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Terra di Lavoro Wines: al via alla Reggia di Caserta

Si celebrano le denominazioni vitivinicole tutelate dal Consorzio Tutela vini Caserta – VITICA: un evento aperto ad esperti ed appassionati, un’occasione per approfondire le peculiarità di un territorio dalla storia antica.

Appuntamento nei giorni 11, 12 e 13 ottobre 2025, nel Cortile I del Palazzo Reale a Caserta per celebrare l’identità di terre fertili, ferite e rinate grazie ad una forte consapevolezza agricola, ben radicate tra futuro e memoria. ‘Terra di Lavoro’ è un’espressione nata per identificare un’ampia area del Sud Italia: oggi si fa riferimento alla provincia di Caserta, ma in passato includeva anche le attuali province di Napoli, Benevento, Frosinone e Latina. Soprattutto, il fatto curioso è che il ‘lavoro’ non c’entra nulla. Il nome deriva, infatti, dal latino ‘Campania Laboris’ e con Laboris ci si riferiva ai leborini o liburni, ovvero ad un’antica popolazione italica. Il nome fu reinterpretato come ‘Terra del lavoro’, ma è un falso etimologico, tutt’oggi utilizzato per un senso di familiarità ed appartenenza. 

Terra di lavoro Wines: quando, dove, come

Quarta edizione e qualche cambiamento: Wine Talk e Wine Forum si alterneranno per dare la possibilità, in maniera agile ed innovativa a produttori, giornalisti, buyer ed appassionati di scoprire il ricco e antico mondo dei vini di Terra di Lavoro. 

«Abbiamo voluto alleggerire e perfezionare il format della manifestazione>>, anticipa Cesare Avenia, Presidente di VITICA. <<L’obiettivo è quello di migliorare e stimolare un confronto dinamico tra i tanti attori interessati al mondo del vino. Non sarà una semplice rassegna, ma un laboratorio di esperienze, improntato sulla valorizzazione della cultura del vino, che ci consentirà di capire la direzione da prendere per far conoscere e apprezzare sempre più i nostri vini. I vini di Terra di Lavoro hanno una storia millenaria ma siamo certi avranno anche un futuro importante>>.

Molte le iniziative interessanti in programma che, tra l’altro, quest’anno si svolgerà, per la prima volta, in tre giornate. Una bella sfida, ad esempio, sarà la degustazione alla cieca riservata agli stessi produttori che saranno invitati a giudicare una selezione di vini tra cui saranno presenti i propri e qualche intruso. Un simpatico gioco, in collaborazione con l’Associazione Italiana Sommelier AIS, ed un’occasione per approfondire la conoscenza del territorio e dei suoi vini. 

L’ingresso è gratuito previo deposito cauzionale per tasca e calice.

Tanti i temi da trattare, dalla sostenibilità alle nuove tecniche agronomiche, dall’evoluzione dei consumi all’evoluzione delle strategie di comunicazione del vino anche pensando ai più giovani. Dalle esportazioni alle nuove forme di consumo, ad esempio con i cocktail a base di vino o con le più innovative wine experience, come degustazioni online e viaggi esperienziali. Accompagneranno, inoltre, l’appuntamento momenti musicali e anche momenti di intrattenimento teatrale a cura di Officinateatro APS.

A Maria Felicia Brini, brillante e lungimirante produttrice purtroppo scomparsa, sarà dedicato il premio riservato a ristoranti e pizzerie che meglio avranno promosso la conoscenza e diffusione dei vini di Terra di Lavoro. Mentre un riconoscimento speciale verrà consegnato alle aziende con vini selezionati e segnalati da guide e testate di settore nazionali e internazionali a testimonianza della volontà di promuovere sinergicamente il territorio, i vini e il lavoro dei viticoltori.

I vitigni autoctoni

La provincia di Caserta è una terra antichissima dal punto di vista vitivinicolo, oggi in piena rinascita enologica, grazie al recupero di vitigni autoctoni e ad un nuovo protagonismo di cantine di qualità. Il territorio è segnato dalla presenza vulcanica (Roccamonfina, Campi Flegrei a sud), terreni tufacei e sabbiosi, colline ventilate e buone escursioni termiche. Queste condizioni rendono la zona particolarmente vocata per la produzione di vini eleganti, strutturati, senza dubbio riconoscibili. 

Pallagrello Nero 

Un vino di grande personalità, elegante, spesso paragonato al Pinot Noir o al Syrah per la sua finezza. Consegna sentori di frutti di bosco, pepe nero, tabacco, liquirizia ed era il vino adorato da Ferdinando IV di Borbone, coltivato all’epoca nella Vigna del Ventaglio a San Leucio. Oggi le zone di produzione si dipanano tra Caiazzo, Castel Campagnano, Alife e Pontelatone.

Pallagrello Bianco

Fresco, sapido, floreale, spesso con ottime potenzialità di invecchiamento, porta con sé il ricordo di fiori bianchi, pera, mela, note minerali e leggermente mandorlate.

Casavecchia

Un rosso più rustico e potente del Pallagrello, ma sempre affascinante con la sua impronta di amarena, terra bagnata, spezie, erbe selvatiche. Si racconta che un ceppo secolare fu ritrovato in un muro a Pontelatone: da qui il nome Casa-vecchia.

Falanghina

Un vitigno molto diffuso in Campania ma con espressioni diverse. In Terra di Lavoro assume note più minerali e floreali, fiori d’arancio, mela verde, ginestra.

Le denominazioni principali sono IGT Roccamonfina, DOC Casavecchia di Pontelatone, DOC Galluccio e DOC Falerno del Massico.

I vini di Terra di Lavoro raccontano un territorio autentico, spesso lontano dai riflettori: sono vitigni unici, non replicabili altrove perché esprimono una tradizione agricola profonda, oggi riletta con competenza e rispetto. Non ultimo, si tratta di referenze non ancora inflazionate, dall’ottimo rapporto qualità/prezzo.

Info utili

Terra di Lavoro

11 – 13 ottobre

Reggia di Caserta

Sito

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