Magazine di ristorazione e itinerari enogastronomici
Libri

Le pizzerie storiche di Napoli: viaggio nell’anima della città

Un libro dedicato a quella fetta del mondo pizza napoletano che da decenni, anche secoli, tramanda la tradizione di generazione in generazione: un patrimonio gastronomico unico al mondo. Luciano Pignataro racconta le pizzerie storiche di Napoli.

Napoli oggi è più viva che mai, compie ben 2500 e lo fa in letizia: riconosciuta a livello mondiale come simbolo di energia, creatività e voglia di fare, è una città che ha sempre trasformato la propria storia in ispirazione, la sua passione in futuro. Si rinnova, senza mai perdere l’identità grazie all’impegno di chi s’impegna a dar voce e vetrina a chi, da generazioni, tramanda il simbolo gastronomico della città: la pizza.

Un titolo importante, quanto veritiero, per l’ultimo lavoro editoriale di Luciano Pignataro, giornalista gastronomico particolarmente legato al Sud Italia, alla valorizzazione dei suoi territori, dei prodotti locali e della cultura alimentare mediterranea. Insieme ad 11 giornalisti specializzati, ha curato la narrazione di 23 pizzerie storiche nelle quali la tradizione si tramanda di generazione in generazione da decenni, a volte da oltre due secoli: un patrimonio culturale gastronomico unico al mondo soprattutto perché emanato dalle viscere dei quartieri più poveri fino a giungere, oggi, ad un successo mondiale. È un volume prezioso, ricco di aneddoti e curiosità che aiutano a percepire da vicino la vera anima della metropoli partenopea.

<<Il libro è stato pensato come un omaggio alla città e, ovviamente, alla pizza che può avere stili diversi, ma è sempre accomunata dalla passione. Un tributo a Napoli, dove tutto è cominciato: per me che nasco nella carta è un ritorno ad essa in un momento di sapere fluido ho sentito il bisogno di poter toccare una storia straordinaria. Ho deciso di fare un libro corale, a più mani, dando piena libertà di narrazione senza alcun vincolo di spazio per rispondere a tre esigenze. La prima è che la pizza appartiene alla comunità napoletana e non è al tempo stesso di nessuno e di tutti. La seconda è che per raccontare un mondo così complesso come Napoli servono più sensibilità, la terza è dare spazio alle giovani generazioni alle quali è affidato il compito di difendere e tramandare questo patrimonio che è stato spesso aggredito. Per esempio da chi dice che la pizza in Italia è stata portata dagli americani accreditando il pomodoro come prova, ma ignorando che il pomodoro è in uso nelle cucine napoletane almeno dal ‘700.>>

Le origini popolari

La pizza nasce a Napoli, tra il XVI ed il XVII secolo, come cibo semplice, di strada, pensato per la gente comune. All’inizio non era altro che una focaccia di pasta di pane, cotta rapidamente nei forni o su pietre calde e condita con ingredienti poveri, come strutto, aglio, sale, occasionalmente con residui di formaggi e basilico: le strade del centro — specialmente i Quartieri Spagnoli e la zona del Mercato — pullulavano di pizzaioli ambulanti che vendevano pizze ‘a portafoglio’, piegate in quattro per poterle mangiare camminando. Era un cibo veloce, economico, nutriente: perfetto per la vita frenetica dei vicoli napoletani. I forni a legna di pietra lavica diventano il cuore delle prime pizzerie storiche, che aprono fra la fine del Settecento e l’Ottocento — nomi che ancora oggi esistono o riecheggiano nella memoria collettiva.

La leggenda della Margherita

La più famosa di tutte è nata nel 1889: secondo la tradizione, il pizzaiolo Raffaele Esposito, della pizzeria Brandi, la preparò in onore della regina Margherita di Savoia, con i colori della bandiera italiana: rosso (pomodoro), bianco (mozzarella), verde (basilico). Fu un gesto semplice, al contempo geniale, e che trasformò la pizza in un simbolo di Napoli e dell’Italia.

Le pizzerie e gli autori

Al 22.  di Luciano Pignataro
Antica Pizzeria Da Michele di Maria Emma Di Lorenzo
Brandi di Giulia Cannada Bartoli
Cantina del Gallo di Giulia Cannada Bartoli
Cafasso di Francesca pace
Capasso di Francesca Pace
Concettina ai Tre Santi di Luciano Pignataro
Ciro Oliva, Il Folletto della Sanità di Guido Barendson Da Attilio
Da Attilio di Emanuela Sorrentino
Da Gennaro a Bagnoli di Leonardo Ciccarelli
Da Pasqualino Antica Pizzeria di Giulia Cannada Bartoli
Da Umberto. di Santa Di Salvo
La Pizza, un morso di salute e allegria di Francesca Marino
De Figliole di Antonella Amodio
Gorizia 1916 di Fosca Tortorelli
Imperatore 1906 di Antonella Amodio
La Masardona di Luciano Pignataro
La Pizza da Gennaro di Luciano Pignataro
Lombardi 1892 di Mariangela Barberisi
Mattozzi di Emanuela Sorrentino
Pellone di Francesca Pace
Por t’Alba di Antonella Amodio
Starita di Leonardo Ciccarelli
Trianon di Leonardo Ciccarelli

Articoli correlati

Mimmo Di Raffaele: “questo è il mio nuovo libro Pazziamm’ja”

Nadia Taglialatela

L’evento Luxury Food approda al 7Pines Resort in Sardegna

Viani Andrea Todero

Street food 2025: Gambero Rosso premia il cibo di strada made in Italy

Redazione