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Alfonso Crescenzo è il nuovo executive chef del Monastero Santa Rosa Hotel & Spa

Alfonso Crescenzo

Alfonso Crescenzo, chef salernitano 1 stella Michelin, approda in Costiera Amalfitana e firma la nuova proposta gastronomica dell’hotel. Ecco cosa ci ha raccontato.

Originario di Sarno, in provincia di Salerno, classe 1978, Alfonso Crescenzo si avvicina alla cucina in tenera età osservando la nonna – custode di ricette che nel tempo sarebbero diventate protagoniste dei suoi menu – preparare i piatti della tradizione campana per la famiglia. Oggi territorialità, stagionalità e autenticità sono i pilastri della sua proposta culinaria, in perfetta armonia con i valori che per secoli sono stati il cardine della cucina delle suore domenicane che a Monastero Santa Rosa avevano trovato casa. Un rispetto della storia e della tradizione che si sposa con la filosofia della famiglia Sharma, custode di un’eredità secolare, che mantiene viva e si impegna a tramandare con amore e dedizione, stagione dopo stagione.

Una nuova sfida, date le tue esperienze stellate sei alla ricerca di una stella?

«Innanzitutto ringrazio la proprietà (Bianca & Nathan Sharma ) per avermi dato questa grande opportunità ed avermi accolto nella loro grande casa. Un paradiso in Costiera Amalfitana, un posto più unico che raro, laddove si fonde la classe ed il lusso con radici ben salde ad una terra dove si esprime al meglio la dieta mediterranea. Dopo le mie esperienze in giro per il mondo e in Italia, arriva questa grande sfida dove cercherò di esprimere al meglio il mio bagaglio professionale cercando di mantenere alto il grande lavoro fatto negli anni dal Monastero Santa Rosa e dai suoi predecessori.»

Cosa si deve aspettare invece un ospite dalla tua cucina?

«La mia cucina è il frutto di un bagaglio culinario che mi hanno trasferito negli anni, sin da piccolo, mia nonna Cristina e mia mamma. Un concetto unico, cucina di tradizione e di sapore, oltre a quello appreso dai maestri con cui ho avuto l’onore di lavorare, apprendendo la conoscenza e la lavorazione delle materie prime usate e somministrate.»

Quanto invece è legata la tua cucina al territorio?

«La mia cucina volge l’espressione al territorio, alla stagionalità e alla tradizione. Date Le mie radici contadine, sin da ragazzino ho sempre trascorso i pomeriggi dopo la scuola nei campi, laddove tuttora risiede l’Azienda Agricola Bio di Famiglia ‘’Terre Lavorate‘’. Momenti unici, ricordi che oggi faccio fatica a vedere per le nuove generazioni; non esistevano cellulari, smart phone etc. ciò che oggi ha allontanato tutti dalle vere radici di ognuno di noi rendendo molto superficiale sia il contatto con la terra che con le tradizioni di un tempo.»

Quali sono i tuoi pregi e quali i tuoi difetti?

«Umile, sincero, determinato. Permaloso, testardo, orgoglioso.»

Il tuo piatto signature?

«Tagliolino ai due tartufi (mare e terra). Rombo scottato con cicoria amara, zuppa di cernia rossa alla pizzaiola e spugnole.»

Cosa vorresti cambiare nel mondo della ristorazione?

«Cambierei la formula alla radice: laddove si muovono i primi passi per inserirsi nel mondo della ristorazione e l’attività alberghiera, darei più possibilità agli studenti di avere una capacità e conoscenza sul lavoro che andranno a fare, in modo da fargli capire sin da subito se è un lavoro che fa per loro o meno. Non solo facendo lezioni teoriche tutto l’anno scolastico con le classiche esercitazioni dove si insegnano ricette, tagli, etc. ma bensì creando dei periodi di tirocinio in aziende agricole, casari, pastifici, forni, entrando in contatto si da subito con una realtà che oggi conoscono solo sui media e social.»

E cosa vorresti tenere uguale?

«La passione ed il sacrificio che ancora oggi molti professionisti conservano da tempo e nel tempo. Cosi da essere da esempio per coloro che iniziano a muovere i primi passi in questo settore.»

Un consiglio su altri ristoranti da visitare vicino a te?

«Ristorante Lido Azzurro ad Amalfi da Antonio Bijou; Ristorante Terrazza Duomo – Amalfi da Salvatore Milano.» 

Cosa ti aspetti dalla stagione estiva?

«Che possa essere una stagione estiva ricca di lavoro e serenità, con l’augurio che non si parli più di Covid-19 e guerra.» 

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