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Camporeale tra nuove realtà, antiche conferme e gastronomia locale

La decima edizione del Camporeale Days, la manifestazione enogastronomica legata ad un singolo territorio più importante in Sicilia, è stata l’occasione per ri-scoprire le eccellenze dell’areale camporealese alla luce dell’evoluzione di alcune aziende storiche, di nuove realtà e la conferma di un tessuto enogastronomico ricco e radicato nella tradizione e delle risorse naturali di inossidabile bellezza.


Dal momento che quello camporealese è un territorio ad alta vocazione vitivinicola non stupisce che proprio qui si trovino alcune tra le cantine più rappresentative dell’enologia isolana oltre alla presenza di alcune produzioni gastronomiche autoctone.

Alessandro di Camporeale

La famiglia Alessandro è impegnata in viticoltura sin dai primi del 900. Oggi l’azienda a conduzione familiare, vede nei fratelli Rosolino, Antonino e Natale, affiancati dai figli Anna, Benedetto e Benedetto, gli artefici di una rivoluzione produttiva centrata sul vigneto e sulle buone pratiche enologiche, che ha dato vita a vini di grande impatto e struttura, morbidi, eleganti e di grande equilibrio. Sono i tre cugini Alessandro, il futuro di questa Cantina che, con loro, si rinnova e guarda con nuova passione e speranza al terzo millennio. Da Anna, responsabile dell’enoturismo e della comunicazione, a Benedetto, l’enologo che segue tutto il processo produttivo, in vigna come in cantina, all’altro cugino, pure lui Benedetto, responsabile del marketing dell’azienda di famiglia.

Nuove risorse umane e nuove specializzazioni per proseguire, con fiducia, una storia aziendale diventata l’emblema di un territorio vitivinicolo di grande pregio. L’azienda si estende in un territorio posto tra 400 e 600 metri sul livello del mare contraddistinto da un clima mite ma non arido con significative escursioni termiche tra il giorno e la notte. È in questi terreni argillosi e calcarei che la famiglia Alessandro punta alla valorizzazione di varietà autoctone, come Nero d’Avola, Catarratto e Grillo, e di varietà internazionali come Syrah e Sauvignon Blanc che si sono ben adattate al territorio di Camporeale.

L’azienda Di Bella

L’Azienda ha gestione familiare. I vigneti si estendono principalmente nelle campagne di Noto (Siracusa), in una bella contrada dall’evocativo nome di “Buonivini”. I vigneti sono a circa 5 chilometri dal mare, lontani da ogni inquinamento, a una modesta altitudine fra 40 e 70 m sul livello del mare. I suoli sono argillosi-sabbiosi, leggermente alcalini e elevata presenza di calcare attivo e calcio scambiabile. Qui si coltiva Nero d’Avola per il 70%, Syrah per il 20% e Petit Verdot per il resto. I sistemi di allevamento sono a controspalliera con cordone speronato o a guyot, impiantati nel 2004 e 2005, con una resa media di 70 quintali per ettaro. I porta innesti prevalenti sono Ruggeri e Paulsen. Un aspetto peculiare dei vigneti è l’altissima densità, fino a circa 8.000 piante per ettaro, che è uno dei presupposti per grandi vini rossi. Accanto alle vigne, come è tradizione, si coltivano olive da olio e frumento.

Azienda Domini Mediterranei – San Cipirello (PA)

Domini Mediterranei è una azienda vitivinicola siciliana che affonda le sue radici nel territorio di Corleone, Monreale e Portella della ginestra. Terreni e appezzamenti di alto valore culturale e paesaggistico situati dai 300 ai 1100 metri sopra il livello del mare, custoditi con “SAPIENTIA E DOCTRINA” al fine di portare avanti la tradizione familiare in sinergia con l’innovazione tecnologica e la salvaguardia del territorio.
Domini Mediterranei porta con sé tutto il know-how della famiglia Micciché che aveva portato l’azienda al miglior splendore con il brand “Calatrasi”, trasmettendo ai propri collaboratori una visione cosmopolita. Nel 2017 con l’inizio della quinta generazione , sotto la guida del giovane agronomo ed enologo Salvatore Beltempo si guarda al futuro.

Dei Principi di Spadafora – Virzì (PA)

Spadafora è una nobile famiglia siciliana, le cui prime tracce certificate risalgono al 1230. Nei secoli il Casato ha avuto il predominio su cinque principati, un ducato, due marchesati, una contea e venticinque baronie. Alcuni dei componenti della famiglia hanno occupato cariche di primo piano nel Regno di Sicilia e in alcuni Stati Europei.
Il fondatore dell’azienda agricola è don Pietro dei Principi di Spadafora, che riceve in eredità la tenuta dallo zio Michele De Stefani, valente agricoltore ed allevatore di cavalli da corsa. La tenuta subisce parecchi danni durante il terremoto del 1968 ma don Pietro si impegna sia nella ricostruzione che nella riqualificazione dell’azienda, rivalutando i vigneti autoctoni e portando in Sicilia vigneti alloctoni destinati alla nascita di vini di qualità.
L’attuale proprietario è Francesco Spadafora, figlio di don Pietro, affiancato dalla figlia Enrica. Immersa nel cuore della Sicilia, l’Azienda Agricola dei Principi di Spadafora offre non solo prodotti di alta qualità, ma anche una varietà di esperienze uniche per vivere appieno la bellezza di questa terra.

Tenuta Rapitalà – Camporeale (PA)

Tra Camporeale e Alcamo, dove i filari seguono il profilo dolce delle colline, sorge Tenuta Rapitalà. Qui, la natura non è solo paesaggio, ma un’alleata silenziosa che accompagna la nascita di vini capaci di raccontare la bellezza e la forza di questa terra. Su 176 ettari di vigneti, il sole siciliano incontra l’eleganza francese, dando vita ad un equilibrio perfetto. Accanto ai vitigni autoctoni, trovano spazio le grandi varietà internazionali, che qui esprimono il loro carattere in modo inedito. Nasce così Tenuta Rapitalà, da allora ogni vino è una tappa del sogno iniziato oltre cinquant’anni fa e portato avanti oggi dall’enologo Silvio Centonze con la stessa dedizione e passione.
Classe 1973, compie i suoi studi in enologia e viticoltura tra Marsala, città d’origine, e Padova. Dal 1999 è responsabile enologico presso Tenuta Rapitalà. Grazie alla collaborazione diretta con il fondatore della cantina, ne ha compreso appieno la filosofia che trasmette quotidianamente nello stile dei vini Rapitalà, vini che mantengono sapori e profumi della terra di Sicilia, coniugati all’eleganza del savoir-faire francese.

Azienda Valdibella – Camporeale

A Camporeale, Valdibella rappresenta un progetto sostenibile all’interno del quale tutte le risorse sia umane che naturali, trovano la propria realizzazioneNasce nel giugno del 1998 in un territorio a forte vocazione agricola e rurale, affiancandosi alla comunità salesiana Itaca, che si occupa di accoglienza di giovani con disagio sociale e promuovendo, attraverso il progetto Jonathan, il loro inserimento nel mondo del lavoro. Fin dall’inizio la cooperativa ha cercato di scardinare stratificazioni culturali che negli ultimi secoli hanno dominato il territorio siciliano: restituire cioè la dignità agli agricoltori, promuovendo azioni concrete contro lo sfruttamento commerciale e lavorativo e mettendo in campo metodi di agricoltura biologica che puntino sulla biodiversità e su colture autoctone. Oggi non solo vino ma anche grano, pasta, mandorle, olio, ortaggi e legumi sono prodotti da donne e uomini che sanno superare la propria individualità per unirsi a un progetto comune e cooperativo. Inoltre, dal momento che non ci può essere vera crescita se non collettiva la cooperativa ha aderito, fin dalla sua fondazione, all’associazione Addiopizzo, che con il suo manifesto di consumo critico si spende a favore di una economia libera dalle mafie. Per tale ragione il logo Addiopizzo è presente su tutti i prodotti a marchio Valdibella.

I prodotti tipici di Camporeale

La sciavata

Continuando il nostro excursus alla scoperta del territorio camporealese una menzione speciale merita la sciavata. La trovate ovunque nei panifici e pizzerie della zona ed è una gustosissima via di mezzo tra la pizza e lo sfincione.

Ne esistono numerose varianti, ma l’antica ricetta appartiene alla tradizione camporealese e rappresenta una golosa alternativa al solito pane che preparavano le donne nell’attesa che i mariti tornassero dai campi. Dallo stesso impasto utilizzato per il pane se ne ricavava un altro più morbido ottenuto semplicemente aggiungendo solo di un po’ d’acqua in più. Gli ingredienti per condire sono ovviamente “poveri”: cipolla, pangrattato, formaggio, acciughe e olio. Gustare per credere.

Dolci camporealesi: ruote e  cassatelle

Dulcis in fundo, non poteva mancare un cenno ai dolci camporealesi che dai  banchi delle pasticcerie e panifici fanno capolino. Tra questi le cassatelle che, accanto alle “ruote”, sono i dolci rappresentativi di questo territorio.
Se le ruote sono molto simili al bacio pantesco, il dolce che più differisce dall’idea che il suo nome evoca è la cassatella.

Le cassatelle camporealesi sono, infatti, assolutamente diverse da quelle di Castellammare del Golfo (TP) nonostante siano chiamate allo stesso modo. Mentre le prime, sono dei panzerotti ripieni di crema di ricotta e cioccolato, le seconde hanno l’aspetto di un “panino” costituito da due cialde croccanti dalla forma di rombo che racchiudono una golosa crema di ricotta. A completare il tutto una neve di zucchero a velo, altro indizio che rievoca le “paffute” cugine di Castellammare.

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