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Vino italiano: numeri da record per l’export

Crescita costante sui mercati internazionali nel 2015 e nella prima parte del 2016 secondo i dati Federdoc. Bene anche le Denominazioni di origine. Non si ferma invece il calo di consumo interno pro capite

Un anno d’oro il 2015 per il vino italiano. E’ quanto emerge dal rapporto di Federdoc, la federazione nazionale dei consorzi di tutela delle denominazioni di origine. Di particolare rilievo i dati relativi all’export, che ha raggiunto i 5,4 miliardi di euro di fatturato complessivo e che nel primo semestre del 2016 ha fatto registrare addirittura un +4,5% in volume e +7,9% in valore. Trend positivo anche quello delle Doc e delle Dop (che crescono del 5% in volume e dell’8% in valore).

Germania, Regno Unito e Stati Uniti si confermano i principali mercati di destinazione del vino italiano, con gli Stati Uniti in vetta alla classifica per introiti dell’export, anche se ben figurano, tra gli altri, anche Canada, Francia, Australia, Messico, Corea e Cina che accresce i propri approvvigionamenti.

L’unica notizia negativa, tra l’altro non una sorpresa perché coerente alla tendenza degli ultimi 30 anni, è relativa al fronte nazionale: continua infatti il calo dei consumi pro capite nello Stivale.

«L’Italia del vino si conferma un Paese orientato ad un export verso i Paesi terzi» ha commentato Riccardo Ricci Curbastro, Presidente Federdoc. «Mentre gli acquisti interni continuano a calare, prosegue la scalata ai mercati esteri, confermando quelli storici come Usa, Regno Unito e Germania, mantenendo salde le posizioni in Francia, Canada, Australia e Messico ma, soprattutto, sviluppando numeri rilevanti in Cina e Corea. Ma è tutto il mondo che chiede i nostri vini e non è un mistero che ormai l’80% delle etichette nazionali sono destinate a superare i confini italiani».

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