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Champagne mon amour: Italia quarta al mondo per spedizioni

champagne

Un anno da record. È quanto emerge dal report che racconta l’amore del consumatore italiano per lo champagne che è stato presentato a Milano nella bella cornice del Park Hyatt.

Esperto, curioso e orientato alle cuvée di alta gamma. È il profilo del consumatore italiano di champagne che emerge dai dati sulle spedizioni del 2022. Un vero e proprio anno da ricordare per l’Italia che ha fatto registrare un doppio record storico sia per volume, con 10,6 milioni di bottiglie (+11,5%), che per valore, con un giro d’affari di 247,9 milioni di euro. Il Belpaese rappresenta oggi il quarto mercato all’export per lo champagne nella classifica mondiale a valore, davanti a Germania e Australia.

I numeri del 2022 sono stati presentati e analizzati a Milano, nella bella cornice del Park Hyatt, lussuoso hotel a pochi passi dal Duomo, dai vertici del Comité Champagne, l’ente che rappresenta tutte le Maison e tutti i Vignerons della regione. Presenti David Chatillon, presidente dell’Union des Maisons de Champagne e co-presidente del Comité Champagne, Maxime Toubart, presidente del Syndicat général des vignerons e co-presidente del Comité Champagne e Charles Goemaere, direttore generale del Comité Champagne.

Maxime Toubart, David Chatillon, Charles Goemaere e Domenico Avolio

I dati

I consumatori italiani si confermano grandi conoscitori di champagne, dimostrano consapevolezza di scelta e sanno muoversi all’interno della profondità di gamma offerta dai marchi. L’interesse per millesimati, cuvée speciali e rosé, nel 2022, ha rappresentato quasi un terzo delle bottiglie di champagne giunte in Italia, raggiungendo complessivamente il 31% delle importazioni a valore, con performance superiori a quelle di mercati quali il Regno Unito e la Germania.

Il palato degli italiani evolve in continuazione e vede tra i più apprezzati gli champagne a basso dosaggio (cioè dal sapore più secco e diretto) che rappresentano oggi il 5,1% delle importazioni, contro lo 0,1% di 15 anni fa.

«I gusti degli italiani si distinguono da sempre nel panorama mondiale del consumo di champagne per la particolare domanda di bottiglie di pregio. In questo scenario il settore Horeca è stato particolarmente dinamico. Dopo i cali dovuti alla crisi sanitaria, nel 2022, i consumi in bar, hotel e ristoranti fanno presumere che siano in netta ripresa, confermando che il fuori casa rappresenta ormai un’abitudine consolidata per i consumatori italiani. I positivi dati delle spedizioni confermano, comunque, che l’offerta è riuscita a soddisfare la domanda» ha dichiarato Charles Goemaere.

Lo champagne, si sa, è il vino che accompagna le grandi celebrazioni e gli eventi più importanti della vita. La tendenza di consumo, però, si sta espandendo anche verso quelle occasioni più ristrette e informali, come una semplice cena tra amici o per puro piacere. Lo champagne si dimostra quindi un prodotto estremamente versatile.

«Il dinamismo a cui stiamo assistendo è dovuto essenzialmente allo sviluppo di nuovi mercati e di nuovi momenti di consumo. Lo champagne resta il vino delle celebrazioni. Prende sempre più piede, però, un consumo che potremmo definire informale. Lo Champagne è sempre di più il vino che riesce a rendere straordinario un momento ordinario. Da questo punto di vista l’Italia è senza dubbio un osservatorio privilegiato sugli stili di consumo» ha dichiarato David Chatillon.

A livello globale, nel 2022 le spedizioni totali di champagne hanno raggiunto i 325,5 milioni di bottiglie. La crescita è dell’1,5% rispetto al 2021 e del 9,5% rispetto al 2019. Si tratta del miglior risultato a volume dal 2007. L’export rappresenta il 57% delle spedizioni, con 187,5 milioni di bottiglie, in crescita del 4,3%. Il 2022 segna un nuovo record a valore, con un giro d’affari, che supera complessivamente tutti i mercati, di 6,3 miliardi di euro.

Il progetto per il futuro

In ottica futura, invece, il Comité Champagne ha presentato un piano strategico globale utile ad affrontare le sfide degli anni a venire. Per i prossimi cinque anni, infatti, il budget annuale del Comité passerà da 20 a 30 milioni di euro. Ci saranno investimenti in ricerca, sviluppo sostenibile della filiera e rafforzamento delle sue missioni fondamentali.

«La nostra ambizione non è di cercare di fare di più, ma di fare ancora meglio, a beneficio delle generazioni future. Nei prossimi 10 anni, rafforzeremo notevolmente le nostre risorse. L’obiettivo è quello di rendere champagne sempre disponibile, desiderabile e un punto di riferimento per i consumatori» conclude Maxime Toubart.

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