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Mirto: il liquore sardo risplende a Telti

mirto

Mirto. Storia e curiosità e ricette segrete del liquore per eccellenza in Sardegna celebrato, come ogni agosto, nella cittadina di Telti.

Se siete stati in Sardegna sicuramente avrete assaggiato questo liquore. Rigorosamente rosso, al termine di ogni pasto è bevuto molto freddo, diventando così per molti il digestivo ideale. A Telti, un borgo gallurese, in provincia di Sassari, si rinnova per la 26° edizione la sagra del mirto. Un appuntamento da non perdere in questo primo fine settimana di agosto.

In dettaglio il programma dell’edizione 2021, una “dolce” ricetta e qualche curiosità in più di questa preziosa bacca viola che ad oggi ha conquistato ogni tipo di mercato dall’alimentare, alla cosmesi. 

Telti

Telti è un piccolo centro gallurese di circa 2300 abitanti. Dalla posizione geografica strategica perché da qui si raggiunge facilmente Olbia e la Costa Smeralda, scalo e città turistica per eccellenza in Sardegna ma anche perché circondato da distese boschive, piccole grotte e torrenti, olivastri secolari, sughere e le caratteristiche rocce in granito che identificano la Gallura. Un territorio che ti avvolge con i profumi indelebili della macchia mediterranea, qui il ginepro, il lentisco e il mirto fanno da padroni, ideale inoltre per attività di trekking e mountain biking a tutti i livelli.

Un borgo reso celebre per le tante tradizioni locali ben custodite e per questa sagra che si svolge ogni anno ad agosto con un ricco programma, tra convegni, mostre mercato e degustazioni guidate alla scoperta del noto liquore.

Mirto: alcune curiosità

il mirto è un arbusto sempreverde, aromatico, presente quasi ovunque in Sardegna, esclusi i luoghi molto esposti al vento. Fiorisce nel periodo compreso fra giugno e luglio e i suoi fiori sono piccoli e di colore bianco. Al termine della fioritura produce delle pregiate bacche di colore blu scuro. La raccolta avviene tra fine novembre ai primi di gennaio. Il periodo migliore però è a dicembre, perché prima le bacche possono essere ancora troppo crude, mentre dopo troppo cotte. 

Il suo nome ricorda una leggenda, è legato alla figura mitologica di Myrsine. Secondo la mitologia greca, infatti, Myrsine era una fanciulla dell’Attica che, dopo aver battuto un suo coetaneo in una gara ginnica, fu uccisa dal rivale, il quale non aveva accettato la sconfitta. Dopo la sua morte, la dea Atena la trasformò il un albero che prese il suo nome: Mirto. È conosciuto in Gallura con il nome dialettale Murtha o Multha. La forma delle sue foglie ha dato il nome alla lama dei tipici coltelli sardi (a foll’ ‘e murta).

Le sue proprietà, sono presenti non solo nelle bacche ma anche nei fiori e foglie che contengono il mirtolo, sono aromatizzanti, medicinali e decorative. Dalle fogli e dai fiori si estrae l’acqua angelica, usata in cosmetologia e dalla medicina popolare.

La gastronomia sarda si serve del mirto per l’arrosto allo spiedo o per piatti al forno. L’industria dei liquori ne ha fatto, in Sardegna, uno dei motivi più caratteristici e uno dei prodotti più esportati.

Una Sagra all’insegna della qualità e del buongusto

La manifestazione è una vera e propria fiera per la presentazione e la promozione degli ottimi prodotti locali, in particolare del mirto e di tutte le molteplici preparazioni che da esso derivano: il liquore, i dolci, il gelato e addirittura il pane! La sagra si svolge in tre giornate durante le quali il paese si arricchisce di numerosi stand che offrono le varie produzioni: formaggi, pane, dolci, il prelibatissimo miele locale prodotto con gli antichi bugni (arnie) in sughero e ancora manufatti in legno, ferro e sughero e tanto altro.

I visitatori hanno la possibilità di gustare i prelibati piatti della cucina tradizionale teltese come la Zuppa Gallurese, li Chjusoni, lu Pani a Fitti e tante altre pietanze squisite come solo in gallura è possibile trovare. Il momento tipico è la rappresentazione dell’ Agliola: è proprio in questo magnifico teatro che si dà vita a una delle manifestazioni più rappresentative della tradizione e della cultura gallurese.

L’ Agliola è la tradizionale trebbiatura del grano che viene rifatta all’“antica” utilizzando una coppia di buoi aggiogati che pestano le spighe girando pazientemente intorno a “lurotu” (lastroni di granito accorpati che formano una superficie circolare) sotto il caldo sole.

Un liquore che promuove la tradizione

Dal 6 all’8 agosto dalle ore 19,00 in poi  saranno protagonisti assoluti gli stand dedicati ai prodotti derivati dal mirto. In queste serate dalle ore 21,00 ci saranno spettacoli e musica. Il programma prevede infatti la presenza di vere eccellenze dello spettacolo nazionale e internazionale. Da Francesco Piu, BlusMan di caratura internazionale, al cubano Josè Vergas, virtuoso del violino, fino ai Flamenco Libre di Juan Lorenzo impegnati in una tournèe internazionale. Una novità è rappresentata dagli stages curati da Paolo Brandano e Gavino Loche.

Per i produttori questa è la prima concreta occasione per proporre in sicurezza i propri prodotti. In realtà la Sagra del Mirto può definirsi un concreto progetto di marketing territoriale, perché la bacca viola è un tramite per veicolare il turista curioso e alla ricerca di una Sardegna inedita, ricca di tradizioni e folklore. L’esposizione dei produttori e degli artigiani impegnerà tutto il centro di Telti, sulla via centrale troveranno posto le bancarelle tipiche della festa. La Pro Loco ha predisposto una serie di percorsi sicuri, utili per rispettare le regole previste dal piano di sicurezza per il quale il personale impegnato nelle più diverse mansioni (dalla preparazione e distribuzione del cibo, alla guida sui percorsi) deve essere vaccinato o sottoposto a tampone. Lo spazio antistante la Chiesa di Santa Vittoria e la Piazza Duomo saranno, invece teatro degli spettacoli serali, per i quali l’ingresso è libero compatibilmente al numero di sedie disposte nel rispetto del piano sicurezza. 

La 26° Sagra del Mirto ha una sua speciale colonna sonora, scritta e suonata  dal Maestro Mauro Mibelli “I suoni del vento e del mare” questo è il titolo della melodia che, con le immagini di Gavino Loche, promuove l’evento del prossimo fine settimana di agosto. 

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Il programma

VENERDI’ 06 AGOSTO

• 19,30  Cortile Chiesa Santa Vittoria: Seminario di Canto “Riscoprire e Connettersi alla voce inaudita” a cura del Maestro Paolo Brandano. 

• 21.30  Piazza Duomo:  Inaugurazione della 26° Sagra del Mirto – tributo al poeta Matteo Pirina, noto Cuccheddu , accompagnato dalle musica di Mauro Mibelli.

• 22,00 Piazza Duomo: concerto etnico “Free Folks, storie di donne e di mediterraneo  alla  chitarra e al  liuto cantabile Mauro Mibelli, canto Nicole Ruzittu,  piano e fisarmonica Paolo Brandano  percussioni Peppe Albanese e Flicorno Antonio Meloni. 

•  22.00  Piazza Rinascita: Josè Vergas in concerto 

SABATO 07 AGOSTO

•  ore 19.30 Cortile  Chiesa Santa Vittoria: Seminario di Chitarra del Maestro Gavino Loche da  Paolo Brandano e Gavino Loche. Una serie di incontri unici e mai realizzati destinati a fare da apripista ad incontri futuri. I protocolli Anti-covid prevedono regole precise, da rispettare, per questo motivo non sarà possibile ballare o assistere a danze folkloristiche.

DOMENICA 08 AGOSTO

•  19.30 Cortile chiesa Santa Vittoria:  Seminario di Canto “Riscoprire e connettersi” alla voce inaudita del maestro Paolo Brandano.

•  19.30 Piazza Duomo: Spettacolo Itinerante con i Drums Circles Tamburi e Percussioni

•  20.30 Piazza Rinascita:   Sfilata dei Mamuthones e Issohadores

•  22.00 Piazza Duomo:  Concerto di Francesco Piu Trio con  Francesco Piu Chitarra e canto, Gavino Riva al basso, Paolo Sciuccu Batteria.

Ore  22.00 Piazza Rinascita :  “Cuncòrdias in concerto”- Spettacolo di musica Etnica Sarda con  Orlando Mascia alle  launeddas, benas, sulittu, organetto, e chitarra. Eliseo Mascia al  tamburello, sulittu, truffa , Bruno Camedda alla fisarmonica,   Asael Camedda alla  chitarra e  Elisa Marongiu canto.

Il Dolce al Mirto secondo il Ristorante La Runcina di San Teodoro

Non solo digestivo. Le bacche di mirto si prestano anche in pasticceria. Una proposta di dolce per onorare questo liquore ci viene fornita dal ristorante la Runcina di San Teodoro. Pensato con l’impasto della “pardula” o “formaggella”, dolcetti tipici sardi. Il ripieno, quindi è di ricotta di pecora, amalgamata bene con un po’ di farina, le uova, la scorza d’arancia grattata e lo zucchero con un cuore di liquore al mirto. Infornata infine al forno a legna. La forma circolare che si ottiene con delle formine viene impreziosita in superficie da scaglie di mandorle tostate al forno e arancia amara candita in un letto di crema chantilly aromatizzata alla vaniglia, con sciroppo al mirto.

Il sapore? Tutto da scoprire! Ma è il mirto che regna, amarognolo ma gustoso con il suo profumo inconfondibile.

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