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L’Uliveto: storia e gusto in un giardino sui tetti di Roma

l'uliveto

Sostenibilità, km0 e benessere in un ristorante elegantemente sobrio al settimo piano di un hotel che ha visto tra le sue mura la storia di Roma.

Cenare sotto le stelle in mezzo a un giardino di ulivi, fiori e piante esotiche scegliendo da un menu incentrato su piatti (rivisitati ma con garbo) della cucina romana e laziale. Solo che qui non siamo in campagna ma a sette piani di altezza, al ristorante L’Uliveto Roof Garden dell’hotel Diana, storico albergo della capitale a pochi passi dalla stazione Termini e dal Teatro dell’Opera, in via Principe Amedeo 4. Un hotel che ha percorso la storia della capitale e che, piacevole eccezione in un panorama dove la fanno da padrone i grandi gruppi internazionali, appartiene fin dalla sua apertura, nel 1939, alla stessa famiglia.

La storia dell’hotel Diana

L’idea di aprire un hotel venne a un imprenditore abruzzese, Benedetto De Angelis, il quale, approfittando del nuovo piano regolatore che permetteva di trasformare abitazioni in strutture recettive, acquistò lo stabile in questa zona di transiti strategici, inventando così un albergo nuovo di zecca. E battezzandolo con il nome della figlia di uno dei suoi più cari amici, per l’appunto Diana.

Durante la guerra le camere vennero requisite prima dagli ufficiali tedeschi e poi da quelli americani e alla fine del conflitto tornò ad essere un punto di riferimento per i primi turisti che tornavano a visitare la città. Poi venne ampliato per le Olimpiadi del 1960, grazie all’acquisto di un palazzo adiacente. Il suo tratto distintivo? Sobrietà, eleganza e ospitalità “pura”, grazie alla quale il cliente si sente ogni volta a casa. E anche il personale, in linea con lo stile di famiglia, fa parte a tutti effetti della squadra.

Negli anni il timone è passato da Benedetto a suo figlio Enrico e a sua moglie Franca, fino ai nipoti e bis-nipoti, rappresentati oggi da Carlo De Angelis (managing director dell’hotel nonché presidente del gruppo degli Alberghi Storici di Roma di Federalberghi), dalle sorelle Caterina (responsabile food&beverage) e Stefania (consigliera di amministrazione con delega per l’housekeeping) e alle sue figlie Marta (responsabile amministrazione) e Cecilia (sales manager).

L’Uliveto

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Nel 2008 l’ennesimo passo in avanti con l’apertura del ristorante L’Uliveto, un’oasi verde dove il rumore della città non arriva e dove lo sguardo si allunga fino alla cupola di San Pietro, aperto dalle 19,30 con gli aperitivi del barman Gianluca Storchi dedicati ai dodici segni zodiacali e per cena fino alle 23.

Tavoli con mise en place moderna ed essenziale ma elegante e piatti affidati, dal 2019, alle mani e alla creatività del giovane chef Alessandro Pinca, uno che la cucina romana – di qualità – l’ha imparata fin da piccolo: prima uno stage da Flavio al Velavevodetto a Testaccio, poi nel 2014 capo cuoco da Ciao Checca, ristorantino di slow street food con proposte realizzate in gran parte con Presidi Slow Food, e ancora nel 2015 a Pro Loco Pinciano del patron Vincenzo Mancino, gran talent scout di formaggi e salumi laziali, dove diventa nel 2016 sous chef. Tra i frequentatori del locale c’è anche Arcangelo Dandini, pluricelebrato chef de L’Arcangelo, eccellente interprete della cucina romana tradizionale. L’incontro è fatale: Dandini dà fiducia al giovane Pinca e lo coinvolge nelle sue iniziative: prima al Colbert Cafè di Villa Medici e poi nella start up del ristorante Caravaggio.

Infine nel 2017 l’arrivo al ristorante dell’hotel Diana, prima come sous chef e poi come executive. Vero talent scout di prodotti agroalimentari, preferibilmente a chilometro laziale, Alessandro Pinca ha improntato la sua cucina, in accordo con la proprietà, nel segno non solo dell’eccellenza ma anche della sostenibilità e del benessere animale. Scorrendo il menu spiccano i nomi dei vari fornitori, quali Galline Felici, azienda avicola nel nord della Capitale dove le galline vivono libere di razzolare all’aperto, o San Bartolomeo, in provincia di Viterbo, specializzata nell’allevamento di polli ruspanti.

Moltissimi anche i prodotti della Rete Agricola HQF (High Quality Food) progetto etico e sociale nato nel 2020 per sviluppare filiere corte e sostenibili: tra i tanti, la carne (marezzata e tenera) di Marango, incrocio tra fattrici maremmane e tori Angus, allevato allo stato brado nella provincia di Viterbo, o i carciofini sott’olio Agnone, realizzati in provincia di Latina. Da The Circle invece, l’azienda romana specializzata in acquaponica, arrivano le insalate, mentre i formaggi provengono dal celebre distributore DOL, D’Origine Laziale ideato da Vincenzo Mancino. Da Fondi, precisamente dalla casearia Casabianca, le mozzarelle di bufala campana DOP.

Il menu

E se la materia prima conta, nel valorizzarla sta tutta l’abilità del cuoco. E che Alessandro ci sappia fare si vede dai piatti presentati, equilibrati, eleganti, mai banali. Tre i menu degustazione: Radici (90 euro), a base di carne, Contrasti a base di pesce (120 euro) e Naturae, vegetariano (80 euro). Oppure si può scegliere direttamente alla carta (ogni portata ha una sigla dove capire se è gluten free, vegetariana o vegana).

Noi abbiamo assaggiato L’orto estivo, melanzane arrostite e marinate con salsa di pomodori San Marzano ed erbe aromatiche (15 euro), dove spicca il sapore fresco dei pomodori, Antica ricetta dell’allevatore, un carpaccio di Manzo Marango alle Erbe Aromatiche, Carciofini Agnoni riserva e Primosale artigianale (20 euro), Passeggiata sul lungomare, un crudo di Gambero rosso di Mazara del Vallo con Burrata affumicata artigianale e Mela smith (22 euro), una vera e propria esplosione di sapori, Sapori del sud, Orecchiette con un pesto di Capperi e Olive con Datterino giallo e Taralli pugliesi al peperoncino sbriciolati (16 euro), Scampi in festa, Risotto alla crema di Scampi e Scampi cotti al vapore, con una mantecatura del riso davvero perfetta (26 euro) e infine Er Mangozzo, Maritozzo alla romana con crema al Mango e Panna montata, un omaggio alla capitale con un tocco di esotico (12 euro).

E se volete essere davvero più in alto di tutti si può prenotare l’altana, dove si mangia al massimo in un tavolo da quattro, davvero a tu per tu con il cielo di Roma.

Info utili

Uliveto Roof Garden dell’Hotel Diana

Via Principe Amedeo 4, Roma

390 647 8681

Sito

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