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Feria: apre a Treviso il bistrot di Marco Feltrin

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Stile internazionale e sapori orientali. Marco Feltrin apre Feria e reinterpreta la cucina etnica trasformandola, attraverso un approccio contemporaneo, in un’esperienza gourmet ma informale.

Feria è una parola che deriva dal latino e che, anche oggi, nelle lingue iberiche si utilizza per indicare il giorno di riposo e di vacanza. È proprio seguendo questo spirito che Marco Feltrin ha inaugurato, lo scorso dicembre, il suo nuovo ristorante trevigiano.

L’idea alla base è semplice quanto rivoluzionaria: reinterpretare la cucina etnica in chiave più gourmet ma informale attraverso un approccio contemporaneo elaborando i sapori e gli ingredienti esotici con la sensibilità e il gusto tipico del made in Italy.

Quello di chef Feltrin è infatti un vero e proprio amore nei confronti della cucina orientale, maturata anche grazie ai suoi continui viaggi attraverso paesi e culture diverse (tra Londra, Sidney e Giacarta al fianco dei alcuni dei più grandi chef stellati). Un amore, però, basato anche sulla convinzione che la diversità delle culture e la trasversalità dei background siano occasione di arricchimento e patrimonio di valori che il cibo può comunicare.

Nasce così il melting pot gastronomico di Feria che prende forma in Veneto, a Treviso, in via della Quercia.

Feria: il ristorante

Il locale è suddiviso in due ambienti distinti: il ristorante e il bar/bistrot. L’ambiente è accogliente e moderno, eclettico ma dall’atmosfera rilassata. L’arredamento è materico e minimalista e gioca sui colori del legno e del verde con inserti bianchi e grigi., lunghe panche a muro e comode sedute in tessuti di colori differenti impreziositi da inserti in rattan di suggestione esotica.

La cucina è a vista e occupa lo spazio centrale di Feria. Tutto gira intorno ai fornelli e allo chef in una sorta di danza multisensoriale basata su profumi, sapori e vapori nella migliore tradizione dello street food che nel sud est asiatico è un vero e proprio modo di vivere.

Al piano superiore, un’ampia sala si apre agli ospiti per eventi speciali, incontri e degustazioni tematiche. All’esterno, un bellissimo dehor accoglie nelle giornate più miti in un’atmosfera rilassante protetta dal verde.

La proposta gastronomica

Contaminazione, dunque, è la parola fondante che sta alla base della proposta gastronomica di Feria. Una proposta che è dinamica e innovativa e vede la sua massima sublimazione nell’abbinamento sapiente di vini, birre e distillati selezionati dal sommelier Régis Ramos.

Questa identità così interessante e sfaccettata si declina in una duplice formula: il ristorante Feria offre piatti à la carte e un menu degustazione (“Appunti di viaggio” 6 portate a 55 euro) che rispecchia la filosofia della cucina, aperta sulla sala, in un’idea di condivisione; il bar-bistro Feria Rab rappresenta invece l’anima più spontanea ed energica diventando un luogo da vivere in maniera disinvolta per un aperitivo, uno snack, un assaggio ma anche per una cena meno strutturata.

La domenica a pranzo Feria propone il “Nasi Pandang”, momento culinario dell’isola di Sumatra: un bachetto in miniatura con tanti piccoli piatti diversi tra loro per gusto e colore. Ad accompagnare le creazioni della cucina una selezione di vini che raccontano persone e territori lontani e vicini oltre a un’offerta di cocktail originali e una piccola carta delle birre.

Il menu del ristorante

Ecco quindi tra i piatti Undang con gamberi rossi, jalapeno e batata (4,50 al pezzo), e Gohu con ricciola, leche de tigre e olio di lakasa (12). E ancora Babi con pancetta di maiale, curcuma e zenzero (12) e Gado Gado con porro, uova e rachidi (12).

E ancora Mie cioè tagliolini con granchio blu, cavolo nero, pepe di Jaca e katsuobushi (18 euro), Xiao Long Bao, ravioli di riso, funghi shitake e sesamo (14) e Buntut, bottoni di coda, brodo aromatico e cardamomo (16).

Tra i secondi Rendang (black angus con cocco e tamarindo – 26 euro) e Bebek Betutu (anatra, cime di rapa, kaffir lime – 26) o Ikar Bakar (anatra, bumbu kuning e miso). Tempeh Goreng è invece la proposta veg a base di soia, rafano e cavolo cinese (18 euro).

Tre i dessert: Cokelat con cioccolato, cannella e bergamotto (8 euro), Nanas con ananas Tatin, finocchio e anice stellato (8), e Mangga con mango, cocco, tapioca e pandan.

Il menu del bistrot

Nel menu della parte bistrot si possono trovare alcuni dei piatti presenti anche nel menu ristorante come, ad esempio, il Gado Gado o il Cokelat ma non mancano proposte diverse e sfiziose.

Tra queste Laab (tartare di manzo, kumquat e chips di riso – 10 euro), Curry kerang (cozze, cocco e peperoncino verde – 10 euro) e Sapi (black angus con salsa Antichuco e picke – 20). O ancora Mie, qui in versione con bottarga e wakame (14). Spazio anche alle proposte vegetariane come Gorengan (cicoria, scamorza e sambal) e Sayuran cioè verdure cotte con zenzero e sesamo.

Gli ingredienti utilizzati in cucina provengono da diverse parti del mondo ma l’attenzione per la filiera, i produttori, i metodi di coltivazione e le terre di provenienza, è alla base della scelta dello chef e di tutto lo staff. . Un impegno verso la responsabilità ambientale che si esprime nel lavoro di ricerca per abbinare questi ingredienti a prodotti più vicini e territoriali, seguendo la stagionalità, manifestato inoltre dall’avvio di un processo che porterà Feria alla completa eliminazione della plastica.

Info utili

Feria
Via della Quercia 8, Treviso
Tel: 0422 174 8017
Sito

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