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Caracol: a Bacoli la cucina di Angelo Carannante tra sapori di mare e vista mozzafiato

Caracol

Caracol in spagnolo sta per conchiglia: come lei, raccoglie suoni e profumi dal mare, per donare piatti mediterranei, un servizio attento ed una vista formidabile su Ischia, Capri e Procida.

Per arrivare al Caracol si punta su Capo Miseno, dove il vento tira forte e il mare s’ingrossa. I clienti vengono invitati a lasciare l’automobile nel parcheggio dell’Hotel Cala Moresca e scortati con una “quattro per quattro” lungo un ripido sentiero in discesa. Aperto nel 2016 – e premiato con una Stella Michelin dal 2018 – il Caracol è una struttura unica nel suo genere: traducendo dallo spagnolo, significa conchiglia e come lei se ne sta rannicchiata nel tufo del suo territorio, pronta ad inglobare suoni e profumi dal mare, e restituendo a tavola una cucina mediterranea, eterea quanto saporita. Impossibile non scattare dieci, cento, mille foto da lassù, <<vi capisco, noi siamo qui ogni giorno; eppure, scattiamo in continuazione>>, sono le parole di Giannantonio Scotto Di Vetta, classe ‘81, maitre sommelier che ci accoglie con grazia estrema.

Esistono luoghi in cui si ripetono frasi fatte a menadito, persone che sembrano automi. E poi ci sono posti diversi, in cui il dialogo è reale, chi accoglie ascolta l’ospite e allora lo scambio diventa umano e piacevole da morire.

Per Giannantonio Scotto Di Vetta si contano anni di esperienza da Sud con Marianna Vitale, ma lo si potrebbe definire un direttore di sala dal destino segnato:<<sono nato e cresciuto proprio qui vicino al ristorante, se mi avessero detto che un giorno avrei riempito calici al Caracol non ci avrei creduto, siamo oltre il sogno. Qui sono a mio agio, lo chef ha saputo creare un clima di serenità attiva, anche la pausa invernale per noi è una fucina di idee, non c’è settimana in cui non ci vediamo per un caffè. Credo sia questo il significato di staff. >>

Giannantonio fa molto più che riempire calici al Caracol. Scova bottiglie da raccontare, si fa portavoce del territorio flegreo e dunque anche della Falanghina: vitigno a bacca bianca molto diffuso in Campania, ancora un po’ snobbato, per molti è una sorta di vino minore. Per fortuna ci sono professionisti pronti a ridimensionare la verità. Il vino dipende da chi lo produce e Giannantonio, la Falaghina, ama farla assaggiare nella sua veste più longeva, tonica come una ragazzina e piena di contenuti come una vera donna.

Il ristorante

La nostra giornata prometteva pioggia, ma siamo stati graziati e, tra le mille foto di cui sopra, abbiamo dovuto ammettere che dieci giornate di sole non avrebbero restituito il fascino di uno scenario così conturbante. Sedici coperti interni, con cucina a vista, ed un massimo di venti posti in terrazza, quando Capo Miseno è d’accordo.

Il cielo, il mare, il vento, il sale, tutto questo è il Caracol. Un luogo bellissimo e fragile, in cui regna la tranquillità dei gesti e delle parole, poche ed essenziali. Tra un piatto e l’altro, siamo stati onorati di poter condividere qualche riflessione con Angelo Carannante, classe ‘79, lo chef, colui che guida la “barca”, rassicurando, sperimentando ed organizzando tutto in venticinque metri quadrati.

La proposta di Caracol

Caracol propone due  percorsi di degustazione a base di pesce validi per l’intero tavolo: Miseno, con sette portate a 130,00  euro a persona (vini e bevande escluse) e Baia, con 9 portate a 150,00 euro a persona (vini e bevande escluse).

<<Quella che può sembrare un’offerta rigida è invece frutto di uno studio preciso degli spazi, del numero dei coperti, della volontà di lavorare per lo più prodotti freschi. Naturalmente siamo attenti alle preferenze dei clienti, così come ad eventuali restrizioni alimentari, ci informiamo prima e costruiamo il menu ad hoc. Però qui faccio una cucina di mare, se me lo chiedono, più che sulla carne, preferisco dirottare sul vegetale. .>>

Sembra finalmente autunno e a noi pare magia goderci uno scenario simile, un intreccio complesso di mare e nuvole, con qualche raggio di sole di tanto in tanto. Ma allora perché non restare aperti tutto l’anno?

<<Potremmo, ma è il luogo che ci impone una pausa. Siamo letteralmente su di un costone, qui la corrosione del sale marino è implacabile, le cose belle sono spesso le più delicate. Bisogna averne cura, la manutenzione per noi è un mantra.>>

Stiamo assaggiando piatti gustosi e di semplice lettura, quello che ci si aspetta da uno chef nel pieno della sua maturità professionale. Sottrarre, esaltare e rappresentare il territorio senza forzature, ma coinvolgendolo in un ampio bagaglio di suggestioni.

<<Il Caracol è un megafono pronto a raccontare tutto ciò che di buono accade qui intorno. Il mio è anche un dovere, anche perché soprattutto quando parliamo di agricoltura, c’è bisogno di sostegno. Abbiamo prodotti tipici che rischiavano di finire nel dimenticatoio e siamo noi chef a dovercene occupare per primi.>>

In sala, l’azzurro del mare si alterna piacevolmente ai dorati riflessi tufacei, si apparecchia senza tovaglia e non sfugge la chiocciola, di legno come i tavoli, aggrappata sul soffitto. Tutto questo mentre l’esterno cambia luce di continuo. Tra i piccoli bocconi che compongono l’aperitivo (cosiddetti amuse-bouche) arriva anche una scatola simil gioielleria dal contenuto effettivamente prezioso: un soffice maritozzo con seppia mantecata. Citiamo anche il risotto, con zucca, aglio nero, aringa affumicata e tartufo, ma più che stilare un elenco, preferiamo segnalare il perfetto stato di salute di uno dei ristoranti più affascinanti della Campania.

Del resto, i piatti cambiano, ma il marchio di fabbrica resta. E, con lui, uno zaino di emozioni da rigenerare, come un fiore, con l’arrivo della prossima primavera.

Info utili

Caracol

Via Faro, 44

80070 Bacoli (Na)

+39081 523 3052

Aperto a cena dal martedì

Sabato e domenica anche a pranzo

Chiuso da novembre a febbraio

Il sito

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