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Tignanello, i gloriosi 50 anni di un mito

tignanello

Da vino da tavola a simbolo di prestigio passando per il riconoscimento di IGT. Il Tignanello, nato dall’intuizione di un grande enologo, compie 50 anni.

Un “Made in Tuscany” che diventa simbolo del “Made in Italy”. Siamo nell’Olimpo enologico italiano, sia per storia che per qualità. Siamo di fronte a un prodotto che è stato capostipite di una rivoluzione nel mondo del Vino e che porta in dote una svolta di liberazione creativa relativamente alla produzione del nettare di Bacco: una Famiglia, Antinori, un Maestro di Vino assoluto, Giacomo Tachis, un Mito, il Tignanello.

Questo trittico rappresenta uno dei maggiori spartiacque nel mondo del vino italiano (e non solo) e apre le porte a un nuovo concept di produzione svincolato, per la prima volta, da quelli che erano dettami e disciplinari imposti per la creazione di una bevanda che, insieme al cibo, rappresenta uno dei simboli più conosciuti del Belpaese.

Il Tignanello: la nascita di un mito

Negli anni Sessanta inizia la collaborazione, poi divenuta amicizia quarantennale, tra Tachis e il Marchese Piero Antinori avviando un progetto che oggi viene riconosciuto come il primo fondamentale step del rilancio e della rinascita del vino italiano: l’intuizione del grande enologo fu legata al convincimento che un vitigno di origine francese come il Cabernet Sauvignon, affiancato al Sangiovese fatto riposare per mesi in barrique, potesse dar vita a un prodotto di altissima qualità.

Così fu. I risultati raggiunti non solo iniziarono ad affascinare importanti platee nazionali, ma nacque anche all’estero una visione nuova del nostro vino e una maggiore attenzione enologica verso il Paese Italia. Un azzardo che pose le basi alla pura libertà d’espressione e che diede vita a quello che venne definito negli anni ’80 dal critico Robert Parker, il primo “Supertuscan”, uscendo di fatto dal disciplinare storico del Chianti.

Rottura con gli schemi, dunque, ma rottura che lascia assaporare una visione anticipatrice che pone le basi per un cambiamento che libera la fantasia e la sensibilità delle Cantine italiane.

Tignanello

Tignanello si pone quindi come pietra miliare di una rivoluzione che ha veicolato qualità e prestigio nel mondo del Vino italiano e il cui nome viene rispettato per quello che ha significato e che tutt’oggi significa. Pluripremiato da sempre sia a livello nazionale che internazionale, nonché varie volte inserito nella Top10 della “Bibbia” delle classifiche mondiali come Wine Spectator, Tignanello entra in commercio nel 1974 (anche se nasce di fatto nel 1970) ed è il primo vino nella storia a prendere il nome dalla tenuta dove crescevano le prestigiose uve atte alla sua realizzazione, “Tenuta Tignanello” appunto: siamo a San Casciano, Val di Pesa.

Accennavamo poco fa, dunque, a una liberazione creativa nella produzione messa in atto per la prima volta in Toscana ad opera di una Cantina: ebbene si trattò di un deragliamento voluto da quelli che erano i binari di realizzazione imposti da Bettino Ricasoli per produrre il Chianti Classico che prevedeva la presenza di un piccolo quantitativo di uve a bacca bianca che il “duo” Tachis-Antinori decise di rimuovere, affiancando al contempo al Sangiovese, il Cabernet Sauvignon ed il Cabernet Franc. Stava nascendo un mito.

Da “vino da tavola” a simbolo di prestigio

Le iniziali reticenze del mondo del vino legate a quest’operazione che usciva dagli schemi previsti nel disciplinare, non permisero al Tignanello di spiccare il volo da subito e anzi fu etichettato per un ventennio come “Vino da Tavola”: solo la nascita dell’IGT nel 1994 lo svincolò da questa denominazione. Si può senz’altro sostenere che la vera anima del Tignanello risieda nel perfetto equilibrio tra le uve che lo compongono e il territorio nel quale nasce e rappresenta un vero e proprio capolavoro enologico che incanta i sensi con la sua eleganza e complessità, offrendo note di frutta matura, spezie e una leggera sfumatura tostata che lascia spazio a una piacevole freschezza e lunga persistenza. Il suo sorso svela il carattere autentico del terroir toscano e rappresenta uno dei più importanti momenti d’incontro tra tradizione ed innovazione.

Figlio di un’inarrivabile eleganza senza tempo, Tignanello è diventato oggi un simbolo italiano di prestigio e raffinatezza che non potrà mai essere scalfito e la cui produzione, comunque limitata, ha reso ancora più prezioso. Se si nominano i termini “prestigio” e “raffinatezza”, non si può non fare un continuo riferimento alla Famiglia dei Marchesi Antinori che da oltre seicento anni e ventisei generazioni si dedica alla viticultura e che grazie all’”operazione Tignanello”, sempre nel più grande rispetto per il territorio, ha introdotto un alto livello di sperimentazione concentrandosi sulla densità degli impianti e sulle pratiche di potatura e selezione del Sangiovese, fino ad ottenere uve con una maggiore concentrazione, tannini elegantemente morbidi ed una fine complessità che ogni minuto che passa nel bicchiere rende sempre più inarrivabile.

Siamo dunque giunti al cinquantennale di una delle pagine più importanti nel mondo del Vino italiano e non ci resta che alzare quindi i calici per brindare ad una delle pietre miliari dell’orgoglio italiano nel mondo: auguri Tignanello, auguri mito!!

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