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Speciale Umbria Segreta / Il Lago di Piediluco tra lussureggiante Natura e Alta Cucina del “Molo 21” – parte prima

Il Lago di Piediluco, a poca distanza dalle Cascate delle Marmore, è un lago gemma, incastonato tra i Monti Luco e Caperno, ai confini di Umbria e Lazio. I suoi 13 km di sponda sono mossi, estremamente verdi, ricchi di insenature, artistici scorci, rocche, testimonianze storiche e antiche leggende.

Ma Piediluco è anche un suggestivo borgo che fieramente issa la bandiera della sua nuova insegna gourmet: il “Molo 21”, ristorante a bordo lago con terrazze e vista sulla lussureggiante vegetazione umbra specchiata.

Ha aperto ufficialmente i battenti una manciata di ore fa, propone una cucina creativa, personale, che si stacca con decisione dalle proposte di matrice tradizionale del luogo, che liberamente gioca con gli abbinamenti tra materie prime d’effetto e antiche ricette rivisitate coadiuvate dalla nitida tecnica e voglia di fare bene dello Chef Matteo Puccio.

Una vera sfida per il territorio e per se stesso, un preciso obiettivo portato avanti per fare la differenza con l’esperienza acquisita nel tempo e il rinnovato entusiasmo di mettersi in gioco.

Il nome “Piediluco” deriva dal termine latino Lucus, ovvero bosco sacro, e significa letteralmente : “ai piedi del bosco sacro”. Abitato dall’uomo fin dall’età del bronzo, rimane avvolto da un’aurea di mistero e sacralità. 

Sulla lunga via che attraversa l’intero borgo (via quattro novembre), si innestano stretti vicoli di pietra, si aprono piazzette dominate da platani secolari, altre bordate da rigogliosi tigli. Di qui è passato anche San Francesco, tanto che la Chiesa sul corso, oggi è Santuario Francescano ed è inserita nell’itinerario della VIA di FRANCESCO.

Non esiste modo migliore di prendere confidenza con il luogo, e con il lago, che attraverso un tour in battello. L’istrionico capitano si chiama Davide Crisostomi e, una volta salpati, sarà lui ad istruirvi sulla zona, arricchendo il racconto con aneddoti, storie e leggende popolari.

Di partenze ce ne sono parecchie, tutte dal Molo Miralago. Il costo del biglietto – rispetto alla piacevolezza dell’esperienza – è davvero irrisorio.

Sarà bello poi, una volta approdati a terra, di rigenerarsi con un aperitivo a bordo lago spostandosi di qualche metro. Il Molo 21 - Beach club (Viale Vincenzo Noceta, 6, 05100 Piediluco TR), ex “Circolo Canottieri Terni” fresco di restyling, è un luogo piacevolissimo che ben interpreta la sua dimensione di “spiaggia verde”, ma è anche estensione dei servizi per gli ospiti dell’Hotel del Lago il quale, a poca distanza ma in posizione dominante e con il Terminillo sullo sfondo, fa capo alla stessa appassionata proprietà e si accinge a cambiare volto a breve (ma questa è una storia che vi racconterò più avanti).

Con il suo compatto manto erboso, il suo piccolo molo proteso verso lo specchio d’acqua, i salotti en plein air, il grande salice piangente, il Molo 21 è aperto tutto il giorno, con sdraio, lettini e canoe. L’offerta per l’aperitivo prevede una lista di cocktail ispirati al Lago, come l’Americano Lake (Campari, Vermut, Spuma di Birra Lager e rabarbaro), Birre Artigianali del Birrificio Piediluppolo, Soft Drinks, Variazioni di Spritz (Aperol, Hugo e Limonello) e un’ampia selezione Pinse Romane da condividere, fritti e taglieri.

Ma la vera sorpresa è il ristorante che si schiude al piano superiore. Due accessi, una sala, due terrazze.

Gli interni con le vetrate aperte verso il mosso paesaggio, l’arredamento minimal chic sui toni del blu e del grigio con i grandi lampadari di cristallo a contrasto, il pavimento a listoni di parquet, è dominato da una antichissima canoa, una suggestiva piroga appesa al soffitto che galleggia nell’aria; mentre i coperti all’esterno si accomodano sulla terrazza che domina il lago, la sua quiete, il suo calmo respiro.

Nessun dettaglio è lasciato al caso dalla proprietaria Susanna Sabatini, così come dallo Chef Matteo Puccio. Un dialogo di fiducia e rispetto che ha permesso di definire le coordinate di un nuovo spazio d’accoglienza curato dalle posate (scelte a forma di pagaia) ai calici di sottile cristallo, per portare in tavola nuove visioni del sapore.

Il ristorante Molo 21, che ha aperto ufficialmente i battenti da una manciata di ore fa, si prepara a far parlare di sé proponendo una cucina creativa, personale, sicura; che si stacca con decisione dalle proposte di matrice tradizionale del luogo, che liberamente gioca con gli abbinamenti tra materie prime d’effetto (come caviale, foie gras, aragosta, gamberi rossi, ventresca di tonno) e antiche ricette rivisitate coadiuvate da nitida tecnica e voglia di fare bene.

Chef Matteo Puccio ha portato qui la sua idea di “Cucina d’ Acqua”. Nato a Spoleto, classe 79, ha iniziato i suoi studi culinari alla scuola del Gambero Rosso, dove ha insegnato anche come Chef docente.

Tante le esperienze per il mondo, poi la gestione di locali, un talent culinario, e la voglia di tornare nella sua Umbria per fare la differenza.

Perchè la cucina dello Chef Matteo Puccio qui non ha riferimenti nè paragoni, e appare come un regalo, una sorpresa. Materie prime importanti, freschezza, innovazione, cura dell’impiattamento, colore, abbinamenti, pesce e frutta e tocchi di terra in libera espressione.

Ne scaturisce un Menu con 4 percorsi degustazione (da 9 e 15 portate) senza l’obbligo di condizionare l’intero tavolo. Due percorsi di Lago e Mare, due Vegetariani, la possibilità di abbinare bollicine e vini ad ogni percorso; un menu à la carte per soddisfare il palato di curiosi gourmand e habitué tra Crudi misti; Tartare di Kobe, Gnocchi di pane al nero di mare (rivisitazione di un antica ricetta umbra); Tofu fermentato, caramello salato, porro, cetriolo e lime, fino al Filetto alla Rossini.

Ne sono chiaro esempio Tonno, fondo bruno e lime, carnoso bon bon che lega le sapidità del mare a quelle della terra con un quel twist di aroma e freschezza tipico del lime; Pesca e Caviale al cucchiaio che chiude la giostra delle Amuse Bouche tra alzatine e piccole ceramiche dedicate; il Carpaccio di Aragosta ai 12 profumi e Fiori di campo, un gioco geometrico di lussi per il palato da assaporare centimetro dopo centimetro; la Trota alla coque con crema di pomodoro fermentato, fragola e polvere di capperi dove la consistenza del filetto di trota rimane impressa per proprietà di tecnica e acidità in equilibrio; così come per la Ventresca di tonno, nocciole del Piemonte, cipolle caramellate e crema di Djion e l’Anguilla, foie gras, cetriolo, lime, maggiorana e caviale: fronti diversi, citazioni esterofile e bel risultato.

Chiude la Granita di mela verde, lavanda e sambuco con gelato alla vaniglia. Non ultimo, il percorso degustazione ha un rapporto qualità prezzo degno delle migliori note: 15 portate a 55€ + percorso di abbinamento vini scelti da hoc 25€, panorami inclusi.

Il lungo percorso di degustazioni è una sorpresa, è stimolante, appagante; è la somma concentrata di esperienze eterogenee e di una connaturata educata ambizione. Chef Puccio rimane in equilibrio tra la voglia di proporre i suo piatti e quella di giocare con l’ospite, infatti lo sprona a non fermarsi all’atto del mangiare, ma a scoprire lui stesso le risultanti di nuove addizioni tra sapori. Una cucina protagonista, ma non prima donna, che merita di certo il viaggio.

Molo 21  – Viale Vincenzo Noceta, 6, 05100 Piediluco TR

Cell / 346 635 8871

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