicevano che i miei menu erano troppo particolari, che dovevo pensare a qualcosa di più semplice per i turisti. Ho accettato la sfida: un menu più morbido e uno più identitario. Alla fine è stato quest’ultimo a vincere: la gente cercava autenticità, non compromessi. Per me il lusso è questo: avere il coraggio di seguire la propria strada e dimostrare che l’identità, con fatica e lavoro, diventa valore».
I keynote speaker: Roberta Ceretto
A portare la voce del vino è stata Roberta Ceretto. Protagonista del progetto che unisce le Cantine Ceretto e il ristorante Piazza Duomo ad Alba (3 stelle MICHELIN, 1 stella verde MICHELIN). «In mezzo a tanti chef, io porto la voce del vino, che è voce di territorio e di famiglia – ha spiegato –. Il vino vive di storie, e quella della mia famiglia è intrecciata alle Langhe da tre generazioni.

Un tempo breve rispetto alla Toscana o alla Francia, ma sufficiente a dimostrare che ogni territorio, se rispettato, diventa unico e irripetibile. Per noi il lusso è legare un calice a un luogo che non puoi spostare altrove, perché appartiene a quella terra e a quella memoria. È eredità da custodire e responsabilità da tramandare, senza dimenticare che dietro ogni bottiglia c’è una comunità e un’identità. In un mondo che cerca sempre novità, il lusso è riconoscere il valore del tempo e di ciò che resta».
I keynote speaker: Fabrizio Ievolella
Nel panel anche Fabrizio Ievolella, CEO di Banijay Italia, casa di produzione globale di format di successo come MasterChef e Dinner Club. Ievolella ha sottolineato come la televisione abbia cambiato la percezione collettiva del cibo. «Fino a quindici anni fa nessuno parlava di impiattamento: si cucinava a casa, si toccava il cibo. Quando quel rapporto si è interrotto, è nata la necessità di veder cucinare, e la televisione ha intercettato questo cambiamento. MasterChef ha trasformato il cibo in un racconto: non più solo ricette, ma storie da vivere con la vista. Per questo oggi il cibo in tv ha molto a che fare con il lusso: è esperienza collettiva, emozione condivisa, linguaggio che tutti riconoscono».

A fare gli onori di casa Heros De Agostinis, Executive Chef di Anantara Palazzo Naiadi e del ristorante fine dining dell’hotel Ineo. La sua visione di Luxury Food è un incontro tra viaggio, memoria, tecnica e contemporaneità.